La
coscienza come interazione fra le cose
La coscienza è dovuta alla simmetria dell’universo,
è la simmetria dell’universo. Che cosa si intende con questo?
Innanzitutto la coscienza non è una sostanza secreta
dal cervello, ma è il contrario: è ciò che ha permesso al cervello di
svilupparsi. Ed è una funzione, cioè non indica degli oggetti, ma una
relazione, una interazione fra due oggetti
(qualsiasi, non necessariamente matematici).
Qui il termine “funzione” indica che fra due oggetti
si instaura una speciale relazione che, da una parte li unisce, ma dall’altra
li contrappone. Un po’ come il rapporto fra yang e yin, in cui i due poli sono
in realtà due fenomeni che si contrappongono ma sono l’uno l’immagine
simmetrica dell’altro – e sono l’uno in funzione dell’altro.
Per fare un esempio, l’inspirazione e l’espirazione
sono due movimenti della respirazione, l’uno in funzione dell’altro, l’uno
indispensabile all’altro, l’uno la controparte dell’altro. Non possono esistere
da soli per formare la respirazione: mentre sono l’uno il contrario dell’altro
(in quanto l’uno riempie e l’altro svuota) ma devono andare insieme.
Questo succede per la stragrande maggioranza dei
processi, che scaturiscono dall’incontro /scontro fra due entità che si
collegano temporaneamente o per sempre. Se ognuna se ne andasse per la propria
strada, non ci sarebbe nessun processo, perché non ci sarebbe nessuna
interazione fra le cose.
Le cose invece devono essere collegate, per lo più a
coppie, per dar vita… alla vita! Pensiamo, per esempio, al maschio e alla
femmina, che sono l’uno una struttura speculare all’altra ma che si attraggono
e si uniscono per generare, per dare origine alla funzione riproduttiva. Se
rimanessero isolate, non genererebbero nulla.
L’attrazione
fra i due corpi deriva naturalmente da questa specularità inversa, da questo
contrasto simmetrico fra i due poli. Ma esiste anche fra due corpi che entrano
in contatto l’uno con l’altro.
Prendiamo la forza di gravità che è una forza
attrattiva tra due corpi dotati di massa. È responsabile dell'attrazione che un
corpo esercita su un altro, causando il fenomeno del peso e mantenendo i corpi
in orbita intorno ad altri corpi più massicci, come la Terra intorno al Sole. Ma
alcuni studi ipotizzano una forza di gravità anche senza massa dei corpi. Il
che andrebbe bene per la nostra teoria sulle interazioni non fisiche.
Questa forza attrattiva esiste a tutti i livelli, al
di là del senso ristretto che gli da la fisica, perché i corpi (non solo quelli
della fisica) devono essere in relazione per generare qualcosa: lo abbiamo
appena visto.
Questo schema di rapporto fra due poli simmetrici
funziona in ogni campo.
Prendiamo la coscienza, che nasce dalla
simmetria delle strutture viventi. Ogni cosa, per esistere, deve essere
simmetrica, deve avere questo particolare rapporto anche in sé.
Non è così che nasce il senso di essere? Quando io
sono cosciente di essere, mi devo sdoppiare in due: io sono cosciente di essere
io. Ma questi due io, pur rimanendo la stessa entità, devono differenziarsi, devono
sdoppiarsi, non sono la stessa cosa. Nella simmetria c’è una contrapposizione che
rende i due io differenti: l’io soggetto e l’io oggetto. È come per i gemelli,
che sono sì uguali, ma non fino al punto di essere identici.
Ma la simmetria, in quanto interazione, deve
esistere anche nella semplice osservazione o conoscenza. Se io conosco l’altro
come altro da me, devo nello stesso tempo conoscere me stesso in quella
interazione (e viceversa), indipendentemente dal fatto che i due oggetti siano
diversi. Nel momento in cui la gazzella riconosce il leone, sa di essere una
gazzella in pericolo. È la paura che glielo fa capire in questo caso. Ma anche se
vedesse un corvo, e non provasse nessuna paura, sarebbe cosciente di sé (meno)
mentre guarda il corvo. Basta che i due si vedano. È già un’interazione. E
questa interazione (debole) produce comunque qualcosa.
