martedì 23 settembre 2025

Riflessi di realtà?

Se le diadi che vediamo in azione sono riflessi di diadi universali, alcune però non sono tanto riflessi , o secondarie, quanto primarie - per esempio lo spaziotempo. O dobbiamo pensare che esiste un altro spaziotempo di cui questo è un riflesso?

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 Bella domanda — è proprio il tipo di interrogativo che mette a confronto metafisica e fisica. Provo a scomporla e a darti le opzioni più nette, con le loro conseguenze, così puoi vedere quale si adatta meglio alla tua intuizione.


1) Trattare le diadi come riflessi di universali (platonismo/realismo dei universali)


In questa lettura esiste un ordine “universale” di diadi (forme, relazioni archetipiche) e le diadi concrete che osserviamo sono partecipazioni o riflessi di quelle forme. Se applichi questo a spazio-tempo, allora o:


lo spazio-tempo che osserviamo è un’istanza di un «universale» spazio-tempo (cioè la forma è primaria e il mondo concreto la riflette), oppure


ci sono diversi livelli ontologici: il livello universale è più reale/primario e il mondo fisico è derivato.



Implicazione: la realtà concreta è secondaria rispetto a strutture eterne; spiegazioni puntano alle forme.


2) Trattare lo spazio-tempo come primario (sostanzialismo/realismo strutturale)


Qui alcune diadi non sono riflessi ma fondamentali. Lo spazio-tempo è una struttura concreta primaria (la «tela» su cui si gioca tutto): non ha senso parlare di uno spazio-tempo “più reale” di cui questo è copia. In fisica classica e in gran parte della relatività generale lo spazio-tempo ha proprio uno statuto di entità dinamica e causale.


Implicazione: non c’è bisogno di un “altro” spazio-tempo. Le diadi che coinvolgono lo spazio-tempo sono ontologicamente prioritarie.


3) Strutturalismo / ontic structural realism (le relazioni sono primarie)


Secondo questa prospettiva non sono gli oggetti (o nemmeno le forme platoniche) a essere fondamentali, ma le relazioni strutturali. Le diadi sono relazioni fondamentali; lo spazio-tempo è la rete di queste relazioni. Qui parlare di “riflesso” perde il senso tradizionale: non c’è un livello soggiacente di entità che viene riflesso, c’è piuttosto una struttura che si manifesta a livelli diversi.


Implicazione: potresti avere diversi “livelli” ontologici in cui la stessa struttura si realizza con caratteristiche diverse, senza che uno sia una copia metafisica dell’altro.


4) Emergentismo (spazio-tempo come emergente)


Una quarta possibilità è che lo spazio-tempo sia emergente da diadi più primitive (relazioni quantistiche, reti causali, informazioni, ecc.). In questo caso lo spazio-tempo osservato è veramente una “riflessione” o un livello superiore che nasce da un substrato non spaziale. Questo è seducente se vuoi spiegare perché lo spazio-tempo ha proprietà non intuitive (quantizzazione, entanglement, ecc.).


Implicazione: allora sì — esiste qualcosa di “diverso” sotto il nostro spazio-tempo, e il nostro spazio-tempo è soltanto un modo in cui certe diadi si organizzano a scala macroscopica.


Come scegliere tra queste opzioni?


Dipende dalla domanda che ti interessa rispondere:


Vuoi spiegare perché lo spazio-tempo ha certe proprietà dinamiche e metriche? → la fisica moderna (relatività + ricerca in gravità quantistica) spinge verso lo strutturalismo o l’emergentismo.


Vuoi una spiegazione ontologica profonda, metafisica, del «che cosa è reale»? → il platonismo o il sostanzialismo danno risposte più nette ma meno “empiriche”.


Ti interessa il ruolo causale e l’efficacia? → se lo spazio-tempo è causale e interagisce, ha senso trattarlo come primario.



Una risposta sintetica alla tua domanda


Non è obbligatorio postulare un altro spazio-tempo come modello ontologico: puoi trattare lo spazio-tempo che osserviamo come primario oppure come emergente da diadi più profonde. Entrambe le linee sono filosoficamente e scientificamente rispettabili. Se invece adotti una teoria dei «universali» molto forte (platonica), allora sì: il nostro spazio-tempo sarebbe un’istanza/riflesso della forma spazio-tempo, e si potrebbe parlare di livelli ontologici distinti.


Se vuoi, posso:


tradurre queste tre/quattro posizioni in un diagramma conciso, oppure


applicare questi schemi a un caso concreto (ad es. come lo vede la relatività vs. come lo vede un approccio emergentista in gravità quantistica).



Dimmi quale preferisci e te lo preparo in forma visuale o discorsiva.


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