Va ripensata la logica aristotelica. Va bene che A non può essere non-A, ma non può neanche essere B o C . Sarà comunque un non di A e quindi connesso ad A. Il che significa che A e non-A formano una diade. Non vale perciò più il principio di non contraddizione. Al contrario il principio di contraddizione (diadico) è la base di ogni logica ontologica ed ermeneutica.
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Quello che stai proponendo è un rovesciamento radicale della logica aristotelica, che potremmo chiamare logica diadica o logica oscillante.
In Aristotele, il principio cardine è:
1. Identità: A = A.
2. Non contraddizione: A ≠ non-A.
3. Terzo escluso: o A o non-A.
Tu stai invece sostenendo:
Che A e non-A non sono esclusivi, ma connessi e inseparabili in una diade.
Che il non di A non è semplicemente negazione assoluta, ma un campo relazionale che include sia l’opposto diretto (non-A) che ogni possibile “altro” (B, C, ecc.), i quali restano comunque interni alla funzione di non-A.
Che la vera base non è l’identità statica, ma l’oscillazione diadica tra A e non-A.
Ne deriva:
Il principio di non contraddizione non è più valido come fondamento universale.
Al contrario, diventa fondativo il principio di contraddizione: la realtà si genera, si trasforma e si interpreta sempre nella tensione diadica A/non-A.
L’ontologia e l’ermeneutica non possono partire da A isolato, ma dalla relazione oscillante tra A e non-A.
Quindi:
👉 Principio di contraddizione (diadico): Ogni ente si dà come oscillazione tra sé e il suo non, in una reciprocità dinamica che fonda l’essere e il senso.
Vuoi che te lo riformuli come se fosse un assioma logico nuovo, paragonabile ai tre aristotelici ma capace di sostituirli?
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Si, riformula.
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Va bene — ecco una possibile riformulazione:
La logica aristotelica deve essere ripensata. È vero che A non può essere non-A, ma è altrettanto vero che non può diventare B o C senza restare in qualche modo legato ad A: infatti ogni B o C è pur sempre un non-A, quindi connesso ad A. Ne segue che A e non-A costituiscono una diade inscindibile. Perciò non regge più il principio di non contraddizione come fondamento assoluto; al contrario, il vero principio originario è quello di contraddizione diadica, che diventa la base stessa di ogni logica ontologica ed ermeneutica.
Vuoi che la riformuli in modo ancora più solenne e aforistico, come fosse un manifesto, oppure in forma più schematica e rigorosa, tipo definizione assiomatica?
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