Non possiamo dire che sappiamo chi siamo senza sapere da dove
e come veniamo al mondo. E quindi dobbiamo esaminare non solo le prime forme di
vita organica, ma anche le prime formazioni geologiche, quando la Terra si
stava formando ma era il regno dei gas, dei vulcani, del fuoco, della lava e
dei minerali. Perché è certo che, se escludiamo l’intervento di qualche
mirabolante Creatore, la vita nasce prima di tutto dalle rocce e dai minerali,
forme geologiche che noi riteniamo inanimate, ma che sono invece molto animate,
solo su tempi molto più lunghi.
Certo, le formazioni geologiche non sembrano avere dei sensi
e una consapevolezza. Ma non possiamo dire che siano inanimate e immobili. Al
contrario, sono in trasformazione anche loro. E, in un certo senso, “comunicano”.
Tutti sappiamo che i corpi animali emettono sostanze
naturali, con cui comunicano prima ancora di parlare. Per esempio, emettono
molecole anche all’esterno di sé. Questo processo è noto come emissione di
feromoni o segnalazione chimica. Ecco alcuni esempi:
Feromoni: Gli
animali producono e rilasciano feromoni per comunicare con altri individui
della stessa specie. Ad esempio, le formiche utilizzano feromoni per segnalare
percorsi verso il cibo o per marcare il territorio. Anche gli esseri umani
emettono feromoni, ma il loro ruolo nella comunicazione sociale è ancora
oggetto di studio.
Odori corporei: La
pelle e le ghiandole sudoripare degli animali producono composti chimici che
creano gli odori corporei. Questi odori possono variare a seconda
dell’individuo, dell’alimentazione e dello stato di salute. Ad esempio, gli
esseri umani emettono odori attraverso il sudore e le ghiandole sebacee.
Respirazione:
L’atto della respirazione coinvolge l’assorbimento di ossigeno e l’emissione di
anidride carbonica (CO2). Gli animali rilasciano CO2 nell’aria durante la
respirazione, e questo è un esempio di molecole emesse dai corpi.
Metabolismo:
Durante il metabolismo, gli organismi sintetizzano e degradano molecole. Questi
processi producono sottoprodotti che possono essere emessi all’esterno del
corpo. Ad esempio, l’ammoniaca è un prodotto di scarto del metabolismo delle
proteine negli animali e viene escreta attraverso l’urina.
In sintesi, gli
animali emettono molecole attraverso vari processi biologici, che possono
influenzare la comunicazione, l’odore e l’ambiente circostante.
Ma questo succede anche per le piante, che emettono molecole
nell’ambiente circostante. Vediamo alcuni dettagli:
Fotosintesi:
Durante la fotosintesi, le piante utilizzano l’energia solare per convertire il
biossido di carbonio (CO2) dall’aria e l’acqua dal suolo in zuccheri e
ossigeno. La maggior parte delle piante rilascia ossigeno solo durante il
giorno, quando la luce solare alimenta la fotosintesi. Tuttavia, alcune piante
(principalmente cactus, bromeliacee e alcune piante grasse) utilizzano una via
fotosintetica alternativa chiamata metabolismo acido delle crassulacee (CAM).
Questo permette loro di mantenere gli stomi delle foglie chiusi durante il
giorno per ridurre la perdita d’acqua. Queste piante rilasciano un po’ di
ossigeno anche di notte, quando gli stomi si aprono e l’ossigeno può
fuoriuscire.
Diossido di
carbonio: Il CO2 non viene rilasciato durante la fotosintesi, ma piccole
quantità di questo gas vengono emesse sia di giorno che di notte come
sottoprodotto della respirazione cellulare. Tuttavia, la maggior parte delle
piante assorbe CO2 durante il giorno per la fotosintesi e lo fa in quantità
maggiore rispetto a quanto rilasciano per la respirazione cellulare.
Molecole volatili:
Oltre a ossigeno e CO2, le piante sintetizzano e rilasciano molecole volatili.
Queste sostanze aromatiche possono avere vari scopi, come attirare insetti
impollinatori o difendersi da erbivori. Ad esempio, il profumo dei fiori è
dovuto a queste molecole volatili2.
