domenica 9 giugno 2024

Populismo e manipolazione

 

In una recente intervista, Umberto Galimberti, psicoanalista e filosofo, ha spiegato che, con l’uso massiccio dei computer e dei social, stiamo passando dall’era dell’Homo sapiens all’era dell’Homo videns, con una riduzione delle capacità intellettive, dato che l’uso delle immagini, a scapito del ragionamento logico e di una cultura critica, produce una perdita di neuroni.

Il computer lavora con un codice binario: o sì o no. E non capisce altro. Quindi l’umanità diventa gregge, e il gregge vuole un capo-padrone: colui che decide per tutti… e fa quel che vuole. Il caso dei tanti voti dati a Meloni e a Salvini, che lavorano per istituire un regime autoritario e nazionalista, con il progetto del premierato, è un caso classico di questa deriva verso il capo supremo, che fa perdere il senso della vera democrazia, che – lo ricordo – vuol dire la partecipazione di tutti alla gestione della cosa pubblica.

Il gregge umano vuole invece il capobranco... che di solito è il più feroce e furbo.

Non a caso anche nei Vangeli si paria di pecore e di buoni pastori; è la cultura cattolica che ci induce a cercare il Salvatore, padre-padrone. Tant’è vero che i nostri aspiranti dittatori si appellano sempre al fatto di essere cristiani.

Ma, se il pastore è cattivo e fa solo i suoi interessi, e non gli interessi di tutti, chi salverà il gregge dalle sue grinfie? Un voto ogni cinque anni? Questa non è democrazia.

Ma, certo, per una vera democrazia, ci vorrebbe un popolo non ignorante, non bue.

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