Ci
siamo sempre dentro, ma non sappiamo cosa sia. Singolare condizione dell’uomo!
Einstein
diceva che spazio e tempo erano in fondo la stessa cosa. Ma noi abbiamo notato
che la coscienza coincide col tempo, poiché si tratta dello stesso dualismo: il
tempo, tra passato e presente; e la coscienza, fra soggetto conoscente e
soggetto conosciuto. È un dualismo il cui schema si trova dappertutto,
perché l’universo è costituito da un’unità che si sdoppia in due, per dare
origine al tutto. Se non ci fosse questo sdoppiamento, niente potrebbe divenire
e non ci sarebbe nemmeno il tempo.
Infatti,
se il tempo è anche spazio, lo sdoppiamento spaziale d’origine (la
fluttuazione) mette al mondo il tempo.
Quando
l’unità indifferenziata si differenzia (cioè, diventa due), si ha un’apertura,
uno spazio, che è sia tempo sia coscienza. Dunque, spazio-tempo e coscienza
finiscono per essere la stessa cosa.
Lo
spazio è l'entità indefinita e non limitata che contiene tutte le cose
materiali. Queste, avendo un'estensione, ne occupano una parte ed assumono
nello spazio una posizione, la quale viene definita in maniera quantitativa
secondo i principi della geometria, e qualitativa, in base a relazioni di
vicinanza (lontananza) e di grandezza (piccolezza).
Un sistema di
coordinate cartesiane tridimensionale e destroverso viene utilizzato per
indicare posizioni nello spazio.
Lo spazio fisico
reale si ritiene sia tridimensionale, anche se nella fisica moderna tale spazio
tridimensionale è considerato come parte di un continuo a quattro dimensioni
detto spazio-tempo, che comprende anche il tempo. Il concetto di spazio è
considerato di fondamentale importanza per la comprensione dell'universo
fisico. Tuttavia, c'è un disaccordo continuo tra i filosofi in merito al fatto
se sia esso stesso un'entità, una relazione tra entità, o parte di un quadro
concettuale.
In
realtà, si tratta sempre di interazioni che seguono lo stesso schema: l’apertura-sdoppiamento
che, come le valve di una conchiglia che si schiude, pone in essere il mondo
come lo conosciamo. E non possiamo conoscerlo in maniera diversa, perché la
coscienza-conoscenza è essa stessa questa interazione diadica.
La
concezione del tempo e dello spazio varia a seconda del contesto in cui vengono
considerate. Tradizionalmente, il tempo viene considerato diviso in tre
dimensioni (passato, presente e futuro), proprio come lo spazio che è
comunemente descritto con tre dimensioni (lunghezza, larghezza e altezza).
La
teoria della relatività ha però dimostrato che spazio e tempo sono strettamente
legati, formando uno spazio-tempo quadridimensionale. Questo significa che il
tempo e lo spazio non sono esattamente la stessa cosa, ma sono interconnessi in
un'unica entità chiamata spazio-tempo.
In
breve, mentre il tempo può essere considerato con due direzioni principali
(passato e futuro), la realtà fisica sembra funzionare in uno spazio-tempo
quadridimensionale (il doppio di due).
Poiché,
però, per conoscere dobbiamo porci come soggetto rispetto ad un oggetto, ciò
che conosciamo è già artefatto. Non esiste nessuno che possa avere uno sguardo
obiettivo… essendo il soggetto che conosce. La coscienza-conoscenza conosce sempre
qualcosa di soggettivo e nulla può dire della realtà in sé. Anche perché è ciò
che costituisce la realtà.
Questo
significa che spazio, tempo e coscienza sono strettamente collegati e nessuno
può fare a meno dell’altro. Se non ci fosse l’uno dei tre, non ci sarebbe
niente.
Tutto
ciò che conosciamo, proprio perché lo conosciamo, è interconnesso secondo uno
schema duale (2,4,8,16,32,64….).
Come
dice il Tao Te Ching, iIl non-essere dà origine all’unità. L’unità dà origine
allo yin e allo yang. Lo yin e lo yang danno origine al cielo, alla terra e
agli esseri. Il cielo, la terra e gli esseri danno origine a tutto ciò che
esiste. Quindi ogni cosa esistente porta in sé lo yin e lo yang, e raggiunge
l’armonia mescolando questi due soffi vitali.”
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