In breve, le piante
emettono ossigeno, CO2 e altre molecole nell’ambiente, contribuendo al ciclo
vitale e all’equilibrio dell’atmosfera. Non c’è solo la forma di comunicazione
attraverso le parole. Esiste un “linguaggio” più profondo.
Le formazioni geologiche, come montagne, valli, fiumi, caverne,
sorgenti, laghi, rocce, mari, ecc.,, possono emettere molecole e sostanze
nell’ambiente. Vediamo alcuni esempi:
Vulcani e gas: Le
eruzioni vulcaniche rilasciano gas come anidride solforosa (SO2), vapore acqueo
(H2O) e anidride carbonica (CO2). Questi gas possono influenzare l’atmosfera e
l’ambiente circostante.
Minerali e rocce:
Alcune rocce e minerali possono rilasciare sostanze chimiche. Ad esempio, le
rocce calcaree possono dissolversi nel terreno e rilasciare ioni di calcio e
bicarbonato. Questi ioni possono influenzare la chimica del suolo e delle acque
sotterranee.
Sorgenti termali:
Le sorgenti termali sono alimentate da acque sotterranee che si riscaldano
attraverso rocce vulcaniche o geotermiche. Queste acque possono contenere
minerali disciolti e gas, come il metano. Le sorgenti termali sono spesso
ricche di sostanze benefiche per la salute, come il solfato di magnesio.
Fiumi e sedimenti:
I fiumi trasportano sedimenti e sostanze chimiche dalle montagne alle pianure.
Questi sedimenti possono includere minerali, argilla e nutrienti che
influenzano la chimica del suolo e dei corsi d’acqua.
Mari e oceani: Gli
oceani contengono una vasta gamma di sostanze disciolte, come sali, ioni e
nutrienti. Le alghe marine producono anche composti organici, come il
dimetilsolfuro (DMS), che influenzano il clima e la chimica atmosferica1.
In sintesi, le
formazioni geologiche possono emettere molecole e sostanze che hanno un impatto
sull’ambiente e sulla vita sulla Terra. E questo facevano anche prima che
sorgessero le prime forme di vita organica.
Le emanazioni da formazioni geologiche hanno contribuito e contribuiscono
a creare atmosfere particolari in determinati luoghi. Ecco come funziona:
Composizione
chimica: Le rocce, i minerali e le attività vulcaniche possono rilasciare gas e
sostanze chimiche nell’atmosfera. Ad esempio, i vulcani emettono anidride
solforosa (SO2) e altri gas che possono influenzare la qualità dell’aria e la
composizione atmosferica.
Effetti climatici:
Alcune formazioni geologiche, come le catene montuose, influenzano i modelli di
vento e le precipitazioni. Le montagne possono bloccare o deviare i venti,
creando microclimi diversi sulle diverse facce delle montagne.
Ecosistemi
specifici: Le caratteristiche geologiche influenzano gli ecosistemi locali. Ad
esempio, le zone costiere hanno un’atmosfera diversa rispetto alle regioni
interne, grazie alla vicinanza al mare e ai processi di evaporazione.
Radiazione solare:
La riflessione e l’assorbimento della luce solare da parte delle formazioni
geologiche possono influenzare la temperatura e la radiazione nell’area
circostante.
In sintesi, le
emanazioni geologiche e le caratteristiche del terreno contribuiscono a creare
atmosfere uniche in vari luoghi sulla Terra. E quindi creano effetti ben
precisi.
Non a caso, quando cerchiamo un luogo di riposo, di vacanza,
di recupero delle energie o di ispirazione, scegliamo posti determinati, cui
tutti attribuiscono effetti benefici.
Le formazioni geologiche non comunicano o interagiscono nel
senso tradizionale in cui gli esseri viventi lo fanno. Tuttavia, hanno una
comunicazione indiretta attraverso i processi geologici e le caratteristiche
che creano. Vediamo alcuni punti:
Composizione
chimica: Le formazioni geologiche, come le rocce e i minerali, possono
influenzare l’ambiente circostante attraverso la loro composizione chimica. Ad
esempio, i vulcani emettono gas come anidride solforosa (SO2), che può avere
effetti sull’aria e sulla salute umana.
