Secondo
la fisica, un’interazione è un evento o una situazione in cui due o più corpi si
applicano reciprocamente forze, a contatto o a distanza, seguendo il principio
di azione e reazione . Queste interazioni sono dunque fondamentali per comprendere
i fenomeni fisici a tutte le scale di distanza e di energia.
Un'interazione
si verifica quando due o più corpi influenzano reciprocamente il comportamento
l'uno dell'altro. Questa influenza può essere di varia natura, come ad esempio
forze di attrazione, repulsione o altre forme di interazione che modificano lo
stato fisico o il moto degli oggetti coinvolti. Le interazioni sono
fondamentali nello studio della fisica poiché permettono di spiegare come gli
oggetti nel mondo interagiscono tra loro e come possono cambiare nel tempo.
Avete
capito? Ci sono interazioni anche senza contatto. E subito mi vengono in mente
certi incontri fra persone o esseri viventi, in cui si comunica, si trasmette
qualcosa e ci si influenza senza minimamente toccarsi. Basta guardarsi, basta entrare
nel raggio o nel campo d’azione, e subito si ha l’interazione.
Cito
sempre il caso del leone e della gazzella, che, senza toccarsi, ma solo per via
della vista, degli odori o dei rumori. Entrano in interazione. E subito si
scatenano le loro azioni e reazioni. Ma lo stesso succede fra le persone o le
piante.
Ma
perché le leggi della fisica non devono valere per tutti i tipi di corpi, anche
i nostri? Certo, non si potranno misurare queste influenze o variazioni con
equazioni matematiche (almeno per ora), ma le influenze ci sono, eccome!
Quando
si parla di “attrazione” e “repulsione”, come non applicarle alle interazioni
umane?
Diceva
Einstein: “È stupendo sentire l’unità di fenomeni complessi che, ai nostri sensi,
sembrano essere completamente separati!... Il mio obiettivo della mia ricerca è
sempre stato quello della semplificazione e unificazione delle leggi fisiche.”
E
quindi perché limitare i principi della fisica al solo mondo dei corpi inerti
(che inerti non sono)?
Per
esempio, la terza legge di Newton sull’azione/reazione descrive qualcosa che
riscontriamo tutti i giorni della nostra vita: la simpatia/antipatia. Non
potremo fare dei precisi calcoli matematici, ma possiamo benissimo avvertire il
tipo di relazione che s’instaura.
E
l’antinomia amore/odio non rientra in questa categoria di relazioni o interazioni
umane e perfino animali?
Un’interazione
umana si instaura immediatamente e spontaneamente quando i due soggetti entrano
nello stesso campo di azione. In quel momento si definiscono gli stati d’animo
reciproci e i due interagiscono. Così succede quando s’incontrano il leone e la
gazzella, o due altri animali? Possono essere relazioni di attrazione o
repulsione, di simpatia o antipatia, di affinità o di contrapposizione, o di
indifferenza e disinteresse, di scambio o sfruttamento, di collaborazione o di
rivalità, ecc.
Questo
succede quando due esseri viventi entrano nello stesso campo di azione e si
guardano, si percepiscono, si osservano, si annusano, si ascoltano, ecc. Gran parte
della comunicazione avviene inconsciamente, ma è chiaramente percepibile.
La
nostra mente e il mondo sono composti degli stessi elementi. Non c’è un mondo
reale e un mondo solo percepito, non c’è la sfera della realtà e la sfera della
mente: siamo noi che le separiamo. Questo è un vecchio pregiudizio cartesiano.
Il
soggetto e l’oggetto non sono separati, ma l’uno definisce l’altro, l’uno è
connesso all’altro, l’uno influisce sull’altro. Io mi definisco soggetto
proprio in relazione all’oggetto e definisco l’oggetto proprio in relazione al
soggetto. Ma i due, pur differenziandosi, costituisco una diade unitaria.
Insomma,
due corpi, animati o inanimati, quando entrano in uno stesso campo d’azione,
interagiscono e sono legati.
Osservare
significa interagire. Ma dirò di più: essere presenti nello stesso campo
d’azione determina un’interazione,volenti o nolenti. Anche se entriamo in una
stanza d’attesa senza comunicare e senza conoscersi, si crea un’interazione. Basta
lo sguardo, basta la presenza.
Il
fatto è che l’altro o l’oggetto definiscono me in quel momento, così come io definisco
l’altro e l’oggetto. Naturalmente non è che prima non fossi definito, ma ero
definito da altre relazioni- inclusa quella con me stesso.
Anche
gli oggetti?
Nella
mia stanza ci sono tanti oggetti che mi definiscono e che io definisco, ma, se
mi mettessi in una stanza vuota con solo un oggetto, potrei sentire meglio la
sua influenza – e questo perché le leggi che definiscono le interazioni fra i
corpi sono le stesse, che ci siano corpi inanimati, corpi inanimati e animati o
corpi animati.
Quano
noi ci compriamo un oggetto di arredamento (che ci piace) e lo mettiamo nella stanza,
lo facciamo per percepire diversamente l’ambiente e noi stessi. Questo perché
quel piacere (prodotto dall’oggetto) è energia, che segue le leggi dell’energia.
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