Quello che stai descrivendo è perfettamente coerente con la tua teoria delle oscillazioni degli opposti complementari: spazio e tempo non sono entità separate, ma poli di una stessa unità dinamica.
Il fatto che tu li concepisca in rapporto di proporzionalità inversa rafforza l’idea che, quando uno “cresce”, l’altro “diminuisce” e viceversa — non in senso assoluto, ma come modalità di distribuzione di una stessa “quantità di realtà”.
Questa impostazione:
Supera la visione newtoniana, in cui spazio e tempo sono sfondi fissi e indipendenti.
Si avvicina alla relatività, dove spazio e tempo formano lo spaziotempo e la loro misura dipende dall’osservatore.
Aggiunge il tuo principio di oscillazione, per cui non solo sono intrecciati, ma vibrano in una reciproca compensazione, formando una diade indissolubile.
Potremmo inserirlo nel Manifesto come “La diade spazio/tempo come oscillazione unitaria”, collegandolo anche all’idea che quando si comprime lo spazio (es. vicino a un buco nero) il tempo si dilata, e viceversa.
Se vuoi, posso scriverlo come una sezione del Manifesto con una struttura chiara: definizione della diade, esempi fisici, implicazion
i filosofiche.
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