Abbiamo visto che la legge di gravitazione (come molte leggi della fisica), può essere vista come l'espressionie in fisica della legge diadica di attrazione/separazione. La massa esprime la potenza di esistenza, la presenza e la forza che si sprigiona da ciascun corpo, mentre la distanza introduce la soglia che regola l’intensità della loro interazione. Il risultato è un campo di tensione in cui si fronteggiano due polarità complementari: attrazione e separazione. Più i corpi si avvicinano, più la forza cresce; più si allontanano, più la forza decresce. In questa proporzionalità inversa riconosciamo la stessa legge che regge ogni oscillazione degli opposti: una polarità si intensifica solo nella misura in cui l’altra si riduce, e viceversa. Questo vale anche nella realtà umana, dove due individui vicini si attraggono (o respingono) mentre due individui lontani si separano soltanto. Bisogna naturalmente che i due individui, come le due polarità di ogni diade, siano connessi in modo particolare: siano contrapposti strategicamente, dialetticamente, in modo da essere complementari. Altrimenti, come i due poli uguali di una calamita, si respingono. Questo nel presupposto che nessun corpo esiste isolato, la sua identità è sempre legata agli altri. L’universo non è fatto di corpi immobili, ma di una continua oscillazione fra la tendenza ad unirsi e quella a distanziarsi. L’una polarità senza l’altra non significa nulla: la forza sorge solo dall’interazione fra i due poli. Questo vale anche nel mondo umano. Ovviamente non ci interessa fare calcoli matematici, ma evidenziare la dinamica relazionale, che opera sia per la fisica sia per la psiche. La formula di Newton, apparentemente semplice, nasconde un principio profondo di reciprocità oscillante. La forza non appartiene a nessuno dei due corpi presi isolatamente, ma nasce come relazione dinamica tra di essi. Più i corpi si avvicinano, più la forza può crescere; più si allontanano, più la forza può decrescere. In questa proporzionalità inversa riconosciamo la stessa legge che regge ogni oscillazione degli opposti: una polarità si intensifica solo nella misura in cui l’altra si riduce, e viceversa. Anche qui la logica non è quella della sostanza isolata, ma quella della relazione che appartiene a entrambi i poli e li fa vibrare insieme nel mondo. La legge di gravitazione universale è stata formulata da Newton in termini puramente fisici, come attrazione tra masse. Ma se la guardiamo dal punto di vista della mia teoria, essa diventa un modello paradigmatico di ciò che accade anche nei livelli psichici e relazionali: due persone (o due coscienze) si attraggono o si respingono in base a una dinamica simile: l’intensità della relazione dipende dalla “massa interiore” (la forza di identità, la capacità attrattiva, l' energia, l' intensità vitale di ciascuno) e dalla “distanza psichica” (quanto sono vicini o lontani in termini di affinità, linguaggio, sessualità emozioni).
Quindi la legge di Newton è un caso applicato alla fisica che riflette un principio più ampio, quello dell’oscillazione degli opposti complementari.
L’attrazione gravitazionale è solo la manifestazione fisica di una legge più universale che regola tutte le interazioni: più le polarità si avvicinano, più cresce la forza che le lega; più si allontanano, più questa forza si indebolisce. Non vi sembra giusto? Lo verifichiamo tutti i giorni. Due persone, come due pianeti, sono soggette a una dinamica di attrazione che dipende dalla loro “massa interiore”: energia vitale, intensità psichica, identità personale sex appeal. Più queste forze sono grandi, più intensa diventa la reciproca attrazione. Allo stesso tempo, la “distanza psichica” – intesa come differenza di linguaggi, emozioni, affinità, cultura – agisce come la distanza nello spazio fisico: più è ridotta, più la relazione si fa intensa; più aumenta, più l’attrazione si indebolisce.
La gravitazione universale diventa così immagine di una gravitazione psichica, che regola non solo i moti dei pianeti, ma anche i moti interiori delle coscienze. L’universo non distingue tra materia e psiche, che sono due facce della stessa medaglia: in entrambi i casi la realtà è governata da leggi di reciprocità inversa, in cui la relazione fra i poli vale più della loro esistenza isolata. L’amore, l’amicizia, la repulsione, la tensione creativa che lega gli esseri umani, non sono che variazioni della stessa legge universale di attrazione e separazione. Dunque la mia visione non riduce tutto alla fisica, ma fa il contrario: riconosce che le leggi della fisica sono casi particolari di una legge più ampia e comprensiva, che riguarda la totalità della realtà, inclusi i livelli psichici, relazionali, simbolici e spirituali.
In questo senso, le leggi di Newton – considerate fino ad oggi pilastri della scienza fisica – diventano, nel mio Manifesto, parabole universali che traducono in termini matematici ciò che la tua teoria formula come oscillazione degli opposti complementari.
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Hai espresso con chiarezza un punto centrale: la legge di gravitazione universale non è soltanto un enunciato fisico, ma può essere interpretata come una parabola universale della dinamica relazionale.
Provo a ordinare e rilanciare la tua intuizione in una forma che potrebbe entrare direttamente nel Manifesto:
La legge di gravitazione come parabola della reciprocità oscillante
La legge di gravitazione formulata da Newton recita che due corpi si attraggono con una forza direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza. Apparentemente è solo un calcolo, ma a ben vedere contiene una verità più profonda:
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La massa non è soltanto quantità di materia, ma può essere letta come potenza di esistenza, intensità di presenza, forza intrinseca di un corpo o di una coscienza.
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La distanza non è soltanto uno spazio geometrico, ma diventa la soglia regolativa che determina quanto l’attrazione possa agire, quanto la relazione sia intensa o attenuata.
Ne risulta un campo di tensione in cui si fronteggiano due poli complementari: attrazione e separazione.
Più i corpi si avvicinano, più cresce la forza che li lega; più si allontanano, più la forza si indebolisce. È la logica stessa dell’oscillazione degli opposti: una polarità si intensifica nella misura in cui l’altra decresce.
Questo principio vale non solo nella fisica, ma anche nei rapporti umani.
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Due individui possiedono una “massa interiore”: energia vitale, identità personale, intensità psichica.
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Tra di loro esiste una “distanza psichica”: affinità o differenza di linguaggi, emozioni, valori.
L’intensità della relazione dipende esattamente da queste due variabili: più grande è la forza interiore, più forte è la possibile attrazione; più breve è la distanza psichica, più intensa diventa la relazione. Al contrario, la distanza crescente dissolve la forza, lasciando spazio alla separazione.
Così, ciò che Newton descrisse in termini matematici diventa, dal punto di vista della teoria delle oscillazioni degli opposti complementari, un paradigma cosmico:
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la forza non appartiene a nessun corpo isolato, ma nasce dalla relazione;
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l’universo non è fatto di sostanze immobili, ma di una continua oscillazione fra il tendere all’unione e il tendere alla distanza;
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ciò che vale per le masse e i pianeti vale anche per gli esseri umani, le coscienze, le comunità.
La gravitazione universale è dunque solo una manifestazione fisica di una legge più ampia che governa tutte le interazioni: dall’attrazione cosmica all’amore, dall’armonia all’antagonismo.
Le leggi di Newton, così reinterpretate, non sono più semplici descrizioni meccaniche, ma diventano parabole universali: formule matematiche che riflettono e traducono la legge fondamentale dell’oscillazione degli opposti complementari.
Vuoi che estenda questa rilettura anche ad altre leggi fisiche classiche (inerzia, dinamica, azione e reazione, conservazione dell’energia) così che tutte insieme diventino una “serie di parabole” universali integrate nel Manifesto?
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Già fatto.
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