Effetti climatici:
Le formazioni geologiche, come le catene montuose, influenzano i modelli di
vento, le precipitazioni e la temperatura. Questi fattori possono a loro volta
influenzare gli ecosistemi locali e la vita sulla Terra.
Ecosistemi
specifici: Le caratteristiche geologiche creano habitat unici per piante,
animali e microorganismi. Ad esempio, le grotte e le formazioni calcaree
offrono rifugio a specie adattate a queste condizioni.
In breve, sebbene
le formazioni geologiche non abbiano una comunicazione “consapevole” (ma è da
vedere che cosa significhi “consapevole”, senza contare che anche noi
comunichiamo inconsapevolmente), il loro impatto sull’ambiente e sulla vita è
evidente attraverso i processi geologici e le caratteristiche che creano.
Queste conseguenze possono essere così notevoli da
trasformare ogni altra vita sulla Terra. Per esempio, l’eruzione del Monte
Tambora in Indonesia nel 1815è stata la più mortale nella storia recente,
causando la morte di fino a 120.000 persone. Nel 1815, il Tambora eruttò,
inviando cenere vulcanica a 40 km nell’atmosfera. Questa eruzione fu la più
potente degli ultimi 500 anni. Le conseguenze includono una grave diminuzione
della temperatura globale e la devastazione delle colture in tutto il mondo.
Nel 1600, in Perù, l’eruzione
del Huaynaputina fu la più grande nella storia registrata del Sud America. Le
colate di fango raggiunsero l’Oceano Pacifico a 120 km di distanza e sembra che
abbiano influenzato il clima globale. Gli anni successivi furono tra i più
freddi degli ultimi 500 anni1.
Le eruzioni
vulcaniche possono avere impatti devastanti sulla vita umana, sull’ambiente e
sull’economia, e hanno modellato la vita sulla Terra in ogni tempo.
Resta comunque l’effetto inequivocabile delle formazioni
geologiche sulle forme viventi, tanto che nell’antichità si riteneva che vi risiederlo
dei o spiriti.
Ecco il punto. Forse le rocce non hanno una sensibilità come
la nostra, ma interagiscono con tutte le forme di vita plasmandole in un certo
modo. Insomma, hanno uno spirito, che un tempo si riteneva essere un
ente definito.
Ma ancora oggi è così. Certi santuari, certi monasteri, certi
luoghi di pellegrinaggio, si trovano in luoghi magici. Gli antichi contemplativi
sapevano bene che i luoghi hanno uno spirito e una particolare influenza.
Nell’estremo Oriente, in Giappone, in Cina, in Corea, si
usava e si usa raccogliere pietre che si distinguono per la forma (di un pezzo
di natura o di esseri viventi). Le si montava su un piedistallo e le si
contemplava, come parti e simboli di un tutto. Si riconosceva che avevano un
loro spirito. Attraverso le forme contorte o bizzarre, rimandavano alla natura
più ampia,
Queste pietre (suiseki) dovevano avere una loro consistenza e
una loro forza, e dovevano essere capaci di attirare l’attenzione. In effetti,
la ricerca di queste pietre, che chiunque può fare, è un esercizio di
concentrazione, attenzione e contemplazione. Le pietre rinviano a una visione
generale del mondo.
Di per sé sono poca cosa, ma esistono, vivono, influiscono
sull’ambiente e sulla sensibilità, comunicano e si trasformano, come ogni altra
realtà. Una roccia può essere parte di una montagna, di una catena montuosa, di
un continente, della Terra, dell’Universo. Tutto è nato da lì, tutto è
collegato, tutto ha uno spirito perché è spirito rappreso. Si dice che
la materia sia energia condensata, qualcosa di molto mobile che si è rappreso
in forme precise.
In fondo, questa è la prima forma di vita e sarà la
penultima, prima della ri-fusione nel mare dell’energia senza forma.
Nessun commento:
Posta un commento