giovedì 18 luglio 2024

Il processo creativo

 

Con le scoperte delle meccanica quantistica, ci eravamo illusi che il soggetto osservatore o misuratore potesse influenzare l’oggetto osservato. Ma questo succede solo con le micro particelle, non con la realtà di tutti i giorni. Ma è proprio così?

L’energia potenziale di un corpo è legata alla sua posizione in un campo di forze, come il campo gravitazionale. Quando un corpo viene spostato, l’energia potenziale può essere convertita in energia cinetica.
Ad esempio, se sollevi una palla da terra, essa acquisisce energia potenziale gravitazionale. Quando la lasci cadere, questa energia potenziale si trasforma gradualmente in energia cinetica man mano che la palla accelera verso il suolo.
In generale, l’energia potenziale e l’energia cinetica sono due forme di energia che possono trasformarsi l’una nell’altra, mantenendo costante la somma totale dell’energia in un sistema conservativo.

Ma per determinare se un oggetto grossolano (per esempio, un sasso) ha energia potenziale gravitazionale, non è necessario guardarlo direttamente. È sufficiente conoscere la sua posizione relativa rispetto a un punto di riferimento, come il suolo.
Ad esempio, se sai che il sasso è su una collina o su una mensola, puoi dedurre che ha energia potenziale gravitazionale a causa della sua altezza. La tua osservazione può aiutarti a capire la posizione del sasso, ma l’energia potenziale dipende solo dalla sua altezza e dalla forza di gravità. Non dalle osservazioni di qualcuno. Almeno. così sembra. Perché, per avere la prova definitiva, devi comunque misurare qualcosa.

Nella fisica quantistica, invece, l’interazione-misurazione è fondamentale. Gli atti di interazione tra particelle, come fotoni ed elettroni, sono alla base di molti fenomeni quantistici. Ad esempio, l’osservazione di una particella può influenzare il suo stato - un concetto noto come "collasso della funzione d’onda”.
Un esempio famoso è l’esperimento della doppia fenditura, dove la semplice osservazione delle particelle che passano attraverso le fenditure cambia il risultato dell’esperimento. Questo dimostra che l’interazione, anche solo attraverso l’osservazione, può avere un impatto significativo nel mondo quantistico.

Tuttavia, è anche vero che l’interazione non ha bisogno di un soggetto cosciente. Avviene comunque per vie d’interazione naturale.

La differenza principale tra la fisica classica e la fisica quantistica risiede nel modo in cui descrivono il comportamento delle particelle e delle onde.
Nella fisica classica, i corpi e le particelle hanno posizioni e velocità ben definite. Le leggi della fisica classica, come quelle di Newton, descrivono il movimento e l’interazione dei corpi in modo deterministico. Questo significa che, conoscendo le condizioni iniziali di un sistema (come posizione e velocità), è possibile prevedere esattamente il comportamento futuro del sistema senza che l’atto di osservazione lo influenzi.
Nella fisica quantistica, invece, le particelle non hanno posizioni e velocità definite fino a quando non vengono misurate. Prima della misurazione, le particelle sono descritte da una funzione d’onda che rappresenta una sovrapposizione di tutti i possibili stati. L’atto di misurazione “collassa” la funzione d’onda in uno stato definito. Questo processo è intrinsecamente probabilistico e l’osservazione stessa può influenzare il risultato.
In sintesi, nella fisica classica, l’osservazione non altera lo stato del sistema, mentre, nella fisica quantistica, l’osservazione può effettivamente cambiare lo stato del sistema.

Nella fisica quantistica, l’atto di osservazione può influenzare lo stato di una particella. Questo fenomeno è noto come “collasso della funzione d’onda” e si verifica quando una particella passa da uno stato di sovrapposizione di più possibili stati a uno stato definito a seguito di una misurazione o osservazione.
Alcuni teorici, come Roger Penrose, hanno proposto che la coscienza umana potrebbe essere collegata a fenomeni quantistici, suggerendo che l’atto di osservazione cosciente potrebbe influenzare la realtà a livello quantistico. Tuttavia, queste idee sono ancora speculative e non ampiamente accettate nella comunità scientifica.
Nella fisica classica, invece, l’osservazione non altera lo stato del sistema. La realtà è considerata oggettiva e indipendente dall’osservatore. La distinzione tra soggetto (osservatore) e oggetto (osservato) non comporta un collasso della realtà come avviene nella meccanica quantistica.
In sintesi, mentre nella fisica quantistica l’osservazione può influenzare lo stato delle particelle, nella fisica classica e nella nostra esperienza quotidiana, la realtà è generalmente considerata indipendente dall’osservazione.

