Pensate all’importanza del dualismo
destra/sinistra che evidentemente è nato dal fatto fisico che siamo esseri
in gran parte duali. Infatti, abbiamo sempre due lati (non tre!), due mani, due
braccia, due occhi, due gambe, due polmoni, due reni, due emisferi cerebrali,
due DNA dei genitori, due io (la coscienza) due movimenti respiratori, due
battiti cardiaci (sistole e diastole), ecc. Da questa struttura fisica (che non
nasce per caso) nasce la necessità di distinguere i due lati del corpo, che
hanno assunto significati politici, spaziali, morali, economici, sociali,
ideologici, caratteriali e valoriali.
Ma questo moltiplicarsi dei significati è
tipico di tutti i dualismi: bene/male, alto/basso, luce/buio, buono/cattivo, il
dentro/fuori, caldo/freddo, ecc. Il termine dualismo indica la presenza
di due principi fondamentali (mai tre!) che possono essere contrapposti ma
complementari.
Si tratta di due forze che vediamo in azione
in ogni campo e che chiamiamo polarità. Queste polarità o poli si riferiscono alla
reciproca dipendenza di due elementi contrapposti.
La polarità implica una condizione di complementarità tra gli opposti,
dove ciascuno dei due poli, pur essendo limitato e avversato dal polo
contrario, trova nel suo opposto anche la sua ragion d’essere.
Un esempio notevole di questo concetto è il
principio dello Yin e Yang nella filosofia cinese, che rappresenta il perfetto
equilibrio di poli opposti. Secondo questo principio, tutte le cose esistono
come opposti inseparabili e contraddittori, come femmina-maschio, tenebra-luce
e vecchio-giovane. Queste coppie di opposti si attraggono e si completano a
vicenda, con l’idea che un aumento in uno porta a una corrispondente
diminuzione nell’altro, e viceversa. Si tratta dunque di un equilibrio
dinamico.
In Occidente, il tema della polarità è stato
elaborato a partire da Platone e dai neoplatonici, e ha trovato espressione
anche nell’idealismo tedesco, con filosofi come Schelling e Hegel che hanno
discusso la polarità come un aspetto fondamentale della realtà.
Ma perché questo schema dualistico (diadico) si trova praticamente in
ogni campo, da quello della fisica a quello della psicologia, da quello della
natura a quello della mente, da quello astronomico a quello dei sentimenti e
delle emozioni?
Perché da questa tensione di poli contrapposti e complementari si
sprigiona ogni aspetto della realtà, anzi l’energia della realtà.
È chiaro che non parliamo solo di concetti, ma che anche i concetti
(cioè le strutture della mente) seguono il principio duale, ragion per cui
non può esistere il bene senza il male, il bello senza il brutto, il caldo
senza il freddo, il soggetto senza l’oggetto, ecc. Si tratta per lo più di dati
reali perché non può esserci il maschile senza il femminile, l’inspirazione
senza l’espirazione, la nascita senza la morte, ecc.
Cioè, ci sono effettivi dualismi. E se uno dei due è reale, lo è anche
l’altro. È come due pugili che si devono combattere su un ring. Sono sì
avversari, ma sono d’accordo nel fare l’incontro.
La sintesi tra bianco e nero può essere vista come una scala di grigi,
ma non alle due estremità.
In sostanza, la natura è duale. E lo è perché nasce da una divisione in
due o scissione di qualcosa che era unitario. Infatti mantiene la sua unità pur
nella contrapposizione.
E questo meccanismo primordiale ha dato vita… alla vita. E a strutture
fondamentali come la coscienza, il tempo e lo spazio. È stato come l’aprirsi
delle due valve di una conchiglia, che però non si separano mai del tutto.
L’apertura crea l’universo.
Il fondamentale dualismo della coscienza rispecchia il dualismo
dell’origine, lo schiudersi in due.
Lo schiudersi in due determina un dualismo incrociato, verticale e
orizzontale. Quello verticale è lo sdoppiamento fra io cosciente e inconscio,
quello orizzontale è lo sdoppiamento fra soggetto e oggetto. Uno sdoppiamento
soggetto/oggetto che avviene anch’esso in senso verticale (fra io conoscente e
io conosciuto) e in senso orizzontale (fra io conoscente e qualsiasi oggetto
conosciuto).
In altri termini, il soggetto è definito dall’oggetto (se stesso e
l’altro) e l’oggetto è definito dal soggetto. Quindi i due poli si generano a
vicenda.
Che cosa significa questo?
Che il nostro senso di essere un soggetto o di avere di fronte un
oggetto è intrecciato indelebilmente. O soggetto o oggetto, non c’è una terza
via. Soggetto e oggetto nello stesso intrecciarsi.
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