lunedì 17 giugno 2024

Le interazioni umane

 

Secondo la fisica, un’interazione è un evento o una situazione in cui due o più corpi si applicano reciprocamente forze, a contatto o a distanza, seguendo il principio di azione e reazione . Queste interazioni sono dunque fondamentali per comprendere i fenomeni fisici a tutte le scale di distanza e di energia.

Un'interazione si verifica quando due o più corpi influenzano reciprocamente il comportamento l'uno dell'altro. Questa influenza può essere di varia natura, come ad esempio forze di attrazione, repulsione o altre forme di interazione che modificano lo stato fisico o il moto degli oggetti coinvolti. Le interazioni sono fondamentali nello studio della fisica poiché permettono di spiegare come gli oggetti nel mondo interagiscono tra loro e come possono cambiare nel tempo.

Avete capito? Ci sono interazioni anche senza contatto. E subito mi vengono in mente certi incontri fra persone o esseri viventi, in cui si comunica, si trasmette qualcosa e ci si influenza senza minimamente toccarsi. Basta guardarsi, basta entrare nel raggio o nel campo d’azione, e subito si ha l’interazione.

Cito sempre il caso del leone e della gazzella, che, senza toccarsi, ma solo per via della vista, degli odori o dei rumori. Entrano in interazione. E subito si scatenano le loro azioni e reazioni. Ma lo stesso succede fra le persone o le piante.

Ma perché le leggi della fisica non devono valere per tutti i tipi di corpi, anche i nostri? Certo, non si potranno misurare queste influenze o variazioni con equazioni matematiche (almeno per ora), ma le influenze ci sono, eccome!

Quando si parla di “attrazione” e “repulsione”, come non applicarle alle interazioni umane?

Diceva Einstein: “È stupendo sentire l’unità di fenomeni complessi che, ai nostri sensi, sembrano essere completamente separati!... Il mio obiettivo della mia ricerca è sempre stato quello della semplificazione e unificazione delle leggi fisiche.”

E quindi perché limitare i principi della fisica al solo mondo dei corpi inerti (che inerti non sono)?

Per esempio, la terza legge di Newton sull’azione/reazione descrive qualcosa che riscontriamo tutti i giorni della nostra vita: la simpatia/antipatia. Non potremo fare dei precisi calcoli matematici, ma possiamo benissimo avvertire il tipo di relazione che s’instaura.

E l’antinomia amore/odio non rientra in questa categoria di relazioni o interazioni umane e perfino animali?

Un’interazione umana si instaura immediatamente e spontaneamente quando i due soggetti entrano nello stesso campo di azione. In quel momento si definiscono gli stati d’animo reciproci e i due interagiscono. Così succede quando s’incontrano il leone e la gazzella, o due altri animali? Possono essere relazioni di attrazione o repulsione, di simpatia o antipatia, di affinità o di contrapposizione, o di indifferenza e disinteresse, di scambio o sfruttamento, di collaborazione o di rivalità, ecc.

Questo succede quando due esseri viventi entrano nello stesso campo di azione e si guardano, si percepiscono, si osservano, si annusano, si ascoltano, ecc. Gran parte della comunicazione avviene inconsciamente, ma è chiaramente percepibile.

La nostra mente e il mondo sono composti degli stessi elementi. Non c’è un mondo reale e un mondo solo percepito, non c’è la sfera della realtà e la sfera della mente: siamo noi che le separiamo. Questo è un vecchio pregiudizio cartesiano.

Il soggetto e l’oggetto non sono separati, ma l’uno definisce l’altro, l’uno è connesso all’altro, l’uno influisce sull’altro. Io mi definisco soggetto proprio in relazione all’oggetto e definisco l’oggetto proprio in relazione al soggetto. Ma i due, pur differenziandosi, costituisco una diade unitaria.

Insomma, due corpi, animati o inanimati, quando entrano in uno stesso campo d’azione, interagiscono e sono legati.

Osservare significa interagire. Ma dirò di più: essere presenti nello stesso campo d’azione determina un’interazione,volenti o nolenti. Anche se entriamo in una stanza d’attesa senza comunicare e senza conoscersi, si crea un’interazione. Basta lo sguardo, basta la presenza.

Il fatto è che l’altro o l’oggetto definiscono me in quel momento, così come io definisco l’altro e l’oggetto. Naturalmente non è che prima non fossi definito, ma ero definito da altre relazioni- inclusa quella con me stesso.

Anche gli oggetti?

Nella mia stanza ci sono tanti oggetti che mi definiscono e che io definisco, ma, se mi mettessi in una stanza vuota con solo un oggetto, potrei sentire meglio la sua influenza – e questo perché le leggi che definiscono le interazioni fra i corpi sono le stesse, che ci siano corpi inanimati, corpi inanimati e animati o corpi animati.

Quano noi ci compriamo un oggetto di arredamento (che ci piace) e lo mettiamo nella stanza, lo facciamo per percepire diversamente l’ambiente e noi stessi. Questo perché quel piacere (prodotto dall’oggetto) è energia, che segue le leggi dell’energia.

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