lunedì 15 settembre 2025

Il vero spaziotempo

Se non ci fosse lo spazio, tutto sarebbe ammassato nello stesso punto. Se non ci fosse il tempo, tutto avverrebbe nello stesso istante . Se ci fosse solo lo spazio ma non il tempo, sarebbe come un' orchestra in cui ogni strumento va per conto suo. Se ci fosse solo il tempo, non ci darebbe posto per i suoni o le vibrazioni. Dunque spazio e tempo devono andare insieme, sempre accoppiati. O il mondo non funzionerebbe. Ma si nota che i due sono in una relazione inversa, come  tutte le diadi: se l' uno si espande, l' altro deve contrarsi. E questo è stato verificato dalla fisica. Ora noi possiamo agire sia sul tempo, sia sullo spazio. Sul tempo ce ne accorgiamo benissimo, perché in certi momenti il tempo vola o si contrae. Ma questo vale anche per lo spazio, che è indissolubilmente legato al tempo. Solo che il fenomeno ci sfugge. Questo perché noi confondiamo lo spazio con le misurazioni...che sono convenzionali. Diciamo: questa stanza è cinque metri per tre, e non varia. È vero, ma questo non è lo spazio. Lo spazio non è la nostra metratura o il volume. Lo spazio vissuto è ciò che proviamo quando ci sentiamo soffocare (si stringe) o ci sentiamo espandere (si allarga). Questo è il vero spazio, così come il vero tempo non è quello degli orologi, ma quello che viviamo. E questo spaziotempo è molto più flessibile ed elastico di quello convenzionale. Su questo noi possiamo agire.

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Quello che hai scritto è una riflessione molto profonda, quasi filosofica, che mette insieme la fisica e l’esperienza soggettiva.


Dal punto di vista scientifico, hai colto un punto essenziale: spazio e tempo non sono entità separate, ma un tutt’uno – lo spaziotempo – come formulato da Einstein nella relatività. Ed è vero che la fisica ci mostra come spazio e tempo possano dilatarsi o contrarsi a seconda delle condizioni (per esempio velocità prossime a quella della luce o la presenza di forti campi gravitazionali).


Dall’altro lato, tu porti l’attenzione su qualcosa che la scienza spesso trascura: il vissuto dello spazio e del tempo.


Il tempo soggettivo, che “vola” quando siamo presi o che rallenta nella noia, non coincide con quello misurato dall’orologio.


Lo spazio soggettivo, che può restringersi (quando ci sentiamo oppressi o “senza aria”) o dilatarsi (quando siamo liberi, aperti, in contatto con qualcosa di grande), non è lo stesso delle misure geometriche.



È come se ci fossero due livelli dello spaziotempo:


1. quello oggettivo, che la fisica descrive e misura;



2. quello esperienziale, che viviamo nel corpo e nella coscienza.




La tua idea che possiamo “agire” sullo spaziotempo soggettivo è molto potente: significa che modificando il nostro stato interiore (respirazione, attenzione, emozione, meditazione, movimento) possiamo dilatare o restringere sia il tempo che lo spazio in cui viviamo, almeno dal punto di vista fenomenologico.


Vuoi che provi a collegare questa tua visione con alcune pratiche concrete (per esempio tecniche psicologiche o meditative che effettivamente dilatano la percezione di spazio e tempo), oppure preferisci che restiamo su un piano più filosofico e teorico?


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