La correlazione come senso
Tutti noi possediamo oggetti cui attribuiamo,
consciamente o inconsciamente, un valore di protezione (apotropaici). Un corno,
un sasso, una moneta, un ferro di cavallo, il ritratto di un santo, amuleti
vari, pietre, una statuetta sacra, una copertina, ricordi di persone morte,
croci, svastiche, aglio, sali, maschere, mantra, formule magiche, cristalli…
Proprio dei cristalli si dice che abbiano certe proprietà: portano fortuna,
calma, benessere, equilibrio, fanno bene a certe malattie, danno energia, ecc.
Ma un portafortuna può essere un qualunque oggetto.
Come mai esiste questa credenza? È come se
dall’oggetto uscissero influssi positivi, come se fossero onde benefiche.
Naturalmente siamo noi che attribuiamo questo potere all’oggetto, perché è
stato collegato a un evento o a qualcosa di positivo o creduto tale. Perché per
esempio i cornetti rossi? Perché rappresentano l’organo maschile della
fertilità.
Ma esistono oggetti che hanno un influsso su
di noi? Cito il caso di una scultura astratta, di origine africana, che non
finisce di stupirmi. È talmente contorta in un movimento elicoidale che sembra
influenzare lo spazio attorno.
È la scultura che mi dà questa sensazione o
sono io che gliela attribuisco. Un po’ l’uno e un po’ l’altro. Sono io che le
attribuisco un senso, ma se avesse un’altra forma non mi direbbe nulla?
Altro esempio, certi bonsai contorti sono
capaci di evocare alcune sensazioni di
stupore o meraviglia. Però sono allevati ad arte dagli uomini. Se invece
prendiamo un suiseki (pietre naturali messe su un piedistallo) sono capaci di
evocare una sensazione (di bellezza, di natura, di benessere, di gioia, di
infinità, di asprezza, di stranezza..) senza essere artefatti. Lo stesso dicasi
di certi paesaggi o oggetti naturali (una montagna, un tramonto, un cielo
nuvoloso, il cielo stellato, un fiume, una forra, una foresta, un viottolo di
campagna, un mare infuriato, un albero che ha una certa forma, un vulcano, un
deserto…) che suscitano in noi certe sensazioni. Sono le opere d’arte della
natura, che non sono fatte dall’uomo o per l’uomo. Ma esistono. E noi le
contempliamo per rinnovare certe sensazioni.
In questi casi gli oggetti sembrano
comunicare qualcosa, creano un’interazione con noi.
Ma attraverso che cosa?
La loro forma. Ma anche la loro funzione!
Naturalmente siamo sempre noi che attribuiamo
loro un senso. In sé non ce l’hanno. Ma certi fiori, che a noi sembrano belli,
in realtà hanno un senso in sé: sono stati studiati dalle piante per attrarre
gli insetti impollinatori. Però questi sono organi di esseri viventi, non
oggetti.
Gli oggetti sembrano non avere un senso, in
sé. Ma, siccome ogni cosa nasce in relazione alle altre, in un certo senso
hanno un senso! Quello di interagire. E quindi hanno una funzione. Anche
la pietra nasce da un’interazione fra le altre cose e interagisce con le altre
cose. Non è lì proprio per caso. Per esempio, potrebbe essere stata eruttata da
un vulcano, essersi solidificata, staccata dalla montagna in seguito alle
intemperie ed essere stata levigata dallo scorrere del fiume o delle onde del
mare. O potrebbe essere stata in fondo al mare, salita in alto e diventata
parte di una montagna, e poi ridiscesa in un ciclo infinito.
Tutte le cose hanno in realtà un senso. E noi
lo sentiamo. Magari non sappiamo spiegarlo razionalmente, con parole e
concetti, come un concerto musicale, però capiamo che c’è. L’idea del concerto
musicale è quella giusta, perché tutte le cose agiscono in concerto. Solo
le cose sole e staccate da tutto non hanno senso. Ma, appunto, non esistono.
L’origine è comune, l’evoluzione è comune,
tutto ha un senso.
Il senso nasce dal fatto che noi, come esseri
pensanti, siamo nati insieme alle pietre, dalle pietre, con le pietre, con i
minerali. A un certo punto, la vita senziente è nata dalla materia (che quindi già la conteneva: non è il soffio di un Dio), si è distinta da quella minerale (con un movimento oscillatorio),
ma le è rimasto il collegamento, dato che abbiamo i minerali nel corpo.
La vita sulla Terra, secondo la spiegazione
scientifica dell'evoluzione, è emersa da
reazioni chimiche complesse che si sono verificate nei primordiali oceani, dove
sostanze organiche semplici si sono combinate per creare le prime forme di
vita (perché la contenevano). In questo contesto, i minerali e altri composti inorganici hanno avuto un
ruolo significativo come catalizzatori per tali reazioni chimiche.
I minerali sono essenziali per la vita umana,
in quanto svolgono importanti funzioni nel nostro corpo. I minerali sono
coinvolti in numerosi processi fisiologici, come la formazione delle ossa, il
mantenimento dell'equilibrio idrico, la trasmissione degli impulsi nervosi e la
regolazione delle funzioni cellulari. Alcuni esempi di minerali essenziali
includono calcio, ferro, zinco, potassio e magnesio. È questi ci vengono dal
cibo.
Per la nascita della vita, ci vogliono i
minerali, l’acqua, i carboidrati, le proteine, i grassi, le vitamine, l’ossigeno,
la giusta temperatura, l’energia che viene dagli alimenti, dalle piante, dagli
animali e quindi dal Sole.
Ma tutte queste cose sono e restano correlate
e dunque hanno un senso e una funzione. Sono tutte rivolte a un fine: la vita.
Dunque anche un sasso ha una funzione e un senso. E, in certi casi, noi lo
sentiamo.
Il senso è dato dall’interrelazione. È come
se fossimo tutti imparentati, a diversi livelli. E noi ritroviamo questo senso,
che perciò esiste non come il senso di quell’oggetto o di noi stessi, ma come
legame comune.
La coscienza umana, infatti, è questo senso stesso, e conserva questo legame originario: è nata dalla scissione dell'unità in due. Per questo le cose hanno un senso. Non è qualcosa che è stato aggiunto dopo. Tutto è cosciente fin dall'inizio, tutto ha un senso, tutto ha una funzione.
Il senso è il legame, ed è sprigionato da
ogni cosa; non è una prerogativa umana, ma cosmica.
Semmai la distinzione da fare è tra oggetti
naturali e oggetti creati dall’uomo. Gli oggetti creati dall’uomo aggiungono un
secondo senso, ma, se vi rapportate con un oggetto naturale, non artefatto da
mano umana, il senso è rintracciabile.
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