venerdì 26 luglio 2024

Da dove veniamo

 

 

Non possiamo dire che sappiamo chi siamo senza sapere da dove e come veniamo al mondo. E quindi dobbiamo esaminare non solo le prime forme di vita organica, ma anche le prime formazioni geologiche, quando la Terra si stava formando ma era il regno dei gas, dei vulcani, del fuoco, della lava e dei minerali. Perché è certo che, se escludiamo l’intervento di qualche mirabolante Creatore, la vita nasce prima di tutto dalle rocce e dai minerali, forme geologiche che noi riteniamo inanimate, ma che sono invece molto animate, solo su tempi molto più lunghi.

Certo, le formazioni geologiche non sembrano avere dei sensi e una consapevolezza. Ma non possiamo dire che siano inanimate e immobili. Al contrario, sono in trasformazione anche loro. E, in un certo senso, “comunicano”.

Tutti sappiamo che i corpi animali emettono sostanze naturali, con cui comunicano prima ancora di parlare. Per esempio, emettono molecole anche all’esterno di sé. Questo processo è noto come emissione di feromoni o segnalazione chimica. Ecco alcuni esempi:

Feromoni: Gli animali producono e rilasciano feromoni per comunicare con altri individui della stessa specie. Ad esempio, le formiche utilizzano feromoni per segnalare percorsi verso il cibo o per marcare il territorio. Anche gli esseri umani emettono feromoni, ma il loro ruolo nella comunicazione sociale è ancora oggetto di studio.
Odori corporei: La pelle e le ghiandole sudoripare degli animali producono composti chimici che creano gli odori corporei. Questi odori possono variare a seconda dell’individuo, dell’alimentazione e dello stato di salute. Ad esempio, gli esseri umani emettono odori attraverso il sudore e le ghiandole sebacee.
Respirazione: L’atto della respirazione coinvolge l’assorbimento di ossigeno e l’emissione di anidride carbonica (CO2). Gli animali rilasciano CO2 nell’aria durante la respirazione, e questo è un esempio di molecole emesse dai corpi.
Metabolismo: Durante il metabolismo, gli organismi sintetizzano e degradano molecole. Questi processi producono sottoprodotti che possono essere emessi all’esterno del corpo. Ad esempio, l’ammoniaca è un prodotto di scarto del metabolismo delle proteine negli animali e viene escreta attraverso l’urina.
In sintesi, gli animali emettono molecole attraverso vari processi biologici, che possono influenzare la comunicazione, l’odore e l’ambiente circostante.

Ma questo succede anche per le piante, che emettono molecole nell’ambiente circostante. Vediamo alcuni dettagli:

Fotosintesi: Durante la fotosintesi, le piante utilizzano l’energia solare per convertire il biossido di carbonio (CO2) dall’aria e l’acqua dal suolo in zuccheri e ossigeno. La maggior parte delle piante rilascia ossigeno solo durante il giorno, quando la luce solare alimenta la fotosintesi. Tuttavia, alcune piante (principalmente cactus, bromeliacee e alcune piante grasse) utilizzano una via fotosintetica alternativa chiamata metabolismo acido delle crassulacee (CAM). Questo permette loro di mantenere gli stomi delle foglie chiusi durante il giorno per ridurre la perdita d’acqua. Queste piante rilasciano un po’ di ossigeno anche di notte, quando gli stomi si aprono e l’ossigeno può fuoriuscire.
Diossido di carbonio: Il CO2 non viene rilasciato durante la fotosintesi, ma piccole quantità di questo gas vengono emesse sia di giorno che di notte come sottoprodotto della respirazione cellulare. Tuttavia, la maggior parte delle piante assorbe CO2 durante il giorno per la fotosintesi e lo fa in quantità maggiore rispetto a quanto rilasciano per la respirazione cellulare.
Molecole volatili: Oltre a ossigeno e CO2, le piante sintetizzano e rilasciano molecole volatili. Queste sostanze aromatiche possono avere vari scopi, come attirare insetti impollinatori o difendersi da erbivori. Ad esempio, il profumo dei fiori è dovuto a queste molecole volatili2.
In breve, le piante emettono ossigeno, CO2 e altre molecole nell’ambiente, contribuendo al ciclo vitale e all’equilibrio dell’atmosfera. Non c’è solo la forma di comunicazione attraverso le parole. Esiste un “linguaggio” più profondo.