Se io fossi chiuso in una camera buia sotto terra,
senza interazioni con nessuno, sarei comunque in interazione con le pareti, con
il mio corpo e con me stesso. Ma non potrei sapere di esistere senza
interazioni. Non a caso, i bambini hanno bisogno di interazioni sociali e
affettive per svilupparsi. L'assenza di interazioni con la madre, o con altre
figure di attaccamento primario, può avere un impatto distruttivo sullo
sviluppo emotivo, cognitivo e sociale dei bambini.
Studi e ricerche hanno dimostrato che i bambini che
crescono senza interazioni affettive o con poche interazioni, possono
sviluppare problemi di attaccamento, difficoltà relazionali, disturbi emotivi e
comportamentali, nonché ritardi nello sviluppo in generale.
Un bambino allevato dagli animali nella giungla si
muoverebbe e penserebbe a sé come un animale.
Quando entriamo in relazione anche solo con una
cosa, perché per esempio la vediamo, stabiliamo in realtà un’interazione. E in
questa interazione siamo noi che guardiamo l’oggetto. I sensi servono a questo:
a generare interazioni… e quindi a definire noi stessi. Se vivessimo in una
bolla vuota di tutto, presto perderemmo il senso della nostra identità o
impazziremmo.
Abbiamo bisogno di interazioni non solo per
conoscere l’altro ma anche per definire noi stessi. Questa è la simmetria di
cui parlo.
Infatti esiste una forza di gravità generale, che
mette in relazione qualunque fenomeno. Può esserci una simmetria fra due
oggetti uguali ma contrastanti?
Sì, è possibile che due oggetti siano simmetrici
nonostante siano diversi o contrastanti tra loro. La simmetria può essere
intesa in diversi modi, non solo in senso fisico ma anche concettuale o
astratto. Ad esempio, due opere d'arte che esprimono concetti opposti o
emozioni contrastanti potrebbero essere progettate in modo simmetrico per
creare un effetto di equilibrio visivo.
E può esserci una simmetria fra due oggetti qualsiasi?
Sì, la simmetria può essere presente tra due oggetti qualsiasi,
indipendentemente dalla loro forma, dimensione o natura. La simmetria è un
concetto che si applica a molteplici contesti e può essere trovata in varie
forme nella natura, nell'arte, nella matematica e in molti altri ambiti. Ad
esempio, una lieve asimmetria può essere intenzionalmente utilizzata per creare
equilibrio e armonia visiva tra due oggetti diversi, anche se non sono perfettamente
identici.
La coscienza di sé può essere vista come una
funzione simmetrica? Anche se la coscienza di sé è un concetto complesso che
riguarda la consapevolezza e la percezione della propria esistenza, identità e
pensieri, è possibile vedere la coscienza di sé come un fenomeno che, tendendo
a una sorta di equilibrio o armonia interiore, deve presupporre una divisione,
una distinzione o un contrasto per cui la persona sia in grado di riconoscersi
come un individuo distinto e unico all'interno del contesto più ampio del mondo
circostante.
Inoltre, si potrebbe interpretare la coscienza come
una sorta di simmetria interiore, dove gli aspetti mentali, emotivi e
spirituali di una persona dovrebbero trovare una sintonia o un equilibrio.
La coscienza delle cose esteriori, non legate da un
rapporto di simmetria, è un processo che coinvolge la percezione e la
consapevolezza degli oggetti e degli eventi nel mondo esterno. La coscienza ci
permette di entrare in relazione con l'ambiente circostante, di cogliere le
differenze e le sfumature tra gli oggetti, di interpretare le informazioni
sensoriali e di attribuire significato a ciò che ci circonda. Quindi svolge un
ruolo fondamentale nel creare un collegamento significativo tra noi e il
mondo esterno. Attraverso la coscienza, siamo in grado di esperire e
interpretare la realtà che ci circonda, di stabilire connessioni e relazioni tra
gli oggetti e gli eventi, e di costruire un senso di continuità e coerenza
nella nostra esperienza del mondo.
In questo senso, la coscienza agisce come un ponte
tra il soggetto che percepisce e il mondo esterno che viene percepito,
facilitando il processo di interazione e di comprensione reciproca. Anche se il
concetto di simmetria non è necessariamente coinvolto in ogni percezione
esterna, la coscienza svolge comunque un ruolo cruciale nel cogliere,
interpretare e dare significato alle varie forme e strutture presenti nel mondo
circostante.
Ma la coscienza facilita il processo di interazione
o è il processo di interazione?
