“Il principio di azione e
reazione, noto anche come terza legge di Newton, afferma che per ogni azione
c’è sempre una reazione uguale e contraria. Questo principio descrive la
relazione tra due forze esercitate da due corpi l’uno sull’altro. Nonostante il
concetto di azione e reazione implichi un’interazione e un equilibrio dinamico
tra forze, non è classificato come un’oscillazione nel senso tradizionale della
fisica.
Un’oscillazione si riferisce a un movimento o
fluttuazione periodica attorno a una posizione di equilibrio, come nel caso di
un pendolo o di una molla che si muove avanti e indietro. Invece, il principio
di azione e reazione si riferisce a una relazione istantanea e continua tra
forze, senza la componente periodica o ciclica tipica delle oscillazioni.
In altre parole, mentre un’oscillazione implica
un movimento ripetitivo che si verifica nel tempo, l’azione e la reazione
secondo la legge di Newton sono simultanee e non implicano un movimento che si
ripete nel tempo. Sono piuttosto una manifestazione dell’equilibrio delle forze
in un dato istante.
Però, il movimento di un pendolo può essere
interpretato come un rapporto tra azione e reazione, ma in un contesto
leggermente diverso da quello descritto dalla terza legge di Newton. Nel caso
di un pendolo, l’azione è la forza di gravità che agisce sulla massa del
pendolo, e la reazione è la forza di tensione del filo o della barra che
sostiene il pendolo. Queste forze lavorano insieme per creare il movimento
oscillatorio del pendolo.
Quando il pendolo
si sposta dal punto più alto della sua traiettoria, la gravità lo tira verso il
basso (azione), e il filo reagisce esercitando una forza verso l’alto e verso
il centro di oscillazione (reazione). Questa interazione di forze produce
l’oscillazione del pendolo avanti e indietro.
Inoltre, quando il
pendolo raggiunge il punto più basso della sua traiettoria, la sua velocità è
massima e la forza di gravità e la tensione del filo cambiano direzione,
facendo sì che il pendolo inizi a risalire verso l’altro lato. Questo ciclo di
azione e reazione continua, causando le oscillazioni periodiche del pendolo.
Tuttavia, è
importante notare che il concetto di oscillazione in un pendolo non è
esattamente lo stesso della terza legge di Newton, che si riferisce
specificamente all’interazione tra due corpi. Nel pendolo, le forze di azione e
reazione non sono due forze separate e distinte, ma piuttosto componenti di un
unico sistema dinamico che produce il movimento oscillatorio.” [da IA
Copilot]
Ma questo è esattamente il
concetto che io esprimo con la mia teoria delle oscillazioni, che ha uno schema
base, chiamato “diade.”
La diade è un dualismo di
forze, fisiche e psichiche, uguali e contrarie, che sono proprio “due
componenti di un unico sistema dinamico che produce il movimento oscillatorio”
ciclico.
Io sostengo che tutte le
coppie di forze sono così: distinte e separate in un'unica unità che oscilla
mostrando due volti, che sono come le due facce di una medaglia. Aiutandomi con
l’antico simbolo dinamico dello yang/yin, diviso in due da una linea
sinusoidale (che indica un movimento ondulatorio), sostengo che le forze vanno
sempre a due a due (il che è confermato dalla fisica) e che sono unite nel
contrasto o contrastanti nell’unità.
Questo anche nel caso dell’azione/reazione
di Newton: il corpo A che preme sul corpo B riceve una controspinta uguale e
contraria da B perché in realtà sono interconnessi. In fondo, il mondo è un
unico campo di forze interconnesse. Se A agisce su B (e sono corpi e forze
diverse), B può reagire su A perché in quel momento sono interconnessi.
In altri termini, ci sono forze che sono interconnesse dall’origine (due
aspetti di un’unica oscillazione) e per sempre e ci sono forze (distinte) che
si connettono provvisoriamente.
Proprio come due individui,
che possono unirsi in un matrimonio indissolubile oppure in rapporto temporaneo.
Se i corpi e le forze
distinti possono entrare in contatto e produrre un movimento di azione/reazione,
è perché possono connettersi. Hanno qualcosa in comune, entrano in risonanza.
Se fossero completamente separati, noumeni incomunicabili, non potrebbero
entrare nel rapporto circolare di azione/reazione.
Per esempio, quando una
persona spinge contro un muro, il muro reagisce esercitando una forza uguale e
opposta sulla persona. La persona non riesce a spostare il muro perché la
reazione è uguale e opposta all'azione esercitata. Oppure, quando un nuotatore
spinge l'acqua verso il basso con le braccia, l'acqua reagisce spingendo il
nuotatore verso l'alto, consentendogli di galleggiare in acqua. Oppure, quando
un razzo viene lanciato nello spazio, espelle gas ad alta velocità verso il
basso tramite i motori a razzo. In risposta, il razzo si muove verso l'alto con
una forza uguale e opposta alla spinta dei gas.
Ma in questi tre esempi, l’azione
di azione/reazione è resa possibile dall’interazione che si forma
temporaneamente fra due corpi; la persona e il muro, il nuotatore nell’acqua,
il gas e l’aria. Che, in quel momento, formano una coppia. Se i due elementi
non entrassero in comunicazione, non potrebbero agire l’uno sull’altro. Ma, nel
momento in cui si stabilisce l’interazione o il rapporto, diventano una coppia
che oscilla.
Nessun commento:
Posta un commento