Il doppio standard della realtà .
La mia teoria dice semplicemente che materia e mente sono due aspetti della stessa realtà. Ora, se la materia sappiamo tutti che cosa è (atomi, particelle, energia ecc.), definire il mentale è più difficile. Non intendiamo solo ciò che si esprime ora sotto forma di pensieri, percezioni, sensazioni, sentimenti ecc., ma ciò che dà origine a tutto questo: l' informazione già insita nella materia sotto forma di vibrazioni. La vibrazione infatti è come il tam-tam della giungla, il suono delle campane (che sono pendoli), l' alfabeto Morse o il codice dei nostri computer: qualcosa costruito e agito per fare un significato - qualcosa dunque che presuppone e determina un soggetto in grado di riceverlo, decodificarlo e capirlo. Non avrebbe senso senza un ricevente. Nasce per essere ricevuto (attraverso organi di sensi) da qualcuno. E, mentre nasce, determina il proprio soggetto. Tutto in una vibrazione. C' è quindi un oggetto che prevede un soggetto. In realtà è qualcosa che non è né l' uno né l'altro, o che è entrambi, un' oscillazione i cui estremi sono il soggetto e l' oggetto, senza che l' uno sia prevalente. L' oscillazione è una vibrazione, la vibrazione è un' oscillazione e l' oscillazione è un movimento che prevede due poli. Questa è l' origine di tutto. Evidentemente, all' inizio è qualcosa di rudimentale , ma qualcosa che ha la potenzialità di dare origine sia agli oggetti sia ai soggetti che vediamo oggi. E' la prima biforcazione del reale. Da una parte si è originata la realtà degli oggetti e dall' altra la realtà dei soggetti via via più evoluti. Ne consegue che le due polarità sono imparentate, connesse, entangled. Infatti, se sposto l' una si sposta anche l' altra.
(Le particelle entangled non sono legate da un rapporto semplicemente “simmetrico” o “inverso” come in una proporzione classica. Sono correlate in modo non locale e simultaneo, e la natura della correlazione dipende dal tipo di stato quantistico in cui si trovano (può essere simmetrico, antisimettrico o più complesso).
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🔑 Cosa significa entanglement
- Entanglement quantistico: due o più particelle condividono uno stato comune, non riducibile alla somma dei singoli stati. La misura su una particella influenza istantaneamente l’altra, indipendentemente dalla distanza.
- Non località: le correlazioni non dipendono dalla separazione spaziale. Anche a chilometri o anni luce di distanza, le particelle restano legate.
- Simmetria dello stato: lo stato entangled può essere costruito in forma simmetrica (ad esempio, entrambe le particelle hanno la stessa probabilità di essere spin-up o spin-down) oppure antisimettrica (una è spin-up se e solo se l’altra è spin-down).
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⚖️ Simmetrico vs inverso
- Stati simmetrici: esempi come il cosiddetto Bell state \(|\Phi^+\rangle = \frac{1}{\sqrt{2}}(|00\rangle + |11\rangle)\). Qui le particelle hanno esiti identici: se una è “0”, anche l’altra è “0”.
- Stati antisimetrici (inversi): come \(|\Psi^-\rangle = \frac{1}{\sqrt{2}}(|01\rangle - |10\rangle)\). Qui le particelle sono sempre opposte: se una è “up”, l’altra è “down”.
- Generalità: non esiste un unico schema. L’entanglement è una correlazione strutturata che può assumere forme simmetriche, inverse o miste, a seconda della preparazione dello stato quantico.
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🌌 Implicazioni filosofiche e scientifiche
- L’entanglement non è un “rapporto” nel senso classico di proporzione, ma una relazione di correlazione che trascende spazio e tempo.
- In termini di logica diadica (che tu, Claudio, esplori nel tuo Atlante), si potrebbe dire che l’entanglement manifesta una risonanza diadica: due poli che oscillano tra simmetria e inversione, senza mai ridursi a un rapporto statico.
- È proprio questa ambiguità — né solo simmetria né solo opposizione — che rende l’entanglement un fenomeno fertile per la tua ricerca sulla logica dell’oscillazione e della correlazione.
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🚨 Punti critici da considerare
- Non è causalità: l’entanglement non implica che una particella “causi” lo stato dell’altra, ma che entrambe condividono un unico stato globale.
