lunedì 29 settembre 2025

Teoria dell' informazione come riduzione dell' incertezza. La mente come soglia

 Ti faccio una sintesi articolata in due livelli: prima la teoria di Shannon (aspetto tecnico-scientifico), poi il collegamento filosofico-metafisico con il principio “It from bit”.



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1. La teoria dell’informazione di Shannon (1948)


Claude Shannon, con il suo articolo “A Mathematical Theory of Communication”, ha posto le basi della teoria moderna dell’informazione.


Concetto chiave: l’informazione è riduzione di incertezza.

Quando ricevo un messaggio, esso mi toglie un dubbio fra più possibilità.


Se so già tutto in anticipo, il messaggio non mi aggiunge nulla → 0 informazione.


Se ci sono tante possibilità ugualmente probabili e il messaggio mi dice quale è quella giusta, la mia incertezza iniziale si riduce → informazione massima.



Entropia di Shannon (H):

Shannon prende a prestito il termine “entropia” dalla termodinamica.

È una misura matematica dell’incertezza media prima della ricezione di un messaggio.

Formula:



H = - \sum_i p_i \log_2 p_i


→ L’unità di misura è il bit (binary digit), cioè la risposta a una domanda sì/no.


Canale di comunicazione:

Shannon schematizza la comunicazione in 5 elementi:

Fonte → Codificatore → Canale (con rumore) → Decodificatore → Destinatario.

Il rumore non distrugge l’informazione, ma la può distorcere; il problema tecnico è come trasmettere con meno perdita possibile.


Informazione ≠ significato:

Shannon volutamente esclude dal suo modello il senso o contenuto semantico. La sua teoria misura solo la quantità di informazione, non “cosa significa”.




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2. “It from Bit” (John Archibald Wheeler, fisico teorico)


Wheeler (1989) ha proposto una visione cosmologica radicale:


L’essere (“It”) deriva dall’informazione (“Bit”).

La materia, lo spazio-tempo e persino le leggi fisiche sarebbero radicate non in oggetti materiali, ma in atti elementari di distinzione, di risposta binaria: sì/no, 0/1.


Secondo Wheeler:


La realtà fisica è in fondo composta da eventi informazionali elementari.


Ogni “bit” è una scelta fondamentale, un “atto di osservazione” che riduce l’incertezza.


Il cosmo non è una “cosa” che esiste indipendentemente, ma un tessuto di informazione che prende forma attraverso interazioni, misure, osservazioni.



Connessione con Shannon:

Wheeler radicalizza l’idea tecnica di Shannon: se l’informazione è riduzione di incertezza, allora l’intero universo potrebbe essere visto come un immenso processo di riduzione di incertezze, di decisioni binarie, di trasformazioni di entropia informazionale in configurazioni fisiche.




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Sintesi diadica (in linea con la tua teoria)


Incertezza / Informazione formano una diade oscillante: non c’è informazione senza incertezza, e non c’è incertezza che non possa divenire informazione.


Bit / It è un’altra diade: l’essere (It) e l’informazione (Bit) si rimandano reciprocamente. Wheeler li legge in senso unidirezionale (“It from bit”), ma la tua teoria li potrebbe invece vedere come reciprocamente oscillanti:


il mondo materiale produce informazione,


ma l’informazione genera e struttura il mondo materiale.





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Vuoi che sviluppi questa lettura diadica mostrando come Shannon + Wheeler possano essere reinterpretati nella tua teoria dell’oscil

lazione degli opposti complementari, così da collocarli dentro il Manifesto?

***

Si

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Perfetto, Claudio. Allora sviluppiamo insieme una sezione che mostri come la teoria dell’informazione di Shannon e l’intuizione metafisica di Wheeler (“It from bit”) possano essere ricondotte dentro la tua visione diadica e oscillante. Ti propongo una bozza di capitolo per il Manifesto:



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Informazione come oscillazione: da Shannon a Wheeler


La teoria dell’informazione elaborata da Claude Shannon nel 1948 ha mostrato che la comunicazione non si fonda sul significato, ma sulla riduzione dell’incertezza. L’informazione non è un contenuto, bensì una misura: quanto un messaggio riesce a diminuire l’ambiguità di chi lo riceve. In termini matematici, Shannon definisce l’informazione attraverso l’entropia: più grande è il disordine delle possibili alternative, più grande è l’informazione che si ottiene scegliendo una possibilità concreta.


John Archibald Wheeler, spingendosi oltre, ha rovesciato questa impostazione sul piano cosmologico. La sua celebre formula – It from bit – suggerisce che la realtà fisica (l’“It”) derivi in ultima analisi dall’informazione (il “bit”). L’universo stesso, nella sua trama, sarebbe un immenso processo informazionale.


