La dotta ignoranza
Dato che non sappiamo che
cosa sia l’energia, e neppure la coscienza, evidentemente siamo ciò che non
conosciamo. Dal resto, se conoscessimo fin dall’inizio tutto, non
cercheremmo. Quindi, questa condizione di non sapere, di ignoranza consapevole,
è qualcosa di costitutivo dell’essere umano. Non mi risulta che ci sia qualche
altro animale che senta il bisogno di cercare chi è o come è fatto, lui e il
mondo. Siamo gli unici che cerchiamo, perché siamo gli unici che sanno di non
sapere, che sentono dentro di sé un vuoto da riempire.
Non so chi sono, ma so che
non lo so. Questo “ma” può essere anche un “perché”: non so chi sono perché
so di essere ignorante. C’è dunque, fin dall’inizio, un sapere di non
sapere che mi dà la spinta a sapere.
E non è così neanche per
tutti gli uomini. Perché in realtà molti non si interrogano o si affidano a “verità”
convenzionali e stereotipate. “Sei stato creato da un Dio!” Questo non mi spiega
nulla, perché non mi dice né chi è Dio né chi sono io. È un semplice rimando. E
Dio da dove spunta fuori?
Ma quel che voglio dire è
che questo stato di non conoscenza, o di “dotta ignoranza” come dicevano gli
antichi, non è una semplice mancanza che si possa colmare, ma il vuoto
costitutivo dell’essere. L’essere, infatti, nasce proprio dal non-essere,
dal nulla; non da un precedente essere.
Questo perché, nella
dialettica circolare delle cose, l’essere e il nulla, la conoscenza e l’ignoranza,
si sostengono e si giustificano a vicenda. Sono le due polarità che vediamo in
azione dappertutto. Quando si ha un avanzamento dell’una, anche l’altra, dopo
un po’, deve a sua volta avanzare per ristabilire l’equilibrio. È un po’ come l’equilibrio
del terrore nelle armi nucleari. Se il mio nemico costruisce nuove armi, anch’io
devo farlo.
Ora, tante cose le
sappiamo, in molte discipline; ma le domande, anziché ridursi, si moltiplicano.
Se le leggi della fisica mi
dicono che l’energia può convertirsi in massa e viceversa, io adesso vorrei sapere
che cos’è questa energia. Da dove esce fuori?
Esce fuori proprio dal suo
contrario. Ma qual è il suo contrario?
Il contrario dell'energia
in fisica è l'assenza di energia, che può essere descritta come lo stato di
non-gia o inattività. Non esiste un termine specifico per indicare il contrario
di energia in fisica, poiché l'assenza di energia può essere rappresentata in
diversi modi a seconda del contesto. Ecco il punto.
Se esiste uno stato di
non-già o non-energia, noi in realtà non possiamo né definirlo né conoscerlo.
Ed è logico che sia così. Perché solo uno stato di “non già” o “non ancora” può
preludere al divenire di qualcosa. Se una cosa deve avvenire alle sette, prima
delle sette non è ancora accaduta. Ma, in un certo senso, è già contenuta nel “non
ancora” e, man mano che ci si avvicina alle sette, è sempre più vicina ad
avvenire, sempre più probabile. Quindi, in teoria, potremmo conoscerla in
anticipo.
Se, per esempio, sono incerto
se un certo avvenimento ci sarà, la mia incertezza diminuirà se vedrò dei
preparativi o delle persone che vi devono partecipare: ma, se non vedo niente,
la mia incertezza aumenterà, fino a trasformarsi nella certezza opposta – che non
accadrà. Così è per l’energia, che deve “uscir fuori” dal suo contrario, che
non so quale sia ma so che c’è.
Altrimenti, non accadrebbe
nulla. E nulla verrebbe all’essere. Ma, siccome so che le cose accadono, sono
sicuro che esiste un “non ancora accaduto” che potrebbe essere previsto, che ha
in sé la potenzialità dell’accadere.
In effetti, c’è una forma
di energia che si definisce potenziale essendo posseduta da un oggetto a
causa della sua posizione o configurazione. È legata alla interazione tra
più corpi o sistemi e può essere convertita in lavoro. L'energia potenziale può
assumere diverse forme, come l'energia potenziale gravitazionale (legata
all'altezza), l'energia potenziale elastica (legata alla deformazione di un
materiale elastico), l'energia potenziale elettrica (legata alle cariche
elettriche) e così via. In generale, l'energia potenziale rappresenta l'energia
"nascosta" in un sistema che può essere rilasciata o trasformata in
altre forme di energia.
Più che “nascosta” è il “non
ancora energia”. L'energia, come concetto scientifico, è generalmente associata
a una quantità di lavoro potenziale da svolgere o a una capacità di produrre
un'azione. Tuttavia, si potrebbe fare riferimento a un concetto simile a
"energia non ancora attivata" o "energia non ancora
realizzata", che potrebbe indicare un'energia potenziale presente in un
sistema ma che non è stata ancora liberata o trasformata in altre forme di
energia, un’energia che aspetta di essere attivata o sfruttata.
Un'azione è considerata
potenziale quando è possibile, teoricamente, ma non ancora attualmente in
corso. Nella fisica, l'energia potenziale è associata a uno stato di un sistema
in cui il lavoro può essere svolto potenzialmente senza che questo lavoro sia
effettivamente realizzato fino a quando le condizioni non cambiano. Ad esempio,
nel caso dell'energia potenziale gravitazionale di un oggetto posizionato ad
una certa altezza, l'azione di far cadere l'oggetto è potenziale finché non
viene effettivamente lasciato cadere. In generale, un'azione è considerata
potenziale quando può essere realizzata in un certo contesto ma non è ancora
stata attuata.
Comunque esiste, in forma
potenziale (più o meno probabile), come il “non” dell’energia. E non come
assenza completa e totale. È la polarità opposta dell’energia, che è pur
sempre legata all’energia - esiste per l’energia. Se non esistesse, non
ci sarebbe nessuna energia.
Qui ci avviciniamo il più
possibile al passaggio dalla potenza all’atto. Tanto vicini che è come
prevedere la caduta di un masso che è in bilico: prima o poi cadrà, la caduta
accadrà. La potenza, la potenzialità, è al massimo.
Perché mi interesso tanto a
questo problema? Perché per tutti gli avvenimenti è così: c’è un momento in cui
sono possibili o probabili più che in altri momenti. E dunque sono prevedibili,
se si sta attenti. E questo vale per quegli avvenimenti particolare che sono
gli “eventi mentali”.
Avevano ragione gli antichi
taoisti.
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