Al di fuori della fisica quantistica, l’osservazione non determina la realtà nello stesso modo. Nella fisica classica e nella nostra esperienza quotidiana, la realtà è considerata oggettiva e indipendente dall’osservatore. Ecco alcuni esempi:

Le leggi della fisica classica, come quelle di Newton, descrivono il comportamento degli oggetti in modo deterministico. Ad esempio, se lanci una palla, la sua traiettoria è determinata dalle forze che agiscono su di essa, indipendentemente dal fatto che tu la stia osservando o meno.
Nella vita di tutti i giorni, gli oggetti esistono e si comportano in modo prevedibile senza che la nostra osservazione li influenzi. Ad esempio, una sedia rimane al suo posto che tu la stia guardando o meno.
Però, anche se l’osservazione non determina la realtà fisica, può influenzare il comportamento umano. Ad esempio, l’effetto Hawthorne descrive come le persone possano cambiare il loro comportamento quando sanno di essere osservate.
In sintesi, mentre nella fisica quantistica l’osservazione può influenzare direttamente lo stato delle particelle, nella fisica classica e nella nostra esperienza quotidiana, la realtà è generalmente considerata indipendente dall’osservazione.

Va comunque precisato che il collasso della funzione d’onda non ha bisogno che il soggetto interagente sia umano.

In realtà, il collasso della funzione d'onda avviene quando un sistema quantistico interagisce con un sistema esterno, che può essere anche non umano. Il concetto di osservatore non implica necessariamente la presenza di un essere umano, ma piuttosto qualsiasi strumento o dispositivo in grado di interagire con il sistema quantistico e causare il collasso della funzione d'onda. Questa è una caratteristica interessante della meccanica quantistica che può portare a interpretazioni diverse e approfondite della natura della realtà.

Quali sono queste interpretazioni?

Esistono diverse interpretazioni della natura della realtà in fisica quantistica, ognuna delle quali propone una visione diversa e spesso controversa dell'universo quantistico. Alcune delle principali interpretazioni includono:

1. Interpretazione di Copenaghen: formulata da Niels Bohr e Werner Heisenberg, sost che il collasso della funzione d'onda avviene solo quando viene effettuata un'osservazione. La realtà è quindi determinata dall'atto stesso dell'osservazione.

2. Interpretazione di Many-Worlds: proposta da Hugh Everett III, suggerisce che ogni volta che si verifica una misura quantistica, l'universo si suddivide in molteplici rami, ognuno dei quali descrive una possibile situazione. In questo modo, tutte le possibilità coesistono in universi paralleli.

3. Interpretazione della Realtà Oggettiva: sviluppata da David Bohm, suggerisce che la realtà quantistica sia determinata da una realtà più profonda e nascosta, che non possiamo osservare direttamente ma che influenza il comportamento dei sistemi a livello subquantistico.

4. Interpretazione dell'Informazione Quantistica: propone che l'informazione sia fondamentale nella descrizione della realtà quantistica, e che la realtà stessa possa essere interpretata come un sistema di informazioni e interazioni.

Questo è il punto fondamentale. Dobbiamo supporre che la natura, per crearsi e caricarsi di energia potenziale, è dovuta passare da uno stato in cui tutto era uno, un’unica cosa caotica o singolarità, a uno stato in cui si è divisa prima in due e poi in multipli di due, fino a un numero enorme di suddivisioni-interazioni.

La teoria del Big Bang suggerisce che l'universo sia nato da una singolarità caotica che si è espansa rapidamente, dando origine a tutto ciò che conosciamo. Durante le prime fasi dell'espansione, si ipotizza che si siano verificate divisioni e interazioni di particelle elementari che hanno portato alla formazione di atomi, stelle, galassie e via via strutture sempre più complesse.

Quindi, in un certo senso, si potrebbe dire che l'evoluzione della natura da una singolarità primordiale a strutture cosmiche complesse ha coinvolto divisioni e interazioni di multipli di due, se si considera che le interazioni fondamentali in fisica coinvolgono spesso due o più entità.

Tuttavia, è importante sottolineare che stiamo parlando di descrizioni scientifiche e modelli teorici che cercano di spiegare l'evoluzione dell'universo e della natura. La nostra comprensione di questi processi è in continua evoluzione e soggetta a revisioni e aggiornamenti in base alle nuove scoperte e teorie che emergono dalla ricerca scientifica.

 

 

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