sabato 1 giugno 2024

Lo schema universale

 

Come funziona la coscienza? Mettiamo che ci siano due gemelli siamesi uniti per il corpo ma con due teste e due cervelli; ora mettiamo che i due cervelli siano collegati: i due condividerebbero molti pensieri, ma non tutti. E comunque desidererebbero essere separati. Però non è possibile. I due si amerebbero e si odierebbero nello stesso tempo.

Ora mettiamo che anche le due teste fossero fuse insieme. Che cosa succederebbe? Succederebbe quello che succede a tutti noi: avremmo un unico corpo e due cervelli: due emisferi collegati.

I due emisferi collegati si sono spartiti i compiti per non litigare continuamente: l’uno controlla la parte destra del corpo e l’altro la parte sinistra. Inoltre l'emisfero sinistro è spesso associato a funzioni come il linguaggio, la logica, il pensiero analitico e la matematica. Mentre l'emisfero destro è solitamente responsabile delle abilità visivo-spaziali, della creatività, dell'intuizione, della percezione delle emozioni e a quella della musica. Ma non sempre è così: qualche volta i comandi si sovrappongono e si scambiano, qualche volta litigano – e ognuno controlla l’altro, in una specie di accordo/disaccordo che crea una tensione continua.

Così funziona la nostra coscienza, che significa che siamo due in uno.

Questo si riflette sia nella struttura duale del corpo (due occhi, due braccia, due polmoni…) sia nella dualità cervello-mente, sia nella dualità degli io. Quando il mio primo io, pensa o dice: “Io sono questo”, il secondo dice: “No, io sono quest’altro”. Come la mettiamo? Chi ha ragione e chi ha torto? Inoltre, ogni io è diviso anche al suo interno, tra parte coscia e parte inconscia, tra un cervello antico e uno più recente.

In un certo senso possiamo dire che abbiamo “due cervelli" che lavorano e si scontrano insieme all'interno del nostro organismo. L'emisfero destro e l'emisfero sinistro sono specializzati in diverse funzioni e compiti, e possono essere considerati come due sistemi separati che collaborano per supportare le nostre capacità cognitive e comportamentali complesse.

Per esempio, l'emisfero destro è spesso associato alla creatività, all'immaginazione e alla percezione emotiva, mentre l'emisfero sinistro è coinvolto in compiti come il linguaggio, la logica e il pensiero analitico. Questi due emisferi comunicano costantemente attraverso il corpo calloso, consentendo una cooperazione e una integrazione delle diverse funzioni cerebrali.

In definitiva, è chiaro che i due emisferi hanno specializzazioni cognitive diverse e possono operare quasi indipendentemente in alcune circostanze, il che porta alla sensazione di avere due identità separate in una persona. E questa divisione determina quella attività duale che è la coscienza.

Ma perché questo dualismo, più o meno accentuato? Dobbiamo risalire al concepimento dell’essere umano, che richiede due individui: un maschio e una femmina. Il patrimonio genetico del maschio ha due cromosomi X e Y, mentre quello della femmina ha due cromosomi X e X. Nel concepimento, ognuno dei due dà al nascituro metà del proprio patrimonio genetico.

I cromosomi sono strutture complesse nel nucleo delle cellule eucariotiche, come le cellule umane. Ogni specie ha un numero caratteristico di cromosomi che porta le informazioni genetiche ereditarie. Nei mammiferi, compresi gli esseri umani, le cellule somatiche contengono normalmente 23 coppie di cromosomi, per un totale di 46 cromosomi.

I cromosomi sono composti da una lunga molecola di acido desossiribonucleico (DNA), che contiene i geni necessari per determinare le caratteristiche ereditarie di un individuo, come il colore degli occhi, la forma del corpo e molte altre caratteristiche fisiche e biologiche. Ogni cromosoma contiene molteplici geni che si trovano in posizioni specifiche chiamate loci.

Durante il processo di divisione cellulare, i cromosomi si condensano e si dividono in modo da poter essere distribuiti in modo equo tra le cellule figlie. Questo assicura che ogni cellula abbia lo stesso corredo genetico. I cromosomi sono fondamentali per la trasmissione dell'ereditarietà genetica da una generazione all'altra.