Le formazioni geologiche, come montagne, valli, fiumi, caverne, sorgenti, laghi, rocce, mari, ecc.,, possono emettere molecole e sostanze nell’ambiente. Vediamo alcuni esempi:

Vulcani e gas: Le eruzioni vulcaniche rilasciano gas come anidride solforosa (SO2), vapore acqueo (H2O) e anidride carbonica (CO2). Questi gas possono influenzare l’atmosfera e l’ambiente circostante.
Minerali e rocce: Alcune rocce e minerali possono rilasciare sostanze chimiche. Ad esempio, le rocce calcaree possono dissolversi nel terreno e rilasciare ioni di calcio e bicarbonato. Questi ioni possono influenzare la chimica del suolo e delle acque sotterranee.
Sorgenti termali: Le sorgenti termali sono alimentate da acque sotterranee che si riscaldano attraverso rocce vulcaniche o geotermiche. Queste acque possono contenere minerali disciolti e gas, come il metano. Le sorgenti termali sono spesso ricche di sostanze benefiche per la salute, come il solfato di magnesio.
Fiumi e sedimenti: I fiumi trasportano sedimenti e sostanze chimiche dalle montagne alle pianure. Questi sedimenti possono includere minerali, argilla e nutrienti che influenzano la chimica del suolo e dei corsi d’acqua.
Mari e oceani: Gli oceani contengono una vasta gamma di sostanze disciolte, come sali, ioni e nutrienti. Le alghe marine producono anche composti organici, come il dimetilsolfuro (DMS), che influenzano il clima e la chimica atmosferica1.
In sintesi, le formazioni geologiche possono emettere molecole e sostanze che hanno un impatto sull’ambiente e sulla vita sulla Terra. E questo facevano anche prima che sorgessero le prime forme di vita organica.

Le emanazioni da formazioni geologiche hanno contribuito e contribuiscono a creare atmosfere particolari in determinati luoghi. Ecco come funziona:

Composizione chimica: Le rocce, i minerali e le attività vulcaniche possono rilasciare gas e sostanze chimiche nell’atmosfera. Ad esempio, i vulcani emettono anidride solforosa (SO2) e altri gas che possono influenzare la qualità dell’aria e la composizione atmosferica.
Effetti climatici: Alcune formazioni geologiche, come le catene montuose, influenzano i modelli di vento e le precipitazioni. Le montagne possono bloccare o deviare i venti, creando microclimi diversi sulle diverse facce delle montagne.
Ecosistemi specifici: Le caratteristiche geologiche influenzano gli ecosistemi locali. Ad esempio, le zone costiere hanno un’atmosfera diversa rispetto alle regioni interne, grazie alla vicinanza al mare e ai processi di evaporazione.
Radiazione solare: La riflessione e l’assorbimento della luce solare da parte delle formazioni geologiche possono influenzare la temperatura e la radiazione nell’area circostante.
In sintesi, le emanazioni geologiche e le caratteristiche del terreno contribuiscono a creare atmosfere uniche in vari luoghi sulla Terra. E quindi creano effetti ben precisi.

Non a caso, quando cerchiamo un luogo di riposo, di vacanza, di recupero delle energie o di ispirazione, scegliamo posti determinati, cui tutti attribuiscono effetti benefici.

