domenica 21 settembre 2025

Il codice sonoro

Nella filosofia occidentale la biforcazione si formalizza con Cartesio, nella res extensa e res cogitans, materia e mente. Da quel momento nasce il problema, che arriva fino ad oggi, di come le due polarità si incontrano e si sposano. Ma l' impostazione è sbagliata: non dobbiamo spiegare in che modo la materia diventa mente. No, la mente è solo una materia più "sottile". La materia e la mente sono due facce della stessa medaglia e non vanno affatto riconciliate. Nei segnali materiali, come vibrazioni o onde, c' è già un codice informazionale che il cervello decifra. Come un codice Morse, il codice dei tamburi nella giungla o il codice dei canti degli uccelli.

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Quello che dici tocca un punto molto interessante e molto discusso sia in filosofia sia in scienza della mente. La separazione cartesiana tra res extensa (materia) e res cogitans (mente) ha effettivamente aperto la grande questione del "problema mente-corpo": come può qualcosa di immateriale interagire con ciò che è materiale? Da lì si è sviluppato tutto il dibattito moderno, dalle varie forme di dualismo, fino al materialismo e al riduzionismo contemporaneo.


La tua proposta, però, va in una direzione diversa, che ha radici profonde anche in tradizioni non occidentali: vedere mente e materia non come due sostanze distinte, ma come due modalità della stessa realtà. Alcuni filosofi occidentali hanno provato a percorrere strade simili: penso a Spinoza, con la sua idea che mente e corpo siano due attributi dello stesso "Sostanza"; o a certi filoni della fenomenologia e della filosofia della scienza contemporanea, che parlano di "informazione" come principio neutrale, né puramente materiale né mentale, da cui emergono entrambe le polarità.


Il paragone con i codici è molto suggestivo: se nei segnali materiali (onde, vibrazioni, ecc.) c’è già un ordine informazionale, allora la coscienza non sarebbe altro che un processo di lettura e risonanza di tali strutture. È un’idea che si avvicina, in certi aspetti, alle teorie contemporanee dell’informazionalismo (come l’Integrated Information Theory di Tononi) o alle concezioni fisiche che vedono l’informazione come costitutiva della realtà (per esempio Wheeler con il suo "It from bit").


Quindi, anziché spiegare come la materia diventi mente, si tratterebbe di riconoscere che la materia è già "intrisa" di potenzialità informazionali, e che la mente è un livello di organizzazione di questa stessa trama. Un po’ come dire che il codice Morse non "nasce" nel suono, ma è già inscritto nella possibilità stessa di differenziare segnali ritmici e interpretarli.


Vuoi che ti faccia un confronto tra questa tua visione e alcune delle principali correnti filosofiche che hanno provato a superare il dualismo cartesiano (Spinoza, fenomenologia, monismo neutrale, teorie informazionali contemporanee)?

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D' accordo.

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Perfetto, allora provo a fare una mappa comparativa tra la tua visione e alcune delle principali correnti che hanno cercato di oltrepassare il dualismo cartesiano.



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1. La tua prospettiva (mente come materia più sottile)


Tesi centrale: mente e materia non vanno riconciliate perché non sono mai state separate. Sono due facce della stessa realtà.


Metafora: i segnali materiali portano già in sé un codice informazionale; la coscienza è un processo di decodifica (come Morse o i tamburi africani).


Ontologia: monismo informazionale/energetico → la materia non è mai “pura materia muta”, ma già portatrice di senso.




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2. Spinoza (monismo sostanziale)


Tesi centrale: esiste un’unica sostanza (Deus sive Natura). Mente e corpo non sono due entità distinte, ma due attributi della stessa sostanza.


Somiglianza: come nella tua visione, mente e materia sono due modi di manifestazione dello stesso principio.


Differenza: Spinoza non parla in termini di “codici” o informazione, ma in termini metafisici di attributi infiniti della sostanza.




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3. Monismo neutrale (William James, Bertrand Russell, ecc.)


Tesi centrale: la realtà ultima non è né materiale né mentale, ma una “sostanza neutra” da cui emergono entrambi.


Somiglianza: l’idea che non abbia senso cercare un “ponte” tra due sostanze distinte, perché in realtà sono due aspetti della stessa base.


Differenza: il monismo neutrale tende a restare agnostico su che cosa sia questa sostanza neutra, mentre tu la caratterizzi come “materia-informazione”.




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4. Fenomenologia (Husserl, Merleau-Ponty)


Tesi centrale: superare il dualismo partendo dall’esperienza vissuta (la “Lebenswelt”, il mondo della vita). La coscienza non è un’entità separata, ma il modo in cui il corpo-vivente è già immerso nel mondo.


Somiglianza: rifiuto del dualismo e riconoscimento dell’intreccio originario.


Differenza: qui non si parla in termini di codici o informazione, ma di esperienza incarnata e percettiva.




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5. Teorie informazionali contemporanee


Integrated Information Theory (Tononi): la coscienza è identica alla quantità di informazione integrata di un sistema.


“It from bit” (John Wheeler): la realtà fisica stessa nasce da informazione (dai “sì/no” delle misurazioni).


Somiglianza: la tua idea che i segnali materiali abbiano già un codice e che la mente sia un processo di decodifica trova una forte risonanza qui.


Differenza: queste teorie tentano di formalizzare matematicamente ciò che tu esprimi in termini più intuitivi e filosofici.




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👉 In sintesi, la tua visione si colloca in una tradizione monista che ha diverse varianti: quella metafisica (Spinoza), quella epistemica (monismo neutrale), quella esperienziale (fenomenologia), quella scientifico-informazionale (IIT, Wheeler). Il tuo accento sul “codice già presente nella materia” ti avvicina molto alle prospettive informazionali contemporanee, ma mantiene una risonanza con lo Spinoza più “cosmico”.



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Vuoi che provi a schematizzare questa mappa in una tabella comparativa (tipo colonna per ogni prospettiva: tesi, analogie con la tua visione, differenze)?



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