La coscienza è la
relazione fra le cose, il fatto che l’una sia presente all’altra. Se
non ci fosse questa interazione, le cose non esisterebbero.
Noi ci crediamo individui
che hanno una interazione con altri individui e con le cose. Ma questo non
sarebbe possibile se non fossimo noi stessi il frutto di una relazione. Qui
troviamo il doppio legame di tutte le diadi. Legame con sé per avere un
legame con l’altro e legame con l’altro per avere un legame con sé.
È nell’altro che trovo me
stesso. La relazione viene prima dell’identità, o, meglio, l’identità si forma
con la relazione. Infatti, il patrimonio genetico di un individuo è formato dai
suoi geni, che sono segmenti di DNA che contengono le istruzioni per la
produzione di proteine specifiche. Gli esseri umani ereditano i geni dai loro
genitori attraverso i gameti, ovvero gli ovuli e gli spermatozoi, che si
combinano durante la fecondazione per formare un nuovo individuo con una combinazione
unica di geni provenienti da entrambi i genitori. Il patrimonio genetico
determina molte delle caratteristiche di un individuo, come il colore degli
occhi, la struttura fisica e predisposizioni a determinate malattie.
I gameti sono le cellule
riproduttive specializzate necessarie per la riproduzione sessuale negli
organismi viventi. Nei mammiferi, tra cui gli esseri umani, i gameti femminili
sono gli ovuli, prodotti negli ovari, mentre i gameti maschili sono gli
spermatozoi, prodotti nei testicoli. I gameti contengono soltanto la metà del
numero di cromosomi delle altre cellule del corpo, perché durante la
fertilizzazione, quando avviene la fusione di un ovulo e di uno spermatozoo, si
ha il ripristino del numero normale di cromosomi per la nuova cellula, che
rappresenta l'inizio della vita di un nuovo individuo.
Questo significa che siamo due
in uno, cosa che costituisce la coscienza. La coscienza è dunque da una
parte una scissione e dall’altra parte un’unione. È una tipica diade: due cose
che si uniscono per differenziarsi, o che si differenziano rimanendo unite. Due
poli complementari, di cui l’uno non può fare a meno dell’altro. Un processo,
non un ente stabile e definito.
C’è una inevitabile corrispondenza
fra la struttura del DNA e la struttura duale
dell’individuo. Il DNA, acronimo di acido desossiribonucleico, è una molecola a
doppia elica che contiene le istruzioni genetiche per lo sviluppo, la
crescita, la funzione e la riproduzione degli organismi viventi. La struttura
del DNA è composta da due catene di nucleotidi avvolte attorno a se stesse
formando una doppia elica.
Ogni nucleotide è composto
da tre componenti principali:
1. Un gruppo fosfato
2. Un gruppo zucchero,
chiamato desossiribosio
3. Una delle quattro basi
azotate: adenina (A), timina (T), citosina (C) e guanina (G)
Le basi azotate si appaiano
sempre in modo specifico: adenina si appaia con timina e citosina si appaia con
guanina. Questa complementarità delle basi azotate è fondamentale per la
replicazione del DNA e per la trasmissione dell'informazione genetica.
Già gli antichi taoisti
avevano ravvisato questa struttura nel simbolo dello Yang/Yin, in cui si vedono
due linee sinusoidali che separano/uniscono le due polarità.
Il doppio legame è una
struttura molecolare che verifica quando due atomi condividono due coppie di
elettroni tra loro. Nel contesto del DNA e degli acidi nucleici, il doppio
legame si riferisce alla connessione chimica tra due basi azotate complementari
all'interno della doppia elica del DNA.
Nel DNA, il doppio legame
di idrogeno tra le basi azotate adenina e timina, nonché tra citosina e
guanina, contribuisce alla stabilità della struttura a doppia elica, mentre il
doppio legame del nucleotide backbone conferisce alla molecola una struttura
rigida. Queste connessioni sono essenziali per la struttura e la funzione del
DNA, poiché mantengono insieme le due catene della doppia elica in una precisa
configurazione tridimensionale.
Ma il “doppio legame” è ciò
che caratterizza la coscienza, in cui troviamo che siamo consapevoli dell’altro
in quanto siamo consapevoli di noi stessi e siamo consapevoli di noi stessi in
quanto siamo consapevoli dell’altro. Una specie di struttura circolare.
In altri termini la
coscienza è legata all’autocoscienza, dunque è anche la relazione fra le
cose.
Le cose possono essere in
rapporto e presenti l’una all’altra perché c’è la coscienza.
La coscienza è la
relazione-presenza delle cose sono la stessa cosa. Ma, in pratica, che cosa
significa?
Per esempio, che, se la
coscienza stabilisce un’interazione essendo l’interazione, cambiando
coscienza dovrebbe cambiare l’interazione. E viceversa.
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