La coscienza può essere vista sia come un processo
che facilita l'interazione tra il soggetto e il mondo esterno sia come il
processo stesso di interazione. La consapevolezza e la percezione di essere consci
di noi stessi e dell'ambiente circostante sono fondamentali per il modo in cui
interagiamo con il mondo e con gli altri.
Attraverso la coscienza, siamo in grado di elaborare
e interpretare le informazioni provenienti dai nostri sensi, di integrare le
esperienze passate nel nostro presente e di proiettarci nel futuro (in tal
senso coincide con il tempo!). La coscienza ci consente di essere consapevoli
delle nostre azioni, delle nostre emozioni, dei nostri pensieri e delle nostre
relazioni con il mondo esterno.
Quindi, la coscienza svolge un ruolo essenziale sia
nel facilitare il processo di interazione con il mondo esterno sia nel
costituire il processo stesso di interazione attraverso la percezione,
l'interpretazione e la consapevolezza delle esperienze e dei contesti che ci
circondano. In questo senso, la coscienza può essere vista come il meccanismo
attraverso il quale ci connettiamo, interagiamo e comprendiamo il mondo che ci
circonda.
In sostanza, se non ci fosse la coscienza, non solo
non conosceremmo nulla, nemmeno noi stessi, ma non esisterebbe nulla di
sensato, di interconnesso, di significativo e di reale. Il mondo sarebbe
un caos o un nulla.
Questo implica che tutto abbia (gradi differenti di)
coscienza. E arriviamo alla conclusione: la coscienza è la connessione
sensata delle cose, ovvero la loro possibilità di essere e di interagire in
un cosmo ordinato. [Testo realizzato con il contributo della IA]
Ma se l’interazione fra due soggetti più o meno
consapevoli influenza in qualche modo entrambi (il caso della gazzella e del
leone o il caso di due persone che entrano in contatto, anche solo comunicativo),
è altrettanto vero che la stessa influenza avviene fra due corpi o oggetti che
non dovrebbero essere in teoria coscienti?
La risposta è senz’altro sì, poiché ci sono le
quattro interazioni fondamentali della fisica che si applicano proprio ai corpi
ritenuti inerti… che inerti non sono visto che interagiscono fra di loro.
Infatti,
le quattro interazioni fondamentali della fisica riguardano tutti i
corpi nell’universo.
L’interazione
gravitazionale, che è responsabile
dell’attrazione tra corpi con massa, come la forza di gravità che agisce tra la
Terra e gli oggetti su di essa.
L’interazione
elettromagnetica, che agisce tra
cariche elettriche, ed è responsabile delle proprietà chimiche degli atomi e
della struttura delle molecole.
L’interazione forte, che mantiene uniti i quark all’interno dei protoni e
dei neutroni e i protoni e neutroni all’interno dei nuclei atomici.
Infine l’interazione
debole, che è fondamentale nei processi di decadimento radioattivo e nelle
reazioni nucleari che avvengono all’interno del Sole.
L’interazione debole, che è fondamentale nei processi di decadimento
radioattivo e nelle reazioni nucleari che avvengono all’interno del Sole.
Insomma,
nell’universo non c’è qualcosa di inerte. Tutto è vivo. È tutto un brulicare di
interazioni.
Ogni interazione è
mediata da particelle scambiate tra i corpi, che determinano il tipo e la forza
dell’interazione.
Queste interazioni
operano a diverse scale e con intensità diverse, ma sono universali nel senso
che influenzano ogni particella dotata delle proprietà corrispondenti (massa,
carica, ecc.) in tutto l’universo. Anche se alcune interazioni, come la
gravitazionale, sono sempre attrattive, altre possono essere sia attrattive che
repulsive, come l’interazione elettromagnetica tra cariche elettriche.
Dunque,
abbiamo un mondo di corpi ritenuti inerti e inconsapevoli che in realtà
interagiscono, comunicano e si influenzano a vicenda. Possiamo allora
concludere che tutti i corpi, per interagire, devono avere una forma di
coscienza?
Il
fatto è che al termine “coscienza” non dobbiamo dare il significato di
coscienza come la nostra, ma di coscienza intesa come divisione, duplicazione e
interazione fra le cose. Le cose hanno tutte la stessa origine. E molte rimangono
unite a due a due in uno schema particolare che noi chiamiamo diade.
La nostra è una coscienza più specializzata,
ma con la stessa origine di quella che fa interagire le cose. L’universo è uno
pur nella sue forze simmetriche.
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