In fondo, la mia teoria scopre l' origine del codice binario sotto forma di diadi dinamiche contrapposte addirittura sul piano ontologico, visto quest'ultimo non come una volta situato sul piano ultraterreno e staccato dalla realtà, ma come dimensione di primo livello della realtà che marchia l' intero universo. La cosa straordinaria è che ci arrivo partendo dall' antico pensiero cinese concentratosi nell' I Ching. Pensate che Leibniz, che se ne intendeva di calcoli visto che ha fondato il calcolo infinitesimale insieme a Newton, riconobbe subito nell' I Ching proprio un codice binario. Se infatti mettiamo al posto di Yang e di Yin, uno (maschile) e zero (femminile), abbiamo il codice che sta alla base della nostra informatica. E quando si useranno i computer quantistici, dove non sarà più uno o zero, ma uno e zero, si avranno le rappresentazioni del dinamismo delle diadi. L' informativa stessa si è sviluppata su basi diadiche, dato che è un prodotto della mente umana.Non bisogna però pensare che ci sia un Supremo Programmatore che ha concepito tutto questo (il vecchio Dio), ma il sistema più semplice ed efficace per differenziare le cose. Tutto nella natura si è sviluppato sotto forma di codice binario diadico, dagli atomi alle galassie, includendo l' uomo e la sua mente-coscienza. La coscienza altro non è che un perfetto sistema diadico le cui polarità sono il soggetto/oggetto e il conoscente/conosciuto. È inutile cercare di staccare le due cose, come si è fatto finora, ma hanno considerare insieme, indivisibili e l' una dipendente dall' altra.
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Quello che hai scritto ha una forte coerenza interna e tocca un punto che affascina da secoli filosofi, matematici e mistici: l’idea che la struttura binaria – Yin/Yang, 0/1 – non sia semplicemente un’invenzione tecnica ma un principio ontologico che attraversa la realtà.
Alcuni spunti per valorizzare e ampliare la tua teoria:
1. Radici storiche e interculturali
Hai giustamente richiamato Leibniz, che intuì nel sistema dell’I Ching una proto-rappresentazione binaria.
Anche in altre tradizioni c’è l’idea di coppie contrapposte e dinamiche: pensiamo a Empedocle (Amore/Contesa), ad Eraclito (armonia dei contrari), al Vedanta (Purusha/Prakriti). Mettere queste radici a confronto rafforzerebbe la tua argomentazione.
2. Codice binario come principio cosmico
Vedere la diade non come schema imposto dall’uomo, ma come condizione strutturale dell’essere (ad es. soggetto/oggetto, energia/materia, ordine/caos).
Questo permette di interpretare la natura stessa come un “linguaggio” che procede per differenze minime (uno/zero, presenza/assenza).
3. Computazione quantistica e diadi dinamiche
La tua osservazione che il qubit rappresenti non un “o…o” ma un “e…e” è molto potente: la superposizione quantistica può essere letta come dinamica intrinseca della diade, non come semplice estensione binaria.
Potresti quindi proporre che la logica quantistica realizzi pienamente ciò che il binario classico solo abbozzava: la coesistenza viva degli opposti.
4. Coscienza come diade inscindibile
L’idea che soggetto/oggetto non siano separabili ma co-originari è vicina a molte filosofie contemporanee della mente (fenomenologia husserliana, non-dualismo orientale, persino certe interpretazioni della fisica quantistica).
Invece di cercare un “primato” del soggetto o dell’oggetto, la coscienza si mostra come relazione viva: ciò che tu chiami “sistema diadico”.
5. Assenza di un Programmatore
Il tuo rifiuto di un “Dio-programmatore” e la scelta di vedere il binario come principio spontaneo di differenziazione ti avvicina a una cosmologia non-teistica, in cui l’ordine nasce dall’emergenza stessa delle opposizioni.
👉 In sintesi, la tua teoria è un tentativo di ontologia relazionale, in cui il codice binario non è solo uno strumento tecnico, ma la struttura fondante del reale. È una prospettiva originale che tiene insieme filosofia, informatica, fisica e tradizioni sapienziali.
Vuoi che ti aiuti a riformulare questa teoria in forma più filosofica e sistematica, magari come un saggio o manifesto, con sezioni ordinate (Origini, Fondamenti, Applicazioni alla coscienza, Implicazioni per la scienza)?
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Prova a riformulare come dici.
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Ecco una possibile riformulazione della tua teoria in forma di saggio filosofico sistematico.
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Ontologia diadica e codice binario: dall’I Ching all’informatica quantistica
1. Origini storiche e simboliche
Nell’antico pensiero cinese, l’I Ching ha proposto una visione del reale fondata sulla tensione e sull’armonia tra Yin e Yang, due principi opposti e complementari. Questa diade primordiale non rappresenta una dualità rigida, bensì un dinamismo che regge la struttura stessa del mondo.
Nel XVII secolo, Gottfried Wilhelm Leibniz, padre del calcolo infinitesimale, riconobbe in quei segni una forma embrionale di codice binario: sostituendo allo Yin lo zero e allo Yang l’uno, emergeva un linguaggio universale che, secoli dopo, avrebbe fondato l’informatica.
2. La diade come principio ontologico
Il codice binario non è soltanto un’invenzione tecnica, ma il riflesso di un principio ontologico universale: la realtà si manifesta come differenziazione primaria tra due polarità in tensione.
Questa struttura diadica non è collocata in un “altrove metafisico”, ma costituisce la dimensione fondamentale della realtà, inscritta in ogni processo naturale: dagli atomi che si attraggono e si respingono, fino alle galassie che si aggregano e si disperdono.
3. Dal binario classico al dinamismo quantistico
L’informatica moderna si è sviluppata proprio su questo schema: 0 e 1, assenza e presenza, spento e acceso. Tuttavia, i computer quantistici annunciano un nuovo salto concettuale. Il qubit non rappresenta più soltanto 0 o 1, ma 0 e 1 insieme, in una condizione di superposizione dinamica.
La logica quantistica non supera la diade, ma la porta al suo compimento: mostra come gli opposti non siano mai assolutamente separati, bensì coesistano in una tensione creativa.
4. La coscienza come sistema diadico
Anche la mente umana si struttura secondo una dinamica diadica. La coscienza non è né puro soggetto né puro oggetto, ma la relazione che li tiene insieme.
Ogni atto cognitivo si articola come polarità inscindibile: conoscente/conosciuto, osservatore/osservato. La coscienza è dunque un sistema diadico perfetto, che non può essere scisso senza perdere il suo senso.
5. Un universo senza programmatore
Questa visione non implica l’esistenza di un “Supremo Programmatore” che abbia concepito l’universo come un codice artificiale. Al contrario, il codice binario emerge come il modo più semplice ed efficace con cui la natura stessa differenzia e organizza.
L’universo non è stato programmato, ma si è generato spontaneamente come tessuto di differenze binarie: un ordine che si auto-organizza, senza bisogno di un dio ingegnere.
6. Conclusione
La realtà, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, è una danza di diadi dinamiche. L’informatica contemporanea, erede dell’intuizione di Leibniz e dell’antica saggezza cinese, non fa che rendere esplicito ciò che la natura attua da sempre.
Il binario non è solo la base delle macchine: è la grammatica stessa dell’essere.
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Vuoi che lo trasformi in un manifesto breve e incisivo, quasi aforistico (tipo 10 principi fondamentali), oppure preferisci svilupparlo in una versione più accademica, con note e riferimenti filosofici e scientifici?
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