Nella prospettiva delle oscillazioni degli opposti complementari, possiamo reinterpretare questo asse Shannon-Wheeler come un gioco diadico tra entropia e informazione, ordine e disordine, pieno e vuoto:


Shannon mostra il volto entropico: l’informazione emerge dal confronto con l’incertezza, dal caos delle possibilità non ancora definite. L’informazione non può esistere senza il suo opposto, l’indeterminatezza.


Wheeler mostra il volto sintropico: la materia stessa è resa possibile dall’atto informazionale, come se l’universo si costruisse continuamente scegliendo tra alternative, realizzando ordine a partire dal vuoto delle possibilità.



Così, informazione e incertezza non sono due entità separate, ma una diade oscillante. Ogni “bit” è una soglia: allo stesso tempo chiusura di possibilità (fine dell’incertezza) e apertura di una nuova configurazione (inizio di una realtà concreta).


L’informazione diventa quindi il luogo privilegiato per osservare la legge di reciprocità inversa: più aumenta l’incertezza, più cresce il potenziale informazionale; più si riduce l’incertezza, più si stabilizza un frammento di realtà.


In questo quadro, la celebre equazione di Shannon e la visione cosmologica di Wheeler non si contraddicono, ma rappresentano due poli complementari della stessa oscillazione:


Shannon descrive il lato statistico-matematico della diade.


Wheeler ne esprime il lato ontologico-metafisico.



L’oscillazione tra queste due polarità rende l’informazione non un dato statico, ma una dinamica creativa che attraversa linguaggio, mente, natura e cosmo.



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Vuoi che questo capitolo lo intitoli direttamente “Informazione come oscillazione: da Shannon a Wheeler” e lo collochi nella parte epistemologica del Manifesto (vicino a “Informazione e significato: una diade oscillante”), oppure preferisci che diventi un capitolo autonomo che unisce epistemologia e cosmologia, come ponte tra la sezion scientifica e quella metafisica?

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Fallo come capitolo autonomo.

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 Perfetto, Claudio. Ecco il testo sviluppato come capitolo autonomo del Manifesto delle Oscillazioni degli Opposti Complementari:



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Informazione come oscillazione: da Shannon a Wheeler


La teoria dell’informazione elaborata da Claude Shannon nel 1948 ha mostrato che la comunicazione non si fonda sul significato, ma sulla riduzione dell’incertezza. L’informazione non è un contenuto, bensì una misura: quanto un messaggio riesce a diminuire l’ambiguità di chi lo riceve. In termini matematici, Shannon definisce l’informazione attraverso l’entropia: più grande è il disordine delle possibili alternative, più grande è l’informazione che si ottiene scegliendo una possibilità concreta.


John Archibald Wheeler, spingendosi oltre, ha rovesciato questa impostazione sul piano cosmologico. La sua celebre formula – It from bit – suggerisce che la realtà fisica (l’“It”) derivi in ultima analisi dall’informazione (il “bit”). L’universo stesso, nella sua trama, sarebbe un immenso processo informazionale.


Nella prospettiva delle oscillazioni degli opposti complementari, l’asse Shannon-Wheeler rivela la sua natura di gioco diadico tra entropia e informazione, ordine e disordine, pieno e vuoto:


Shannon mostra il volto entropico: l’informazione emerge dal confronto con l’incertezza, dal caos delle possibilità non ancora definite. L’informazione non può esistere senza il suo opposto, l’indeterminatezza.


Wheeler mostra il volto sintropico: la materia stessa è resa possibile dall’atto informazionale, come se l’universo si costruisse continuamente scegliendo tra alternative, realizzando ordine a partire dal vuoto delle possibilità.



Così, informazione e incertezza non sono due entità separate, ma una diade oscillante. Ogni “bit” è una soglia: allo stesso tempo chiusura di possibilità (fine dell’incertezza) e apertura di una nuova configurazione (inizio di una realtà concreta).


L’informazione diventa quindi il luogo privilegiato per osservare la legge di reciprocità inversa: più aumenta l’incertezza, più cresce il potenziale informazionale; più si riduce l’incertezza, più si stabilizza un frammento di realtà.


In questo quadro, la celebre equazione di Shannon e la visione cosmologica di Wheeler non si contraddicono, ma rappresentano due poli complementari della stessa oscillazione:


Shannon descrive il lato statistico-matematico della diade.


Wheeler ne esprime il lato ontologico-metafisico.