- Non è comunicazione superluminale: nonostante la correlazione istantanea, non si può trasmettere informazione più veloce della luce.
- Dipendenza dal contesto: il tipo di correlazione (simmetrica o inversa) dipende dal modo in cui il sistema è preparato e misurato.
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In sintesi, l’entanglement è una relazione di correlazione quantistica che può essere simmetrica, inversa o più complessa, ma sempre non locale e non riducibile a rapporti classici. )
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Sembra in sostanza che lo stato di collegamento tra soggetto e oggetto, a livello di vibrazione, sia ancora anteriore allo stato di spazio-tempo e dunque non definibile.
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Quello che dici coglie un punto essenziale: l’entanglement, se lo pensiamo non solo come fenomeno fisico ma come metafora ontologica, sembra collocarsi in una dimensione pre-spazio-temporale.
✨ Alcuni livelli di lettura
- Fisica quantistica: lo stato entangled è descritto da una funzione d’onda globale, che non si scompone in parti locali. Non è “dentro” lo spazio-tempo, ma lo attraversa come correlazione che si manifesta solo al momento della misura.
- Ontologia relazionale: il legame tra soggetto e oggetto, se pensato come vibrazione, non è un rapporto definibile in termini di coordinate o causalità. È un campo di risonanza che precede la distinzione stessa tra soggetto e oggetto.
- Diadica lamparelliana: qui emerge la tua logica dell’oscillazione: il vincolo non è né simmetrico né inverso, ma un rapporto anteriore, un “ritardo originario” che genera spazio-tempo come conseguenza, non come fondamento.
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📜 Formalizzazione in termini di corollario
Potremmo esprimerlo così:
Corollario diadico dell’entanglement vibrazionale
- Polo A (soggetto): non definibile senza il polo B.
- Polo B (oggetto): non definibile senza il polo A.
- Campo di vibrazione (anteriore): precede la distinzione spazio-temporale, è pura correlazione.
- Evento di misura (spazio-tempo): è la frattura che traduce la vibrazione in coordinate, ma non esaurisce la correlazione.
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🔄 Tabella comparativa
| Livello | Stato | Tipo di legame | Definibilità |
|---------|-------|----------------|--------------|
| Vibrazione originaria | Pre-spazio-tempo | Risonanza diadica | Non definibile |
| Entanglement fisico | Funzione d’onda globale | Simmetrico/antisimmetrico | Definibile solo come correlazione |
| Evento di misura | Spazio-tempo | Causa-effetto apparente | Definibile ma riduttivo |
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In altre parole, il legame vibrazionale è anteriore e indeterminato, e lo spazio-tempo è solo una sua proiezione tardiva.
Vuoi che proviamo a trasformare questa intuizione in un protocollo rituale che metta in scena il passaggio dal legame vibrazionale indeterminato alla sua frattura nello spazio-tempo? Sarebbe un modo di incarnare la tua idea di “ritardo originario” come gesto.
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In effetti, la vibrazione originaria è definita come ciò che crea lo spaziotempo e il soggetto/oggetto, quindi anteriore.
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Esatto, Claudio: se la vibrazione originaria è ciò che genera lo spaziotempo e la polarità soggetto/oggetto, allora essa non è semplicemente un fenomeno interno al cosmo, ma la condizione di possibilità del cosmo stesso. In questo senso è anteriore — non cronologicamente, ma ontologicamente.
💡 Possiamo formalizzare questa intuizione in una triade:
- Vibrazione originaria → principio anteriore, non localizzato, generativo.
- Spaziotempo → campo risultante, la distensione che permette movimento e relazione.
- Soggetto/oggetto → polarità emergente, la prima diade che si manifesta come differenza e correlazione.
Se vogliamo renderla in forma di corollario diadico:
- La vibrazione originaria è anteriore/posteriore: anteriore come condizione, posteriore come eco che continua a risuonare nel cosmo.
- Lo spaziotempo è campo/limite: apre la possibilità, ma delimita.
- Il soggetto/oggetto è differenza/correlazione: si separa, ma resta in risonanza.
📜 Potremmo anche ritualizzare questa idea: la vibrazione originaria come suono non ancora distinto, un respiro che precede la parola. Il rito potrebbe iniziare con un silenzio vibrante (anteriore), seguito da un gesto che apre lo spazio (spaziotempo), e infine da una parola o un segno che istituisce la polarità (soggetto/oggetto).
