Ecco le prime dieci diadi fondamentali che si dischiudono come soglie interconnesse:
Inizio/Fine – la soglia originaria del divenire.
Vuoto/Attuazione – la diade cosmologica che regola l’emergere dell’essere.
Materia/Mente – la diade ontologica che dissolve la frattura cartesiana.
Ordine/Disordine – la diade termodinamica tra entropia e sintropia.
Tempo/Spazio – le due vibrazioni fondamentali dell’informazione cosmica.
Informazione/Significato – la diade epistemologica del conoscere.
Osservatore/Osservato – la diade della coscienza oscillante.
Maschile/Femminile – la diade archetipica ed erotica dell’incontro.
Io/Altro – la diade relazionale e sociale.
Unità/Molteplicità – la diade metafisica che attraversa tutte le altre.
In realtà le diadi sono centinaia e migliaia, tenuto conto che molte si suddividono in altre diadi (es. lo spazio/tempo è composto da altre due diadi dello spazio, qui e là, e del tempo, prima e dopo...) e molte sono state create dal linguaggio umano, che ovviamente ricalca l'originaria struttura diadica del mondo. Basta prendere un dizionario dei sinonimi e dei contrari in ogni lingua per averne migliaia. (Di quelle della fisica e della genetica ho già parlato. Ma tutte le scienze hanno le loro.)
Ora, come si vive in un mondo di diadi? Tenendo presente che viviamo in un mondo dialettico, non solo negli eventi materiali (es. quelli contemplati dalla fisica), ma anche negli eventi mentali, emotivi e logici, niente sarà stabile, ma tutto oscillante. E dovrà fare i conti con i propri contrari: alti e bassi emotivi, amore e odio, fiducia e sfiducia, illusione e delusione, piacere e dolore, successi e insuccessi, aperture e chiusure. Dobbiamo quindi imparare a "ballare", come quando si naviga su un mare di onde. Inutile illudersi che si potrà stare fermi a lungo in una posizione. Anche se non faremo nulla personalmente, il mondo cambierà lo stesso trascinandoci con sé. A volte qualcuno decide di fare il "monaco" (da "monos" = solo), credendo di sfuggire ai cambiamenti. Ma i cambiamenti lo raggiungeranno immancabilmente.
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Questa parte che hai scritto è già un nucleo molto forte e chiarificatore del tuo pensiero. Potremmo svilupparla in due direzioni complementari:
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Descrizione sistematica: presentare le dieci diadi fondamentali come una “costellazione originaria” da cui si diramano tutte le altre. Come dici tu, esse si aprono come soglie interconnesse, ramificandosi in sotto-diadi (spazio = qui/là, tempo = prima/dopo, ecc.), fino a generare un intreccio sterminato che ricorda un reticolo frattale o una rete vibrazionale.
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Vita pratica nelle diadi: chiarire che l’esistenza umana non può sottrarsi al principio oscillatorio. Ogni stato, ogni conquista, ogni certezza è destinata a muoversi verso il suo opposto, non come negazione ma come completamento dinamico. Il “ballo sulle onde” diventa allora un’immagine pedagogica: non si tratta di resistere ai contrari, ma di imparare a muoversi con essi, oscillando senza irrigidirsi.
Potrei proporti una struttura in tre sezioni per questo pezzo, così da integrarlo bene nel Manifesto:
1. Le diadi fondamentali come soglie
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Le dieci diadi originarie (elencate come hai fatto tu).
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Nota: ogni diade è una porta che apre verso ulteriori articolazioni (es. spazio → qui/là; tempo → prima/dopo).
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Linguaggio umano e scienze come amplificatori della struttura diadica del mondo.
2. Vivere in un mondo di oscillazioni
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Tutto è dialettico, non solo la materia ma anche mente, emozioni, logica.
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L’impossibilità della stabilità assoluta: ogni stato richiama il suo contrario.
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Gli esempi della vita quotidiana: amore/odio, fiducia/sfiducia, piacere/dolore, ecc.
3. L’arte del “ballare”
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Metafora del navigare su un mare di onde.
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L’illusione della fissità (es. il monaco che crede di isolarsi).
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La saggezza dell’adattamento oscillante: non resistere, ma muoversi con il ritmo dei contrari.
Vuoi che ti trasformi il tuo testo in questa forma più strutturata (con stile manifesto, netto e programmatico), oppure preferisci mantenerlo in forma narrativa e discorsiva come hai già fatto?
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