giovedì 27 giugno 2024

La nascita dello spaziotempo e della coscienza

 

 
 
Se lo spaziotempo non ci fosse, tutte le cose giacerebbero attaccate e immobili. Come si dice, lo spaziotempo è il modo in cui Dio (o la natura) ha trovato il modo per impedire che le cose avvengano tutte insieme e tutte nello stesso istante. Insomma lo spaziotempo è il grande separatore, ciò che le individua e le distingue.
Se io posso dire “io” e sentirmi un individuo, è perché mi sono individuato, cioè separato. La parola “individuo” deriva dal latino "individuus", composto dal prefisso negativo "in-" e dal verbo "dividere", quindi letteralmente significa "colui che non può essere diviso". Il concetto di "individuo" si riferisce a un singolo essere umano considerato come unità individuale e distintiva.
In realtà, l’individuo esiste proprio perché è stato “staccato” dalla massa informe. Un po’ come avviene nella scultura, quando da un masso informe si stacca e si estrae una forma, un certo oggetto. Ma questo esempio, ci dice anche che quell’oggetto è fatto dalla stessa sostanza del blocco di marmo o di argilla da cui è stato sgrossato. Se da quello stesso blocco di marmo estraessimo altri oggetti, tutti avrebbero un’origine in comune e sarebbero per così dire imparentati.
Questo descrive il processo di creazione o di separazione. E, se la sostanza è la stessa, deve ubbidire alle stesse leggi… in me, in te, nel sasso e nella stella.
Però, questo processo di individuazione-separazione viene descritto come se ci fosse qualcuno dall’esterno che lo compie: Dio. Ma mettiamo che sia la natura a seguire il processo di separazione e poi di riunione, secondo un ciclo senza inizio e senza fine. Cioè, le fasi di nascita, di crescita o di evoluzione e infine di dissoluzione-fusione dell’universo avvengano l’una dopo l’altra, senza soluzione di continuità. In tal caso, l’universo stesso assumerebbe le caratteristiche del Dio creatore, che dovrebbe per forza essersi creato da sé.
Ciò perché, se lo spaziotempo emergesse in un dato momento e in un dato luogo, prima non avrebbe dovuto esserci, anche perché il “prima” non c’era. La creazione, dunque, si configura proprio come un emergere dello spaziotempo da un Uno in cui si era annullato – e così in modo ciclico. Chissà quanti altri Big Bang ci sono stati -  e quanti Big Crunch!
Questa concezione ciclica corrisponde a un’idea che in Oriente è comune. Qui Dio ha tre volti: quello che crea, quello che fa crescere e quello che distrugge! La nostra idea di un Dio solo creatore e solo vita è quanto meno parziale. La distruzione, la malattia, l’invecchiamento e la morte da chi sarebbero stati creati? Non da quel Dio stesso? Mi pare assurdo, visto che tutto ha la stessa origine.
Il bene e il male, il piacere e la sofferenza, non sono disgiungibili! Formano sempre una diade
Ma c’è un altro importante fattore da considerare: affinché ci sia un io che si renda conto di essere un individuo, oltre allo spaziotempo deve essere presente fin dall’inizio la coscienza. Che non è niente di speciale, ma semplicemente l’apertura del blocco, la sua scissione.
Il che conferma che la coscienza può anche essere vista come una degenerazione di uno stato in cui la consapevolezza non prevedeva una separazione fra soggetto conoscente e oggetto conosciuto. Se il soggetto conoscente è lo stesso oggetto conosciuto, si forma una scissione cosciente. Se non c’è questa corrispondenza, si ha semplicemente il dualismo soggetto/oggetto.

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