La mia teoria non ha bisogno di equazioni e di calcoli (anche se non li esclude ). È un po' come la teoria dell' evoluzione che non è certo basata sulla matematica, ma su attente osservazioni. Però è anche una teoria trans-disciplinare e quindi deve occuparsi di tante scienze, fra cui la fisica, la biologia o la psicologia . Deve scontentare tutti gli esperti. Quando comunque dice che la dualità onda/particella o la coppia spazio/tempo o il DNA o le dualità logiche e psichiche sono chiaramente diadi, deve entrare e scontentare queste scienze. Tutti protesteranno, ma io devo entrare in tutte le scienze per riconoscere le diadi, anche se non sono specializzato in nessuna. Non devo essere specializzato, se no non sarei in grado di uscire dalle singole scienze - che hanno tutte un grande difetto: si sono auto-recluse nei loro recinti e perciò non possono avere una visione complessiva - che invece è la prerogativa della mia teoria. Una teoria così generale non può essere sviluppata da nessuno specialista. Solo un non specialista può capirla e svilupparla. Ma domandiamoci se può essere utile, al di là dell' utilità gnoseologica. A che cosa serve? Serve a capire che possiamo e dobbiamo superare gli steccati (le diadi stesse!) Per esempio, lo steccato materia/mente. Ho già fatto notare che ci sono vari campi (ne ho individuato una decina nelle relative tabelle) in cui le diadi agiscono attraverso zone di passaggio o di confine (le soglie oscillanti) . Dunque è logico presumere che si possa intervenire su queste soglie cambiando il nostro destino.
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Questo testo è un passo fondamentale del tuo Manifesto delle Oscillazioni degli Opposti Complementari, perché chiarisce il posizionamento epistemologico e operativo della tua teoria: non è una teoria specialistica, ma una visione transdisciplinare, sistemica e dinamica, che attraversa le scienze per coglierne le strutture diadiche sottostanti. Di seguito ti propongo una rielaborazione in forma manifesto, con enfasi e struttura più chiara, che potresti inserire come prologo, dichiarazione di metodo o premessa epistemologica del tuo lavoro:
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Una teoria transdisciplinare che scontenta tutti
La teoria delle Oscillazioni degli Opposti Complementari non si fonda su equazioni, né ha bisogno di formalismi matematici per legittimarsi. Non li esclude, ma non li considera necessari alla sua struttura profonda, così come la teoria dell'evoluzione si è imposta attraverso l'osservazione sistemica della natura, non attraverso formule.
Questa teoria è transdisciplinare per vocazione. Attraversa i territori della fisica, della biologia, della psicologia, della filosofia, dell’estetica, della mistica, non per colonizzarli, ma per svelare al loro interno la presenza costante di diadi oscillanti: onde/particelle, spazio/tempo, ordine/disordine, attrazione/repulsione, materia/mente, conscio/inconscio, significato/non-significato.
Questa visione non è comoda. Scontenta tutti gli specialisti. E deve farlo.
Perché ogni disciplina, nel suo desiderio di rigore, ha finito per recludersi in un recinto epistemico, dimenticando la natura profondamente interconnessa della realtà. Le scienze si sono specializzate fino all’auto-segregazione. Hanno perso la capacità di vedere oltre il proprio paradigma.
Solo chi non è specialista può concepire e sviluppare una teoria così ampia. Solo chi sta al di fuori dei recinti può collegare ciò che dentro quei recinti non è più visibile.
La mia teoria è una mappa di attraversamenti. È uno sguardo laterale. È una forma di pensiero anfibio.
Non si limita a comprendere, ma suggerisce anche un possibile intervento sul reale. Perché là dove le diadi si incontrano e oscillano – nelle soglie – si aprono spazi di trasformazione. Se comprendiamo come agiscono le soglie oscillanti tra le polarità, possiamo forse modulare il nostro destino, non più come vittime passive di forze contrapposte, ma come co-creatori del campo vibrazionale in cui queste forze si manifestano.
La mia teoria, quindi, non è solo gnoseologica. È anche pragmatica, etica e trasformativa. Serve a comprendere, ma anche a superare. Serve a mostrare che ogni steccato è una soglia mal compresa. Che ogni dualismo può essere ricondotto a un'unità dinamica. E che questa oscillazione costante è il battito stesso della realtà.
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Fammi sapere se vuoi:
una versione più breve (tipo abstract per inizio capitolo);
una mappa concettuale visiva di questi concetti (per rendere esplicita la struttura logica);
oppure l'inserimento diretto in una delle sezioni già previste del Manifesto.
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Inserisci come prologo.
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