sabato 15 giugno 2024

Tutto è vivo, tutto interagisce, tutto è cosciente

 

La coscienza come interazione fra le cose

La coscienza è dovuta alla simmetria dell’universo, è la simmetria dell’universo. Che cosa si intende con questo?

Innanzitutto la coscienza non è una sostanza secreta dal cervello, ma è il contrario: è ciò che ha permesso al cervello di svilupparsi. Ed è una funzione, cioè non indica degli oggetti, ma una relazione, una interazione fra due oggetti  (qualsiasi, non necessariamente matematici).

Qui il termine “funzione” indica che fra due oggetti si instaura una speciale relazione che, da una parte li unisce, ma dall’altra li contrappone. Un po’ come il rapporto fra yang e yin, in cui i due poli sono in realtà due fenomeni che si contrappongono ma sono l’uno l’immagine simmetrica dell’altro – e sono l’uno in funzione dell’altro.

Per fare un esempio, l’inspirazione e l’espirazione sono due movimenti della respirazione, l’uno in funzione dell’altro, l’uno indispensabile all’altro, l’uno la controparte dell’altro. Non possono esistere da soli per formare la respirazione: mentre sono l’uno il contrario dell’altro (in quanto l’uno riempie e l’altro svuota) ma devono andare insieme.

Questo succede per la stragrande maggioranza dei processi, che scaturiscono dall’incontro /scontro fra due entità che si collegano temporaneamente o per sempre. Se ognuna se ne andasse per la propria strada, non ci sarebbe nessun processo, perché non ci sarebbe nessuna interazione fra le cose.

Le cose invece devono essere collegate, per lo più a coppie, per dar vita… alla vita! Pensiamo, per esempio, al maschio e alla femmina, che sono l’uno una struttura speculare all’altra ma che si attraggono e si uniscono per generare, per dare origine alla funzione riproduttiva. Se rimanessero isolate, non genererebbero nulla.

L’attrazione fra i due corpi deriva naturalmente da questa specularità inversa, da questo contrasto simmetrico fra i due poli. Ma esiste anche fra due corpi che entrano in contatto l’uno con l’altro.

Prendiamo la forza di gravità che è una forza attrattiva tra due corpi dotati di massa. È responsabile dell'attrazione che un corpo esercita su un altro, causando il fenomeno del peso e mantenendo i corpi in orbita intorno ad altri corpi più massicci, come la Terra intorno al Sole. Ma alcuni studi ipotizzano una forza di gravità anche senza massa dei corpi. Il che andrebbe bene per la nostra teoria sulle interazioni non fisiche.

Questa forza attrattiva esiste a tutti i livelli, al di là del senso ristretto che gli da la fisica, perché i corpi (non solo quelli della fisica) devono essere in relazione per generare qualcosa: lo abbiamo appena visto.

Questo schema di rapporto fra due poli simmetrici funziona in ogni campo.

Prendiamo la coscienza, che nasce dalla simmetria delle strutture viventi. Ogni cosa, per esistere, deve essere simmetrica, deve avere questo particolare rapporto anche in sé.

Non è così che nasce il senso di essere? Quando io sono cosciente di essere, mi devo sdoppiare in due: io sono cosciente di essere io. Ma questi due io, pur rimanendo la stessa entità, devono differenziarsi, devono sdoppiarsi, non sono la stessa cosa. Nella simmetria c’è una contrapposizione che rende i due io differenti: l’io soggetto e l’io oggetto. È come per i gemelli, che sono sì uguali, ma non fino al punto di essere identici.

Ma la simmetria, in quanto interazione, deve esistere anche nella semplice osservazione o conoscenza. Se io conosco l’altro come altro da me, devo nello stesso tempo conoscere me stesso in quella interazione (e viceversa), indipendentemente dal fatto che i due oggetti siano diversi. Nel momento in cui la gazzella riconosce il leone, sa di essere una gazzella in pericolo. È la paura che glielo fa capire in questo caso. Ma anche se vedesse un corvo, e non provasse nessuna paura, sarebbe cosciente di sé (meno) mentre guarda il corvo. Basta che i due si vedano. È già un’interazione. E questa interazione (debole) produce comunque qualcosa.

