Fin da quando è esistita una società umana, fin dalle prime tribù, c’è stato chi è stato o ha voluto dichiararsi più importante degli altri, un capo. Un tempo era per la forza fisica o per l’intelligenza o per la saggezza. Poi si è introdotto un criterio di pura prepotenza o di privilegio. E così è nata anche una casta di individui superiori agli altri.
Quello che è successo in India con le caste, si è sempre
affermato dappertutto, in una forma o nell’altra, con i re, i nobili, ecc. Ma,
in certe società, è stato il dominatore
con la sua cerchia di amici, parenti, mogli e favoriti che ha stabilito le
gerarchie. Lo vediamo anche in tempi moderni dove chi emerge e impone la
propria supremazia è il più violento, il più furbo o il più ricco, senza alcun
altro merito. Nelle democrazie si è cercato di regolamentare con le leggi, le
costituzioni e le elezioni l’accesso al potere. Ma questo modello è entrato in
crisi di fronte alla necessità di avere leader stabili. E così vediamo
dappertutto, anche nel nostro paese, l’affermarsi di capi che si tirano dietro
parenti, amici e sodali. E che desidererebbero perpetuare il loro potere, con
leggi, come quella del premierato, che vogliono l’ “uomo forte” e lo
privilegiano.
In genere, tutti i politici sono dei privilegiati, con stipendi
e bonus vari che non ne fanno più dei comuni cittadini.
Le leggi del potere e del privilegio sono sempre le stesse. E,
se dalle elezioni democratiche esce un prepotente, ecco che vuole attribuirsi
ancora più potere. Come nel nostro caso.
Non ci si accontenta più dei poteri attribuiti per costituzione
al politico, ma si vuole un superpotere che mette al riparo da ogni incertezza,
controllo o debolezza.
E i cittadini?
Purtroppo, oltre a quelli che sostengono il capo, ci sono quelli
che hanno l’istinto di sottomettersi. Questioni di carattere. Ci vorrebbe in
tutti più coraggio, dignità, partecipazione e volontà di essere se stessi.
E, in Italia, a sottomettersi ai capi politici e religiosi ci
sono troppe persone. Sono persone senza personalità, senza orgoglio, disposte a
qualunque bassezza pur di avere un po’ di potere che, per vie naturali, non
avrebbero.
Che differenza c’è tra un pre-potente e un potente? Che il potente democratico ha un senso del limite
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