Le formazioni geologiche non comunicano o interagiscono nel senso tradizionale in cui gli esseri viventi lo fanno. Tuttavia, hanno una comunicazione indiretta attraverso i processi geologici e le caratteristiche che creano. Vediamo alcuni punti:

Composizione chimica: Le formazioni geologiche, come le rocce e i minerali, possono influenzare l’ambiente circostante attraverso la loro composizione chimica. Ad esempio, i vulcani emettono gas come anidride solforosa (SO2), che può avere effetti sull’aria e sulla salute umana.
Effetti climatici: Le formazioni geologiche, come le catene montuose, influenzano i modelli di vento, le precipitazioni e la temperatura. Questi fattori possono a loro volta influenzare gli ecosistemi locali e la vita sulla Terra.
Ecosistemi specifici: Le caratteristiche geologiche creano habitat unici per piante, animali e microorganismi. Ad esempio, le grotte e le formazioni calcaree offrono rifugio a specie adattate a queste condizioni.
In breve, sebbene le formazioni geologiche non abbiano una comunicazione “consapevole” (ma è da vedere che cosa significhi “consapevole”, senza contare che anche noi comunichiamo inconsapevolmente), il loro impatto sull’ambiente e sulla vita è evidente attraverso i processi geologici e le caratteristiche che creano.

Queste conseguenze possono essere così notevoli da trasformare ogni altra vita sulla Terra. Per esempio, l’eruzione del Monte Tambora in Indonesia nel 1815è stata la più mortale nella storia recente, causando la morte di fino a 120.000 persone. Nel 1815, il Tambora eruttò, inviando cenere vulcanica a 40 km nell’atmosfera. Questa eruzione fu la più potente degli ultimi 500 anni. Le conseguenze includono una grave diminuzione della temperatura globale e la devastazione delle colture in tutto il mondo.
Nel 1600, in Perù, l’eruzione del Huaynaputina fu la più grande nella storia registrata del Sud America. Le colate di fango raggiunsero l’Oceano Pacifico a 120 km di distanza e sembra che abbiano influenzato il clima globale. Gli anni successivi furono tra i più freddi degli ultimi 500 anni1.
Le eruzioni vulcaniche possono avere impatti devastanti sulla vita umana, sull’ambiente e sull’economia, e hanno modellato la vita sulla Terra in ogni tempo.

Resta comunque l’effetto inequivocabile delle formazioni geologiche sulle forme viventi, tanto che nell’antichità si riteneva che vi risiederlo dei o spiriti.

Ecco il punto. Forse le rocce non hanno una sensibilità come la nostra, ma interagiscono con tutte le forme di vita plasmandole in un certo modo. Insomma, hanno uno spirito, che un tempo si riteneva essere un ente definito.

Ma ancora oggi è così. Certi santuari, certi monasteri, certi luoghi di pellegrinaggio, si trovano in luoghi magici. Gli antichi contemplativi sapevano bene che i luoghi hanno uno spirito e una particolare influenza.

Nell’estremo Oriente, in Giappone, in Cina, in Corea, si usava e si usa raccogliere pietre che si distinguono per la forma (di un pezzo di natura o di esseri viventi). Le si montava su un piedistallo e le si contemplava, come parti e simboli di un tutto. Si riconosceva che avevano un loro spirito. Attraverso le forme contorte o bizzarre, rimandavano alla natura più ampia,

Queste pietre (suiseki) dovevano avere una loro consistenza e una loro forza, e dovevano essere capaci di attirare l’attenzione. In effetti, la ricerca di queste pietre, che chiunque può fare, è un esercizio di concentrazione, attenzione e contemplazione. Le pietre rinviano a una visione generale del mondo.

Di per sé sono poca cosa, ma esistono, vivono, influiscono sull’ambiente e sulla sensibilità, comunicano e si trasformano, come ogni altra realtà. Una roccia può essere parte di una montagna, di una catena montuosa, di un continente, della Terra, dell’Universo. Tutto è nato da lì, tutto è collegato, tutto ha uno spirito perché è spirito rappreso. Si dice che la materia sia energia condensata, qualcosa di molto mobile che si è rappreso in forme precise.

In fondo, questa è la prima forma di vita e sarà la penultima, prima della ri-fusione nel mare dell’energia senza forma.

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