Se io fossi chiuso in una camera buia sotto terra, senza interazioni con nessuno, sarei comunque in interazione con le pareti, con il mio corpo e con me stesso. Ma non potrei sapere di esistere senza interazioni. Non a caso, i bambini hanno bisogno di interazioni sociali e affettive per svilupparsi. L'assenza di interazioni con la madre, o con altre figure di attaccamento primario, può avere un impatto distruttivo sullo sviluppo emotivo, cognitivo e sociale dei bambini.

Studi e ricerche hanno dimostrato che i bambini che crescono senza interazioni affettive o con poche interazioni, possono sviluppare problemi di attaccamento, difficoltà relazionali, disturbi emotivi e comportamentali, nonché ritardi nello sviluppo in generale.

Un bambino allevato dagli animali nella giungla si muoverebbe e penserebbe a sé come un animale.

Quando entriamo in relazione anche solo con una cosa, perché per esempio la vediamo, stabiliamo in realtà un’interazione. E in questa interazione siamo noi che guardiamo l’oggetto. I sensi servono a questo: a generare interazioni… e quindi a definire noi stessi. Se vivessimo in una bolla vuota di tutto, presto perderemmo il senso della nostra identità o impazziremmo.

Abbiamo bisogno di interazioni non solo per conoscere l’altro ma anche per definire noi stessi. Questa è la simmetria di cui parlo.

Infatti esiste una forza di gravità generale, che mette in relazione qualunque fenomeno. Può esserci una simmetria fra due oggetti uguali ma contrastanti?

Sì, è possibile che due oggetti siano simmetrici nonostante siano diversi o contrastanti tra loro. La simmetria può essere intesa in diversi modi, non solo in senso fisico ma anche concettuale o astratto. Ad esempio, due opere d'arte che esprimono concetti opposti o emozioni contrastanti potrebbero essere progettate in modo simmetrico per creare un effetto di equilibrio visivo.

E può esserci una simmetria fra due oggetti qualsiasi? Sì, la simmetria può essere presente tra due oggetti qualsiasi, indipendentemente dalla loro forma, dimensione o natura. La simmetria è un concetto che si applica a molteplici contesti e può essere trovata in varie forme nella natura, nell'arte, nella matematica e in molti altri ambiti. Ad esempio, una lieve asimmetria può essere intenzionalmente utilizzata per creare equilibrio e armonia visiva tra due oggetti diversi, anche se non sono perfettamente identici.

La coscienza di sé può essere vista come una funzione simmetrica? Anche se la coscienza di sé è un concetto complesso che riguarda la consapevolezza e la percezione della propria esistenza, identità e pensieri, è possibile vedere la coscienza di sé come un fenomeno che, tendendo a una sorta di equilibrio o armonia interiore, deve presupporre una divisione, una distinzione o un contrasto per cui la persona sia in grado di riconoscersi come un individuo distinto e unico all'interno del contesto più ampio del mondo circostante.

Inoltre, si potrebbe interpretare la coscienza come una sorta di simmetria interiore, dove gli aspetti mentali, emotivi e spirituali di una persona dovrebbero trovare una sintonia o un equilibrio.

La coscienza delle cose esteriori, non legate da un rapporto di simmetria, è un processo che coinvolge la percezione e la consapevolezza degli oggetti e degli eventi nel mondo esterno. La coscienza ci permette di entrare in relazione con l'ambiente circostante, di cogliere le differenze e le sfumature tra gli oggetti, di interpretare le informazioni sensoriali e di attribuire significato a ciò che ci circonda. Quindi svolge un ruolo fondamentale nel creare un collegamento significativo tra noi e il mondo esterno. Attraverso la coscienza, siamo in grado di esperire e interpretare la realtà che ci circonda, di stabilire connessioni e relazioni tra gli oggetti e gli eventi, e di costruire un senso di continuità e coerenza nella nostra esperienza del mondo.

In questo senso, la coscienza agisce come un ponte tra il soggetto che percepisce e il mondo esterno che viene percepito, facilitando il processo di interazione e di comprensione reciproca. Anche se il concetto di simmetria non è necessariamente coinvolto in ogni percezione esterna, la coscienza svolge comunque un ruolo cruciale nel cogliere, interpretare e dare significato alle varie forme e strutture presenti nel mondo circostante.

Ma la coscienza facilita il processo di interazione o è il processo di interazione?