L’oscillazione tra queste due polarità rende l’informazione non un dato statico, ma una dinamica creativa che attraversa linguaggio, mente, natura e cosmo.



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Vuoi che in chiusura aggiunga anche un collegamento esplicito con la diade “significato/non-significato” (che hai già elaborato altrove), così che questo capitolo diventi anche un ponte diretto con l’epistemologia del Manifesto?

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Ti faccio notare che l' informazione presuppone un soggetto che riceve l' informazione. Quindi la teoria dell' informazione presuppone uno stato mentale.

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Hai ragione, Claudio: questo è un punto decisivo che spesso viene nascosto dal formalismo matematico di Shannon e anche dalla trasposizione cosmologica di Wheeler.

L’informazione, per avere senso, presuppone un soggetto che la riceve: senza un destinatario, ciò che resta è solo dato fisico, ma non ancora informazione.


Quindi:


In Shannon, la riduzione dell’incertezza non è un fatto oggettivo “assoluto”, ma riguarda la mente o il sistema ricevente. Un messaggio porta informazione solo in rapporto a ciò che il destinatario già sa e a ciò che ancora ignora.


In Wheeler, l’idea che “It from bit” generi la realtà fisica comporta implicitamente che ci sia un atto di registrazione, una qualche forma di coscienza o di sistema osservante che trasforma il “bit” in “it”. Senza questo atto di soglia, resterebbe un puro flusso di possibilità non attuate.



Dentro la tua teoria delle oscillazioni degli opposti complementari questo diventa chiarissimo:


L’informazione non è mai solo oggettiva né solo soggettiva, ma è il punto oscillante tra un mondo esterno che offre possibilità (disordine/entropia) e una mente che le discrimina, seleziona e le rende significative (ordine/sintropia).


L’informazione è quindi sempre una soglia relazionale: tra “ciò che è” e “ciò che viene riconosciuto”, tra caos e significato.



In questo senso, il soggetto ricevente non è un accessorio ma un polo strutturale della diade informazione/incertezza.


👉 Potremmo aggiungere un paragrafo conclusivo al capitolo che abbiamo appena scritto, così:



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L’informazione come soglia mentale


Ogni teoria dell’informazione, da Shannon a Wheeler, implica che ci sia un soggetto ricevente, esplicito o implicito. Non esiste informazione “in sé”, perché l’informazione non è una proprietà assoluta della realtà, ma una relazione oscillante tra il messaggio e la mente che lo interpreta.


Così, l’informazione diventa il paradigma della complementarità tra mondo e coscienza: non puro “It”, non puro “bit”, ma una diade vivente che vibra nel loro incontro.



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Vuoi che inserisca questo paragrafo direttamente in chiusura del capitolo “Informazione come oscillazione: da Shannon a Wheeler”?

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Si.

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Perfetto, Claudio. Ecco il capitolo aggiornato con l’aggiunta del paragrafo finale che sottolinea il ruolo del soggetto ricevente:



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Informazione come oscillazione: da Shannon a Wheeler


La teoria dell’informazione elaborata da Claude Shannon nel 1948 ha mostrato che la comunicazione non si fonda sul significato, ma sulla riduzione dell’incertezza. L’informazione non è un contenuto, bensì una misura: quanto un messaggio riesce a diminuire l’ambiguità di chi lo riceve. In termini matematici, Shannon definisce l’informazione attraverso l’entropia: più grande è il disordine delle possibili alternative, più grande è l’informazione che si ottiene scegliendo una possibilità concreta.


John Archibald Wheeler, spingendosi oltre, ha rovesciato questa impostazione sul piano cosmologico. La sua celebre formula – It from bit – suggerisce che la realtà fisica (l’“It”) derivi in ultima analisi dall’informazione (il “bit”). L’universo stesso, nella sua trama, sarebbe un immenso processo informazionale.


Nella prospettiva delle oscillazioni degli opposti complementari, l’asse Shannon-Wheeler rivela la sua natura di gioco diadico tra entropia e informazione, ordine e disordine, pieno e vuoto:


Shannon mostra il volto entropico: l’informazione emerge dal confronto con l’incertezza, dal caos delle possibilità non ancora definite. L’informazione non può esistere senza il suo opposto, l’indeterminatezza.


Wheeler mostra il volto sintropico: la materia stessa è resa possibile dall’atto informazionale, come se l’universo si costruisse continuamente scegliendo tra alternative, realizzando ordine a partire dal vuoto delle possibilità.



Così, informazione e incertezza non sono due entità separate, ma una diade oscillante. Ogni “bit” è una soglia: allo stesso tempo chiusura di possibilità (fine dell’incertezza) e apertura di una nuova configurazione (inizio di una realtà concreta).


