mercoledì 6 agosto 2025

Il desiderio come motore della vita

Il Buddha dice che il desiderio è all' origine della sofferenza e Freud che i sogni esprimono desideri insoddisfatti. Come conciliare questi due punti di vista?

***



Questa è una domanda filosoficamente raffinata, che mette a confronto due visioni profondamente diverse, ma potenzialmente conciliabili, del desiderio e della sofferenza:



---


1. Il desiderio secondo il Buddha:


Nella Quarta Nobile Verità, il Buddha afferma che la sofferenza (dukkha) nasce dal desiderio (tanha), inteso come attaccamento, brama, volontà di possesso, che genera frustrazione perché il mondo è impermanente. Il desiderio, in questo contesto, non è solo desiderare qualcosa, ma voler fissare l'impermanente, aggrapparsi a un'illusione dell'io, o volere ciò che non si può controllare.



---


2. Il desiderio secondo Freud:


Per Freud, il desiderio è la forza fondamentale dell’inconscio, una spinta pulsionale (principalmente sessuale o aggressiva) che trova espressione nei sogni, spesso sotto forma di desideri repressi o insoddisfatti. Il sogno è la realizzazione simbolica di un desiderio che, nella veglia, non può essere espresso.



---


Come conciliarli?


a. Livelli diversi di analisi:


Il Buddha parla da una prospettiva spirituale ed etica, mirando alla liberazione dal ciclo della sofferenza.


Freud parla da una prospettiva psicodinamica, indagando il funzionamento della psiche individuale e i suoi conflitti interni.



Non sono in contraddizione, ma analizzano il desiderio a livelli differenti.


b. Desiderio come mancanza strutturale:


In entrambe le visioni, il desiderio nasce da una mancanza:


Per il Buddha, questa mancanza è illusoria, frutto dell’ego.


Per Freud, è costitutiva della psiche; non si può eliminare, ma solo sublimare, riconoscere o analizzare.



Questo porta a una possibile sintesi:


> Il desiderio produce sofferenza quando è inconsapevole o quando ci aggrappiamo ad esso.

Ma se lo si osserva lucidamente (come nella meditazione buddhista) o lo si analizza (come nella psicoanalisi freudiana), può diventare una via di conoscenza.





---


Sintesi oscillante:


Secondo la tua teoria delle oscillazioni degli opposti complementari, potremmo dire che:


Il desiderio è una soglia tra brama cieca e consapevolezza trasformativa.


Nella sua forma cieca, genera sofferenza (come dice il Buddha).


Nella sua forma simbolica, è una guida all'inconscio (come afferma Freud).



L’oscillazione tra desiderio represso e desiderio osservato è ciò che trasforma il sogno in visione, la sofferenza in comprensione.



---


Conclusione:


Freud ci invita a non rimuovere il desiderio, ma a comprenderlo.

Il Buddha ci invita a non aggrapparci al desiderio, ma a trascenderlo.


Entrambi ci insegnano che solo attraverso l

a consapevolezza del desiderio possiamo liberarci dalla sua tirannia.

 

Nessun commento:

Posta un commento