lunedì 22 luglio 2024

L'arroganza dei potenti

 

Come dice Heidegger, “essere nel mondo”, non è un semplice essere come tanti enti isolati e indipendenti, ma un essere interdipendenti, co-intessuti. Considerate le piante che ci danno l’ossigeno e il cibo per gli erbivori e per noi; e considerate i minerali, senza i quali non ci sarebbero né le nostre ossa né il nostro sangue.

Dunque, respiriamo l’ossigeno prodotto dalle piante che sono – poverette! – all’inizio della catena alimentare; e siamo impastati di minerali che ci permettono di vivere.

Più co-intessuti di così?

Siamo come tanti fili o nodi di un tessuto o di una rete. Ecco come siamo.

Ma le piante, così utili, sono destinate a essere mangiate dagli altri animali o insetti; e anche i minerali vengono assimilati con il cibo.

Non so chi abbia fatto questo mondo (spero non un Dio feroce), ma questo è il meccanismo della vita. Qualcuno deve essere ucciso per essere mangiato e far vivere gli altri. Divorare e essere divorati: non ci vedo un Dio tanto misericordioso.

Avete mai visto come un leone sbrana una gazzella? Non è cattivo, ma deve mangiare. E anche noi facciamo lo stesso con gli altri animali e le piante. Questo non è un mondo per anime delicate. È un mondo di assassini!

Anche noi, quando esaleremo l’ultimo respiro-ossigeno, finiremo ad alimentare vermi, larve e altri insetti poco piacevoli. Ma neppure loro sono cattivi. Devono mangiare.

Il sacrificio è la cifra di questo mondo, tant’è vero che i cristiani “mangiano” il loro Dio.

Mangiare è un meccanismo molto intimo, perché con esso si assimila nel nostro organismo ciò che ci piace. Anche in amore, dove ci si vorrebbe mangiare e ci si bacia, cioè si cerca di assimilare nella nostra carne e nel nostro sangue chi si ama. E non mangiamo il latte di nostra madre?

Vedete voi: qualcuno deve farsi mangiare. Ma non venitemi a parlare di un Dio tanto buono. Semmai, è un macellaio!

Io, da semplice ometto senza pretese di onnipotenza e onniscienza, avrei studiato un altro metodo per mandare avanti la vita. Ma bisognerebbe sentire le ragioni di Dio. Che però non mi risponda come al povero Giobbe: “Che vuoi sapere tu? Io sono io, e tu sei….” Questa è arroganza!




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