Si può sostenere che ogni cosa è in qualche modo una relazione o un'interazione. Questa constatazione si trova in molte discipline, dalla filosofia alla fisica, alla sociologia.
Nella filosofia, ad
esempio, alcune correnti pensano che la realtà sia costituita da relazioni
piuttosto che da entità isolate. In fisica, la teoria delle interazioni
fondamentali descrive le forze che governano il comportamento della materia
attraverso le interazioni tra particelle. Peccato che non ci dica nulla delle
cose che ci interessano di più: le nostre relazioni con gli altri e con noi
stessi. Questo è un lascito della divisione fra materia e psiche, che vengono
studiate da specialisti diversi e non comunicanti. Ma un giorno dovremo pur
unificare il tutto! Così continuiamo a studiare le cose materiali senza capire
il loro rapporto con le cose psichiche.
Anche nella vita
quotidiana, tutte le esperienze umane sono in parte definite dalle relazioni
che intratteniamo con gli altri, con l'ambiente circostante e con noi stessi.
Le interazioni sociali, le connessioni emotive e persino le dinamiche di lavoro
sono esempi di come le relazioni siano centrali nel nostro vivere.
In sintesi, possiamo dire
che tutto si basa su relazioni e interazioni, creando un tessuto complesso e
interconnesso di esperienze e realtà. Solo la scienza non se ne è accorta.
Non si può studiare la
materia senza sapere nulla di chi la studia, o pensare che la materia non sia
influenzata dalla psiche. Se ne sono accorti in fisica quantistica quando hanno
scoperto che la misurazione determina il risultato. Bella scoperta! Io glielo
avrei svelato senza tanti studi sulle particelle, sul’energia e sulla forza di
gravità.
Prendiamo, per esempio, la
forza di gravità, che può essere vista come una forma di interazione tra corpi
celesti. In fisica, la gravità è descritta come un'interazione fondamentale che
agisce tra le masse. Secondo la legge della gravitazione universale formulata
da Isaac Newton, ogni corpo materiale attrae ogni altro corpo con una forza che
è proporzionale al prodotto delle masse dei due corpi e inversamente
proporzionale al quadrato della distanza tra di essi.
In termini più moderni,
secondo la teoria della relatività generale di Albert Einstein, la gravità non
è solo una forza, ma il risultato della curvatura dello spazio-tempo causata
dalla presenza di massa. In altre parole, i corpi massivi influenzano la
geometria dello spazio-tempo circostante, e questa curvatura determina il
movimento di altri corpi celesti. Pertanto, l'interazione gravitazionale è
fondamentale per comprendere come funzionano i sistemi planetari, le galassie e
l'universo nel suo complesso.
Quindi, sì, la forza di
gravità può essere vista come un'interazione tra corpi celesti che determina il
loro comportamento e le loro traiettorie nello spazio. Ma qual è il soggetto
che la misura, la comprende e la interpreta? Né Newton né Einstein ci dicono
nulla, come se il soggetto non avesse importanza.
Imperdonabile
trascuratezza, perché il soggetto che pensa influisce sempre su ciò che pensa.
Se ci fossero i soggetti di un’altra galassia o di chissà che mondo, la forza
di gravità sarebbe interpretata diversamente.
Il soggetto conta, eccome!
Il soggetto umano di questo pianeta potrebbe pensare diversamente dal soggetto non-umano
di un altro pianeta. In tal senso, sarebbero interessanti un incontro e un
confronto!
Un soggetto di un altro
pianeta potrebbe interpretare la forza di gravità in modo diverso, sia a
livello concettuale che esperienziale. Le percezioni e le interpretazioni della
gravità possono variare in base a diversi fattori, tra cui l'ambiente fisico e
le differenze biologiche o cognitive degli esseri intelligenti.
1. **Ambiente fisico**: La
forza di gravità dipende dalla massa del corpo celeste e dalla distanza dal suo
centro. Su un pianeta con una gravità più bassa, come Marte, gli esseri
intelligenti potrebbero provare una sensazione di leggerezza e avere necessità
biologiche diverse, rispetto agli esseri della Terra. Al contrario, su un
pianeta con gravità più alta, gli stessi soggetti potrebbero sperimentare
difficoltà maggiori nei movimenti o nell'evoluzione fisica.
2. **Cultura e
linguaggio**: La concezione della gravità potrebbe essere influenzata dalla
cultura e dal linguaggio di una civiltà aliena. Se, ad esempio, una specie intelligente
avesse sviluppato la sua tecnologia e i suoi modelli scientifici in un contesto
in cui la gravità operava in modo diverso, potrebbe sviluppare teorie e
spiegazioni che differiscono da quelle che gli esseri umani hanno formulato
sulla Terra.
