giovedì 23 maggio 2024

L'interconnessione universale

 

“Il principio di azione e reazione, noto anche come terza legge di Newton, afferma che per ogni azione c’è sempre una reazione uguale e contraria. Questo principio descrive la relazione tra due forze esercitate da due corpi l’uno sull’altro. Nonostante il concetto di azione e reazione implichi un’interazione e un equilibrio dinamico tra forze, non è classificato come un’oscillazione nel senso tradizionale della fisica.

Un’oscillazione si riferisce a un movimento o fluttuazione periodica attorno a una posizione di equilibrio, come nel caso di un pendolo o di una molla che si muove avanti e indietro. Invece, il principio di azione e reazione si riferisce a una relazione istantanea e continua tra forze, senza la componente periodica o ciclica tipica delle oscillazioni.

In altre parole, mentre un’oscillazione implica un movimento ripetitivo che si verifica nel tempo, l’azione e la reazione secondo la legge di Newton sono simultanee e non implicano un movimento che si ripete nel tempo. Sono piuttosto una manifestazione dell’equilibrio delle forze in un dato istante.

Però,  il movimento di un pendolo può essere interpretato come un rapporto tra azione e reazione, ma in un contesto leggermente diverso da quello descritto dalla terza legge di Newton. Nel caso di un pendolo, l’azione è la forza di gravità che agisce sulla massa del pendolo, e la reazione è la forza di tensione del filo o della barra che sostiene il pendolo. Queste forze lavorano insieme per creare il movimento oscillatorio del pendolo.

Quando il pendolo si sposta dal punto più alto della sua traiettoria, la gravità lo tira verso il basso (azione), e il filo reagisce esercitando una forza verso l’alto e verso il centro di oscillazione (reazione). Questa interazione di forze produce l’oscillazione del pendolo avanti e indietro.

Inoltre, quando il pendolo raggiunge il punto più basso della sua traiettoria, la sua velocità è massima e la forza di gravità e la tensione del filo cambiano direzione, facendo sì che il pendolo inizi a risalire verso l’altro lato. Questo ciclo di azione e reazione continua, causando le oscillazioni periodiche del pendolo.

Tuttavia, è importante notare che il concetto di oscillazione in un pendolo non è esattamente lo stesso della terza legge di Newton, che si riferisce specificamente all’interazione tra due corpi. Nel pendolo, le forze di azione e reazione non sono due forze separate e distinte, ma piuttosto componenti di un unico sistema dinamico che produce il movimento oscillatorio.” [da IA Copilot]

Ma questo è esattamente il concetto che io esprimo con la mia teoria delle oscillazioni, che ha uno schema base, chiamato “diade.”

La diade è un dualismo di forze, fisiche e psichiche, uguali e contrarie, che sono proprio “due componenti di un unico sistema dinamico che produce il movimento oscillatorio” ciclico.

Io sostengo che tutte le coppie di forze sono così: distinte e separate in un'unica unità che oscilla mostrando due volti, che sono come le due facce di una medaglia. Aiutandomi con l’antico simbolo dinamico dello yang/yin, diviso in due da una linea sinusoidale (che indica un movimento ondulatorio), sostengo che le forze vanno sempre a due a due (il che è confermato dalla fisica) e che sono unite nel contrasto o contrastanti nell’unità.

Questo anche nel caso dell’azione/reazione di Newton: il corpo A che preme sul corpo B riceve una controspinta uguale e contraria da B perché in realtà sono interconnessi. In fondo, il mondo è un unico campo di forze interconnesse. Se A agisce su B (e sono corpi e forze diverse), B può reagire su A perché in quel momento sono interconnessi. In altri termini, ci sono forze che sono interconnesse dall’origine (due aspetti di un’unica oscillazione) e per sempre e ci sono forze (distinte) che si connettono provvisoriamente.

Proprio come due individui, che possono unirsi in un matrimonio indissolubile oppure in rapporto temporaneo.

Se i corpi e le forze distinti possono entrare in contatto e produrre un movimento di azione/reazione, è perché possono connettersi. Hanno qualcosa in comune, entrano in risonanza. Se fossero completamente separati, noumeni incomunicabili, non potrebbero entrare nel rapporto circolare di azione/reazione.

Per esempio, quando una persona spinge contro un muro, il muro reagisce esercitando una forza uguale e opposta sulla persona. La persona non riesce a spostare il muro perché la reazione è uguale e opposta all'azione esercitata. Oppure, quando un nuotatore spinge l'acqua verso il basso con le braccia, l'acqua reagisce spingendo il nuotatore verso l'alto, consentendogli di galleggiare in acqua. Oppure, quando un razzo viene lanciato nello spazio, espelle gas ad alta velocità verso il basso tramite i motori a razzo. In risposta, il razzo si muove verso l'alto con una forza uguale e opposta alla spinta dei gas.

Ma in questi tre esempi, l’azione di azione/reazione è resa possibile dall’interazione che si forma temporaneamente fra due corpi; la persona e il muro, il nuotatore nell’acqua, il gas e l’aria. Che, in quel momento, formano una coppia. Se i due elementi non entrassero in comunicazione, non potrebbero agire l’uno sull’altro. Ma, nel momento in cui si stabilisce l’interazione o il rapporto, diventano una coppia che oscilla.

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