giovedì 4 luglio 2024

La presenza mentale

 

La presenza mentale

Abbiamo detto che basta la reciproca presenza per instaurare un collegamento fra due soggetti (ciò è già verificabile), fra un soggetto e un oggetto, o fra due oggetti. E quindi, nel secondo caso, se c’è una presenza fisica e una interazione mentale, il soggetto potrebbe influire sull’oggetto. Però, c’è presenza e presenza.

Qui bisogna tornare alla psicologia orientale e alla cosiddetta “presenza mentale”.

La presenza mentale significa vivere concentrati nel qui e ora, vivere nel momento presente, con mente e corpo focalizzati su un unico punto,  liberarsi da qualsiasi pensiero sul passato o sul futuro. In  sintesi, la presenza mentale può essere vista come la capacità di essere pienamente consapevoli del momento presente, senza distrazioni o preoccupazioni.

È chiaro che c’è una bella differenza rispetto all’abituale attenzione poco concentrata e distratta, o meglio rispetto all’attenzione diffusa all’ambiente in cui siamo, pronta a tutto e a niente in particolare. Avere consapevolezza di un oggetto significa concentrarsi su di esso, ritagliandolo dal contesto generico. Ma occorre anche avere consapevolezza di sé mentre si ha consapevolezza dell’oggetto, il che implica una percezione acuta delle proprie emozioni, dei pensieri e delle sensazioni corporee in relazione all’oggetto. Questo stato di attenzione piena permette di agire con maggiore intenzionalità, piuttosto che essere trascinati dagli automatismi quotidiani, dal “pilota automatico”.

Ci si può aiutare con la consapevolezza della respirazione, tenendo anche conto che la respirazione, con il suo alternarsi di inspirazione ed espirazione, è una diade fondamentale, fisica e mentale nello stesso tempo, che ci fa entrare in contatto con la realtà duale delle cose. Anzi, è uno dei casi in cui siamo sicuri che la diade mentale corrisponde a una diade reale, fisica.

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