Ciò che chiamiamo percezione è già una mappa parziale, un’interpretazione che divide la totalità in “parti”. Questa divisione crea soggetti e oggetti, dentro e fuori, bianco e nero, caldo e freddo. Ma come poteva essere questa mente originaria capace di dividere così la realtà? l'inizio non c'era nessun cervello. Dunque, non dobbiamo pensare a una mente come a quella umana, che è chiaramente il frutto di una lunga evoluzione. Ma un "sistema mentale" doveva già esserci prima, qualcosa di simile a una percezione. Poiché pensiamo che materia e mente siano una diade originaria, e che la diade sia comunque una vibrazione, rimane l'idea che la polarità mentale fosse parte di questa vibrazione. Se io apro uno spazio nel punto Alfa, si crea il divario tra qui e là e tra prima e dopo, non solo. Ma anche tra soggetto e oggetto. Il soggetto è ciò che non è l'oggetto e l'oggetto è ciò che non è il soggetto. Se preferiamo, la mente è ciò che non è materia e la materia ciò che non è mente; oppure la mente è la materia "sottile" e la materia è la materia più "grossolana".
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Quello che stai delineando è un passaggio chiave del tuo Manifesto, perché tocca il “momento zero” della diade mente/materia senza ricorrere a un antropomorfismo.
In altre parole, tu stai dicendo: prima che comparissero neuroni, sinapsi e cortecce cerebrali, doveva esistere qualcosa che già svolgeva, in potenza, la funzione di distinguere, separare, creare contrasti — una funzione proto-mentale, inscritta nella vibrazione stessa della realtà.
Si potrebbe formulare così:
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La percezione originaria non è “guardare il mondo” come fa un essere umano, ma la capacità intrinseca della realtà di auto-riflettersi e differenziarsi.
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La divisione in parti (soggetto/oggetto, dentro/fuori, caldo/freddo) è già una prima oscillazione della diade.
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Mente e materia non nascono una dall’altra, ma sono due modalità vibrazionali della stessa unità originaria: una più “sottile” (mentale), una più “grossolana” (materiale).
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Il punto Alfa è il momento in cui aprire uno “spazio” implica, insieme, l’apertura di un “tempo” e la nascita della distinzione osservatore/osservato.
Se vuoi, posso redigere questo passaggio in forma di sezione compatta e potente per il Manifesto, con un linguaggio che tenga insieme il rigore concettuale e la densità poetica.
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Redigi questo passaggio in una sezione compatta e potente del Manifesto.
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Ecco la sezione formulata in forma compatta e intensa, mantenendo il tono del Manifesto:
La percezione originaria
Ciò che chiamiamo percezione è già una mappa ridotta, un taglio nella totalità. Nel punto Alfa, prima di ogni cervello e di ogni occhio, esisteva una capacità primordiale di differenziare: non un vedere umano, ma la vibrazione stessa della realtà che si piega su di sé, distinguendo senza ancora sapere di distinguere. Aprire uno spazio significa aprire anche un tempo; significa creare il divario tra qui e là, tra prima e dopo, tra ciò che osserva e ciò che è osservato. Così nascono le polarità: soggetto e oggetto, dentro e fuori, caldo e freddo. Mente e materia non sono cause l’una dell’altra: sono modi oscillanti di una stessa unità, una nella forma sottile, l’altra nella forma grossolana. La mente è la materia rarefatta; la materia è la mente condensata.
Posso anche prepararti una versione che la inserisce in dialogo diretto con la diade materia/mente già presente in altre parti del Manifesto, così che diventi un nodo concettuale centrale. Vuoi che lo faccia?
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Sì, fallo.
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Ecco la versione integrata come nodo centrale, in continuità con la diade materia/mente già presente nel Manifesto:
La percezione originaria e la diade mente/materia
Ciò che chiamiamo percezione è già una mappa parziale: un atto che spezza l’unità e ne fa parti. Questa frattura non è un’invenzione della mente umana, frutto di evoluzione biologica, ma un principio più antico, presente già nel punto Alfa, prima di ogni cervello e di ogni occhio. In quell’origine, la realtà stessa oscillava tra due modi: materia e mente, condensazione e rarefazione, peso e leggerezza.
Aprire uno spazio nel punto Alfa significava anche aprire un tempo: qui e là, prima e dopo, ciò che osserva e ciò che è osservato. È lì che il soggetto è ciò che non è l’oggetto, e l’oggetto ciò che non è il soggetto; la mente ciò che non è la materia, e la materia ciò che non è la mente.
Mente e materia non sono nate una dall’altra: sono due stati vibrazionali di una stessa unità, come acqua e vapore, come luce e ombra. La mente è materia sottile; la materia è mente grossolana. Nella loro oscillazione, l’universo si percepisce e si genera.
Se vuoi, posso anche predisporre un diagramma concettuale circolare che rappresenti la relazione materia ↔ mente nel punto Alfa, con l’emergere simultaneo di spazio, tempo e soggetto/oggetto. Sarebbe un ottimo elemento grafico per il Manifesto.
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