3. **Percezione
sensoriale**: Diversi esseri viventi hanno sensi diversi. Un organismo con
sistemi percettivi differenti potrebbe interpretare le forze e le interazioni
in modo unico. Potrebbe avere una comprensione della gravità che si basa su
esperienze diverse rispetto a quella umana.
4. **Leggi fisiche
universali**: Anche se le leggi fisiche, inclusa la gravitazione, sembrano
essere universali, la loro interpretazione e comprensione dipendono
dall'intelligenza e dalla capacità di osservazione della specie. Un soggetto
alieno potrebbe riconoscere e spiegare la gravità in modi che per noi sarebbero
difficili da comprendere.
In conclusione, i fenomeni
della Terra e dell’Universo potrebbero essere percepiti e interpretai in modi notevolmente
diversi in base ai fattori culturali, biologici e ambientali.
Dobbiamo fare un esercizio
mentale molto difficile: tentare di essere diversi da ciò che siamo,
immaginarci come esseri di un altro mondo.
Le cose invece devono essere collegate, per lo più a
coppie, per dar vita… alla vita! Pensiamo, per esempio, al maschio e alla
femmina, che sono l’uno una struttura speculare all’altra ma che si attraggono
e si uniscono per generare, per dare origine alla funzione riproduttiva. Se
rimanessero isolate, non genererebbero nulla.
L’attrazione-interazione-relazione
fra i due corpi deriva naturalmente da questa specularità inversa, da questo
contrasto simmetrico fra i due poli. Ma esiste anche fra due corpi che entrano
in contatto per la prima volta l’uno con l’altro.
Se la forza di gravità è una forza attrattiva tra
due corpi dotati di massa ed è responsabile dell'attrazione che un corpo
esercita su un altro, causando il fenomeno del peso e mantenendo i corpi in
orbita intorno ad altri corpi più massicci, come la Terra intorno al Sole, alcuni studi ipotizzano una forza di gravità
anche senza massa dei corpi. Il che andrebbe bene per la nostra teoria sulle
interazioni non fisiche.
Questa forza attrattiva esiste a tutti i livelli, al
di là del senso ristretto che gli dà la fisica, perché i corpi (non solo quelli
della fisica) devono essere in relazione per generare qualcosa: lo sappiamo
bene.
Questo schema di rapporto fra due poli funziona in ogni campo.
Prendiamo la coscienza, che nasce (costituisce) dalla
simmetria delle strutture viventi. Ogni cosa, per esistere, deve essere
simmetrica, deve avere questo particolare rapporto anche in sé.
Non è così che nasce il senso di essere? Quando io
sono cosciente di essere, mi devo sdoppiare in due: io sono cosciente di essere
io. Ma questi due io, pur rimanendo la stessa entità, devono differenziarsi, devono
sdoppiarsi, non sono la stessa cosa. Nella simmetria c’è una contrapposizione che
rende i due io differenti: l’io soggetto e l’io oggetto. È come per i gemelli,
che sono sì uguali, ma non fino al punto di essere identici.
Ma la simmetria, in quanto interazione, deve
esistere anche nella semplice osservazione o conoscenza. Se io conosco l’altro
come altro da me, devo nello stesso tempo conoscere me stesso in quella
interazione (e viceversa), indipendentemente dal fatto che i due oggetti siano
diversi. Nel momento in cui la gazzella riconosce il leone, sa di essere una
gazzella in pericolo. È la paura che glielo fa capire in questo caso. Ma anche se
vedesse un corvo, e non provasse nessuna paura, sarebbe cosciente di sé (meno)
mentre guarda il corvo. Basta che i due si vedano. È già un’interazione. E
questa interazione (debole) produce comunque qualcosa.
Con questo voglio dire che l’interazione fra due
corpi, al di là della gravitazione, esiste sempre. E interferisce sempre.
La dualità soggetto/oggetto agisce sempre. Anche nel fisico che studia le leggi materiali. E quindi le sue leggi non sono per niente “solo oggettive”, ma già oggettive/soggettive. È il soggetto che le crede "solo oggettive". Ma abbiamo appena detto che non esiste il “solo oggettivo” perché il tutto è studiato da un soggetto. Come potrebbe allora essere “solo oggettivo”?
Non esiste niente di “solo oggettivo”, anche nelle
leggi della fisica che sono sempre il prodotto di un soggetto.
Deve finire questo pregiudizio che ci sia un’oggettività
separata da una soggettività. Se ci fosse questa possibilità, non ci sarebbero
leggi.
Il soggetto non si limita a scoprire delle leggi che
fino ad allora erano state coperte (come da un velo), ma le costruisce per
capirle. Il velo è la nostra ignoranza, non è un velo materiale. Quando scopro
le leggi, scopro anche me stesso che scopre le leggi.
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