La coscienza può essere vista sia come un processo che facilita l'interazione tra il soggetto e il mondo esterno sia come il processo stesso di interazione. La consapevolezza e la percezione di essere consci di noi stessi e dell'ambiente circostante sono fondamentali per il modo in cui interagiamo con il mondo e con gli altri.

Attraverso la coscienza, siamo in grado di elaborare e interpretare le informazioni provenienti dai nostri sensi, di integrare le esperienze passate nel nostro presente e di proiettarci nel futuro (in tal senso coincide con il tempo!). La coscienza ci consente di essere consapevoli delle nostre azioni, delle nostre emozioni, dei nostri pensieri e delle nostre relazioni con il mondo esterno.

Quindi, la coscienza svolge un ruolo essenziale sia nel facilitare il processo di interazione con il mondo esterno sia nel costituire il processo stesso di interazione attraverso la percezione, l'interpretazione e la consapevolezza delle esperienze e dei contesti che ci circondano. In questo senso, la coscienza può essere vista come il meccanismo attraverso il quale ci connettiamo, interagiamo e comprendiamo il mondo che ci circonda.

In sostanza, se non ci fosse la coscienza, non solo non conosceremmo nulla, nemmeno noi stessi, ma non esisterebbe nulla di sensato, di interconnesso, di significativo e di reale. Il mondo sarebbe un caos o un nulla.

Questo implica che tutto abbia (gradi differenti di) coscienza. E arriviamo alla conclusione: la coscienza è la connessione sensata delle cose, ovvero la loro possibilità di essere e di interagire in un cosmo ordinato. [Testo realizzato con il contributo della IA]

Ma se l’interazione fra due soggetti più o meno consapevoli influenza in qualche modo entrambi (il caso della gazzella e del leone o il caso di due persone che entrano in contatto, anche solo comunicativo), è altrettanto vero che la stessa influenza avviene fra due corpi o oggetti che non dovrebbero essere in teoria coscienti?

La risposta è senz’altro sì, poiché ci sono le quattro interazioni fondamentali della fisica che si applicano proprio ai corpi ritenuti inerti… che inerti non sono visto che interagiscono fra di loro.

Infatti, le quattro interazioni fondamentali della fisica riguardano tutti i corpi nell’universo.

L’interazione gravitazionale, che è responsabile dell’attrazione tra corpi con massa, come la forza di gravità che agisce tra la Terra e gli oggetti su di essa.

L’interazione elettromagnetica, che agisce tra cariche elettriche, ed è responsabile delle proprietà chimiche degli atomi e della struttura delle molecole.
L’interazione forte, che mantiene uniti i quark all’interno dei protoni e dei neutroni e i protoni e neutroni all’interno dei nuclei atomici.
Infine l’interazione debole, che è fondamentale nei processi di decadimento radioattivo e nelle reazioni nucleari che avvengono all’interno del Sole.

L’interazione debole, che è fondamentale nei processi di decadimento radioattivo e nelle reazioni nucleari che avvengono all’interno del Sole.

Insomma, nell’universo non c’è qualcosa di inerte. Tutto è vivo. È tutto un brulicare di interazioni.


Ogni interazione è mediata da particelle scambiate tra i corpi, che determinano il tipo e la forza dell’interazione.

Queste interazioni operano a diverse scale e con intensità diverse, ma sono universali nel senso che influenzano ogni particella dotata delle proprietà corrispondenti (massa, carica, ecc.) in tutto l’universo. Anche se alcune interazioni, come la gravitazionale, sono sempre attrattive, altre possono essere sia attrattive che repulsive, come l’interazione elettromagnetica tra cariche elettriche.

Dunque, abbiamo un mondo di corpi ritenuti inerti e inconsapevoli che in realtà interagiscono, comunicano e si influenzano a vicenda. Possiamo allora concludere che tutti i corpi, per interagire, devono avere una forma di coscienza?

Il fatto è che al termine “coscienza” non dobbiamo dare il significato di coscienza come la nostra, ma di coscienza intesa come divisione, duplicazione e interazione fra le cose. Le cose hanno tutte la stessa origine. E molte rimangono unite a due a due in uno schema particolare che noi chiamiamo diade.

 La nostra è una coscienza più specializzata, ma con la stessa origine di quella che fa interagire le cose. L’universo è uno pur nella sue forze simmetriche.

Nessun commento:

Posta un commento