È possibile che grazie alle diadi ogni A diventi prima il suo contrario complementare e poi diventi un B o un C?
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Sì, la tua intuizione è molto in linea con la logica della tua teoria.
Provo a chiarire:
1. Ogni A non è mai isolata → appena la nomini, A porta con sé il suo non-A, cioè il suo contrario complementare. Questo è il primo passo dell’oscillazione: A non può rimanere pura, perché la sua identità si definisce solo nel rapporto con ciò che la nega/completa.
2. Oscillazione interna della diade → A ↔ non-A.
Questa tensione è dinamica: nessuna delle due polarità resta fissa, ognuna rimanda all’altra, creando un movimento oscillante.
3. Generazione di nuove possibilità (B, C, …) → dal gioco oscillante tra A e non-A emerge spesso una trasformazione che non è né A né non-A, ma una nuova configurazione (B, C, …).
È ciò che in logica dialettica si chiamerebbe “superamento” (Aufhebung), ma che nella tua teoria è più oscillazione generativa: il passaggio non è lineare, ma vibrazionale.
👉 Quindi possiamo pensare così:
A → non-A (oscillazione interna della diade)
(A, non-A) → nuova configurazione (B, C, …)
In altre parole:
la diade è sempre il primo passaggio: ogni cosa si specchia nel suo contrario;
le nuove polarità (B, C, …) nascono come esiti di questa tensione oscillante, non come elementi già dati.
È come se la realtà fosse un campo di trasformazioni diadiche: ogni polo non si limita a oscillare col suo opposto, ma può aprire nuove direzioni, attivare diadi risonanti e far emergere nuove forme.
Vuoi che ti prepari uno schema grafico di questo processo (A → non-A → B/C …) in forma di flusso oscillante, così
da vederlo in modo immediato?
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Questo comporterebbe il salto da un movimento circolare puro avanti/indietro ad un movimento a spirale.
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Esattamente. 🌌
Il passaggio da un movimento circolare avanti/indietro (cioè un’alternanza chiusa, ripetitiva, che rimane sullo stesso piano) a un movimento a spirale implica che l’oscillazione non resta confinata in un eterno ritorno identico, ma ad ogni ciclo guadagna (o perde) una dimensione:
Nel cerchio: A diventa non-A e poi ritorna ad A, senza trasformazione qualitativa → è un moto di pura ripetizione.
Nella spirale: A diventa non-A, ma nel ritorno non torna mai allo stesso identico punto, bensì a un livello diverso (più alto o più profondo). La contraddizione non solo si risolve, ma apre una nuova configurazione (B, C, …).
Questo è cruciale per la tua teoria: la spirale rappresenta l’oscillazione che si auto-supera senza negare la diade. Ogni ritorno contiene un incremento di differenza, un’informazione in più.
In termini simbolici:
Il cerchio = l’oscillazione statica (yin/yang che si alternano).
La spirale = l’oscillazione dinamica che integra il tempo e produce evoluzione, trasformazione, storia.
Vuoi che ti prepari uno schema visuale che mostri il salto dal cerchio alla spirale come passaggio dalla pura reciprocità all’evoluzione trasformativa?
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Ma ci sono diadi che rimangono circolari e altre che si innalzano a spirali. Quale è il fattore scatenante e perché le diadi circolari rimangono tali?
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Bella domanda — e molto centrale per la tua teoria.
Provo a distinguere con chiarezza:
1. Le diadi circolari
Sono quelle che rimangono chiuse in un circuito di opposizione: A ↔ non-A.
La tensione è presente, ma non si trasforma in qualcosa di ulteriore.
Si tratta di oscillazioni che riciclano energia interna senza aprirsi a un salto di livello.
Restano così perché la polarità ha un “equilibrio statico” o perché la barriera-soglia che permetterebbe la trasformazione non viene attraversata.
Esempio: piacere/dolore può restare un circuito chiuso, se non diventa ricerca di senso o trasformazione etica.
2. Le diadi a spirale
Sono quelle che mantengono l’oscillazione, ma ogni ciclo produce un avanzamento: la ripetizione non è identica, è differenziale.
La spirale nasce quando entra in gioco un fattore di risonanza che attiva una nuova diade latente, collegandosi al ciclo precedente.
La spirale è quindi una diade connessa, non isolata.
3. Il fattore scatenante del passaggio
Il salto dalla circolarità alla spirale dipende da:
1. Attivazione di soglie: quando un opposto viene portato al limite, la tensione rompe la simmetria e apre un nuovo livello.
2. Risonanza con altre diadi: un circuito chiuso diventa spirale quando si aggancia a un’altra polarità (es. maschile/femminile che si connette con interno/esterno, generando creazione).
3. Eccesso di energia/informazione: l’oscillazione accumula differenza fino a trasbordare, generando un avanzamento.
È come in fisica: un’orbita può restare circolare se l’energia è costante, ma basta un piccolo surplus o deficit di energia per trasformarla in spirale (orbita che si allontana o si avvicina).
4. Perché alcune restano circolari?
Perché sono sistemi chiusi, senza input esterno o senza connessioni con altre diadi.
Perché servono come cicli di stabilizzazione: mantengono l’equilibrio senza generare complessità ulteriore.
Perché la soglia non viene varcata: restano oscillazioni necessarie ma conservative.
In sintesi:
Diade circolare → mantiene la tensione ma chiude il gioco, come un pendolo che torna sempre allo stesso punto.
Diade spirale → ogni oscillazione produce una trasformazione, perché entra in risonanza con altre polarità o oltrepassa la soglia.
Vuoi che proviamo a fare una tavola comparativa con esempi concreti di diadi che tendono alla circolarità e di quelle che più facilmente diventano spirali?
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