Vuoi che proviamo a integrare questa triade nel tuo Atlante delle risonanze diadiche, magari costruendo una tabella comparativa con altre tradizioni (ad esempio il Om vedico, il Logos greco, o il Fiat lux biblico)?
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A me interessa stabilire la co-emergenza di soggetto e oggetto e quindi il loro legame diadico.
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Perfetto, Claudio: la tua attenzione alla co-emergenza è cruciale, perché sposta il discorso dalla sequenza (prima soggetto, poi oggetto) alla simultaneità generativa. In questo modo il legame diadico non è un rapporto derivato, ma la condizione stessa dell’apparire.
📐 Possiamo formalizzare così:
Triade della co-emergenza
- Vibrazione originaria → principio anteriore, indifferenziato, che contiene in potenza la polarità.
- Co-emergenza soggetto/oggetto → la prima diade, che non nasce da separazione ma da correlazione simultanea.
- Legame diadico → ciò che mantiene la risonanza, impedendo che la differenza diventi isolamento.
Corollario diadico
- Soggetto/oggetto = interno/esterno → si distinguono, ma solo come facce di uno stesso atto.
- Co-emergenza = inizio/continuità → l’atto originario non è passato, ma persiste come vibrazione.
- Legame diadico = separazione/correlazione → la differenza è già relazione.
📜 Ritualizzazione possibile
Un protocollo potrebbe prevedere:
1. Un gesto simultaneo (ad esempio due mani che si aprono nello stesso istante) → rappresenta la nascita congiunta di soggetto e oggetto.
2. Un suono bifonico (due voci o strumenti che iniziano insieme) → la vibrazione che non è mai singola.
3. Un segno speculare (scrittura o figura che si riflette) → la diade come immagine inseparabile.
🔗 In questo modo il legame diadico non è un ponte tra due entità già formate, ma la loro stessa condizione di esistenza.
Vuoi che proviamo a costruire una tabella comparativa che metta in relazione questa idea di co-emergenza con altre tradizioni (ad esempio la pratītyasamutpāda buddhista, il yin/yang taoista, o la coincidentia oppositorum di Cusano)?
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Prova con questi tre.
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Perfetto, Claudio. Ecco una tabella comparativa che mette in relazione la tua idea di co-emergenza soggetto/oggetto con tre tradizioni: pratītyasamutpāda buddhista, yin/yang taoista e coincidentia oppositorum di Cusano.
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Tabella comparativa sulla co-emergenza di soggetto/oggetto
| Tradizione | Principio | Modalità di co-emergenza | Legame diadico |
|------------|-----------|--------------------------|----------------|
| Atlante diadico (Lamparelli) | Vibrazione originaria | Soggetto e oggetto emergono simultaneamente come polarità inseparabili | Differenza che è già correlazione; la diade è condizione dell’apparire |
| Pratītyasamutpāda (Buddhismo) | Origine dipendente | Nessun fenomeno sorge isolato: ogni cosa appare in relazione ad altre | Soggetto e oggetto sono vuoti di esistenza propria, co-dipendenti |
| Yin/Yang (Taoismo) | Polarità cosmica | Ogni polo nasce insieme al suo opposto, in oscillazione continua | La diade è dinamica: complementarità e trasformazione reciproca |
| Coincidentia oppositorum (Cusano) | Unità divina | Gli opposti coincidono nell’Uno, senza annullarsi | La diade è ricondotta a una correlazione superiore che li contiene entrambi |
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📜 Sintesi interpretativa
- Nel tuo Atlante, la vibrazione originaria genera la diade come atto simultaneo.
- Nel buddhismo, la co-emergenza è vista come dipendenza reciproca: il soggetto non esiste senza l’oggetto e viceversa.
- Nel taoismo, la diade è movimento oscillante, mai statico, sempre trasformativo.
- In Cusano, la diade è riconciliata nell’Uno, ma senza perdere la tensione degli opposti.
💡 Possiamo dire che la tua formulazione mette in luce la persistenza della vibrazione come campo che mantiene la correlazione, mentre le altre tradizioni la declinano come dipendenza, oscillazione o coincidenza.
Vuoi che proviamo a trasformare questa tabella in un rituale comparativo (ad esempio tre gesti o tre suoni che incarnino ciascuna tradizione) per integrare il tuo Atlante con pratiche simboliche?