L’informazione diventa quindi il luogo privilegiato per osservare la legge di reciprocità inversa: più aumenta l’incertezza, più cresce il potenziale informazionale; più si riduce l’incertezza, più si stabilizza un frammento di realtà.


In questo quadro, la celebre equazione di Shannon e la visione cosmologica di Wheeler non si contraddicono, ma rappresentano due poli complementari della stessa oscillazione:


Shannon descrive il lato statistico-matematico della diade.


Wheeler ne esprime il lato ontologico-metafisico.



L’oscillazione tra queste due polarità rende l’informazione non un dato statico, ma una dinamica creativa che attraversa linguaggio, mente, natura e cosmo.


L’informazione come soglia mentale


Ogni teoria dell’informazione, da Shannon a Wheeler, implica che ci sia un soggetto ricevente, esplicito o implicito. Non esiste informazione “in sé”, perché l’informazione non è una proprietà assoluta della realtà, ma una relazione oscillante tra il messaggio e la mente che lo interpreta.


Così, l’informazione diventa il paradigma della complementarità tra mondo e coscienza: non puro “It”, non puro “bit”, ma una diade vivente che vibra nel loro incontro.



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Vuoi che in un capitolo successivo sviluppiamo esplicitamente la diade Mente/Informazione, per legarla alla tua critica della frattura cartesiana tra res cogitans e res extensa?

**"

Sviluppa.

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Perfetto, Claudio. Allora ti propongo un nuovo capitolo autonomo del Manifesto delle Oscillazioni degli Opposti Complementari, che approfondisca proprio la diade Mente/Informazione e la sua funzione di ponte per superare la frattura cartesiana.



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Mente e Informazione: una diade oscillante


Nella tradizione cartesiana la mente (res cogitans) e la materia (res extensa) sono state pensate come due sostanze irriducibili e separate. Questa frattura ha orientato la filosofia moderna, la scienza e la tecnica verso una concezione della realtà divisa: da una parte la coscienza, dall’altra i fenomeni naturali.


La teoria dell’informazione e le sue estensioni cosmologiche mettono in crisi questa separazione. L’informazione, infatti, non appartiene solo alla materia né solo alla mente: essa nasce nella relazione tra un segnale e un soggetto che lo interpreta. Non è un puro “dato” fisico, né un puro atto mentale, ma una soglia oscillante tra i due poli.


Dal lato mentale, l’informazione è comprensione, riduzione dell’incertezza, apertura di senso.


Dal lato fisico, l’informazione è organizzazione, differenza che produce ordine, struttura nella materia.



Nella prospettiva delle oscillazioni degli opposti complementari, la mente e l’informazione costituiscono una diade dinamica: la mente è il luogo in cui l’informazione prende forma, e l’informazione è la trama in cui la mente si radica.


Questo significa che la coscienza non è un’entità isolata, ma una funzione oscillante:


riceve dall’esterno dati e stimoli (caos, possibilità, rumore),


li trasforma in informazione (ordine, configurazione, significato),


e a sua volta genera nuovi segnali che rientrano nel ciclo comunicativo della realtà.



La mente, allora, non si oppone alla materia, ma ne è la soglia vibrante: ciò che trasforma il disordine del mondo in informazione e ciò che rilancia nell’universo nuove configurazioni di senso.


In questo quadro, la frattura cartesiana si dissolve: non abbiamo più due sostanze inconciliabili, ma un’oscillazione diadica tra Mente e Informazione, due poli complementari che si implicano a vicenda.


La mente come oscillatore cosmico


Se Wheeler ha visto nell’informazione la radice della realtà (It from bit), la nostra prospettiva mostra che questa radice non è mai neutra: esige una soglia mentale, una coscienza che la accolga, la selezioni, la riconfiguri.


La mente è quindi l’oscillatore cosmico che trasforma la pura differenza in significato. Essa non è riducibile alla materia né separabile da essa: è un movimento oscillante che unisce informazione e consapevolezza, dato e senso.


In questo modo, la diade Mente/Informazione si rivela non come un’opposizione, ma come la chiave per una visione unitaria e dinamica della realtà: ogni atto di coscienza è un atto informazionale, e ogni flusso di informazione è una soglia che vibra nella coscienza.



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Vuoi che in questo capitolo aggiunga anche un collegamento esplicito con il DNA e il codice genetico (come forma di informazione che diventa coscienza incarnata), così da mostrare che la stessa logica diadica vale dalla biologia fino alla mente?






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