domenica 5 maggio 2024

Leggi della fisica e leggi della natura

 

Ora, bisogna chiedersi: le leggi della fisica sono descritte e concepite solo dalla mente umana, e quindi inventate, artificiali, o sono tratte dalle leggi della natura? In altri termini, le leggi della fisica descrivono solo un aspetto del mondo naturale o sono leggi che si applicano al mondo intero, senza distinzioni tra un campo e l’altro, fra natura e mente?

Quando, per esempio, definisco i poli di un magnete, della corrente elettrica o della Terra come positivi o negativi, i concetti contrapposti di “positivo” e “negativo” sono stati concepiti dalla fisica o preesistevano nel linguaggio comune e poi sono stati adattati alla fisica?

Visto che le parole “positivo” e “negativo” vengono dal latino e preesistevano prima della scoperta del magnetismo o dell’elettricità, mi sembra ovvia la risposta: è la fisica che prende in prestito il linguaggio comune adattandolo alla scienza. Anche il fenomeno del “magnetismo” è stato osservato e descritto fin dall'antichità nella Grecia antica e in altre civiltà. Ad esempio, i Greci sapevano che certe pietre, come la magnetite, attiravano il ferro. Il termine "magnete" deriva dal luogo di origine di queste pietre, la regione della Magnesia in Grecia. Tuttavia, il concetto scientifico moderno del magnetismo e la sua comprensione accurata sono stati sviluppati solo più tardi con il contributo di numerosi scienziati nel corso dei secoli.

Ma il mondo di riferimento è sempre quello naturale, anche quando si parla di campo, di velocità, di forze, di vuoto, di espansione, di atomi, di particelle, ecc. Tutto viene dalla natura e deve essere verificato nella natura, altrimenti resta una teoria astratta.

Quando la scienza compie i suoi esperimenti o deve descrivere le sue teorie, deve riferirsi per forza alla natura. Una legge, una idea, è valida se convalidata dalla natura.

Però, la fisica ha un suo linguaggio peculiare – la matematica – che, se anche può aver avuto origine dalla natura, in quanto “numerosità”, “numerabilità”, “contabilità”, quantità, ecc., è certamente un prodotto della mente umana. Le equazioni non sono scritte in natura. Si tratta di un linguaggio altamente specializzato, nato in natura dall’esigenza di contare ma di certo non riscontrabile in natura.

Come si spiega che questo linguaggio riesce talvolta a descrivere fenomeni naturali? Qualcuno sostiene che la matematica è la lingua con cui Dio ha creato la natura. Ma non riesco a immaginarmi un Dio matematico, geometra o ragioniere. Può essere questo, ma anche tutto l’altro!

La matematica è una disciplina che si è evoluta nel corso dei secoli attraverso l'osservazione, il ragionamento e l'astrazione. Molti concetti matematici, come i numeri, le proporzioni e le forme geometriche, vengono ispirati dalla natura e dalle sue regolarità. Ad esempio, la disposizione dei petali dei fiori in alcune specie segue sequenze matematiche come la successione di Fibonacci. Inoltre, alcuni principi matematici sono stati sviluppati in risposta a problemi pratici o fenomeni naturali.

Quindi, sebbene la matematica sia una costruzione umana derivante dalla nostra capacità di pensiero astratto, è innegabile che ci siano forti legami tra i concetti matematici e i fenomeni naturali che osserviamo intorno a noi. In un certo senso, si potrebbe dire che la matematica ha origine nella natura, è un’estensione della natura, poiché molti dei suoi concetti e principi hanno radici profonde nelle osservazioni del mondo naturale.

Ricordando che ci sono discipline scientifiche che non ricorrono alla matematica, ritorniamo all’idea che ogni scienza parte dalla natura e deve essere verificata nella e dalla natura.

Dunque, le leggi della fisica derivano dalla natura e rappresentano, in ultima analisi, le leggi della natura. Ecco perché siamo autorizzati ad applicarle a tutto il mondo naturale! Almeno alcune.

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