Ogni figlio ha dunque metà del proprio DNA di origine materna e metà di origine paterna. Il DNA è composto da due filamenti che si avvolgono l’uno intorno all’altro formando una struttura a doppia elica. Ogni filamento è composto da una sequenza di nucleotidi, e i due filamenti sono tenuti insieme da legami a idrogeno tra basi azotate complementari. Questa struttura è stata descritta per la prima volta da James Watson e Francis Crick nel 1953.

Escludendo alcuni virus, il DNA è sempre formato da due filamenti appaiati. Questi filamenti sono antiparalleli, il che significa che corrono in direzioni opposte l’uno all’altro. La complementarità delle basi azotate (adenina con timina e guanina con citosina) permette la duplicazione del DNA durante la replicazione cellulare, assicurando che ogni nuova cellula riceva una copia esatta del DNA.

Il codice genetico utilizza un sistema di triplette, o codoni, per codificare gli amminoacidi che costituiscono le proteine. Ogni codone è composto da tre nucleotidi, e poiché ci sono quattro tipi di basi azotate nel DNA (adenina, citosina, guanina e timina), ci sono 64
combinazioni possibili di codoni

Queste 64 combinazioni sono più che sufficienti per codificare i 20 amminoacidi standard utilizzati dagli organismi viventi per costruire le loro proteine. Di queste 64 triplette, 61 codificano per amminoacidi, mentre le restanti 3 sono codoni di stop, che segnalano la fine della traduzione di una proteina.

Il codice genetico è universale, il che significa che quasi tutti gli organismi viventi utilizzano lo stesso codice per tradurre le informazioni genetiche in proteine.

Avete notato qualcosa in questa descrizione? Vi ricordate di come si combinano le due forze fondamentali (yang e yin, maschile e femminile…) nell’antico codice dell’I Chig, dove le due linee (intera e spezzata) portavano a quattro combinazioni che, organizzate in gruppi di tre (trigrammi) davano origine a 64 esagrammi? I numeri sono gli stessi!

Perfino la forma di elica è rappresentata dal simbolo dello yang-yin, che è anche simbolo di infinito.

Il che è logico, perché abbiamo a che fare con due forze fondamentali di partenza, quattro combinazioni possibili e 64 combinazioni finali.

Non può essere una semplice coincidenza. In un mondo duale si arriva sempre a questi calcoli e a questi numeri. Avevo già fatto notare in un post precedente che il numero 64 ricorre in parecchi sistemi: l’alfabeto Braille, composto dalla disposizione di sei punti in rilievo, ha 64 combinazioni possibili. Una scacchiera è composta da 64 caselle (tanto che i primi esperimenti di Alan Turing riguardarono proprio il gioco degli scacchi). In un sistema binario a 6 bit, ci sono 64 possibili combinazioni. Nelle combinazioni di 6 oggetti distinti presi 2 alla volta, ci sono esattamente 64 possibili combinazioni. In un sistema numerico a base 4, ogni posizione può rappresentare 4 possibili valori (0, 1, 2, 3); quindi, se hai un numero a 3 cifre in base 4, ci saranno 64 possibili combinazioni. In un insieme di 7 elementi, formando sottogruppi di 6 elementi ciascuno, ci saranno esattamente 64 possibili sottogruppi. In un sistema di rappresentazione dei colori RGB, ogni canale (rosso, verde, blu) viene spesso rappresentato con 6 bit, il che significa che ci sono 64 possibili combinazioni di colore per ciascun canale. In un sistema di codifica Unicode a 64 bit, che è noto come UTF-64, ci sono 64 bit possibili combinazioni di caratteri Unicode per la rappresentazione di testi multilingue. Un sistema a 6 bit può rappresentare 64 diversi stati o configurazioni possibili, che potrebbero essere utilizzati per codificare informazioni o valori di stato. I nostri computer sono ormai costruiti con sistemi a 64 bit che hanno una maggiore capacità di elaborazione, possono offrire migliori prestazioni e possono elaborar una quantità di dati più grande rispetto ai sistemi a 32 bit, eccetera.

Non si tratta di coincidenze, ma del fatto che ogni cosa è costruita a partire da un sistema di forze duali (diadi) che, nella loro contrapposizione complementare o complementarità contrapposta, nel loro accordo/disaccordo dinamico, nel loro schema di azione e reazione, nella loro relazione di attrazione/repulsione, generano ogni forma di energia, soggettiva e oggettiva, positiva e negativa, costruttive e distruttiva… e l’alternarsi ciclico di inizio/fine, di vita/morte.

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