venerdì 28 giugno 2024
La ferocia della competizione
La ferocia della competizione
Quando
guardo certi meravigliosi documentari naturalistici, mi risulta evidente che la
natura, per mantenersi, ha concepito uno stato permanente di guerra, di
contrasto, di rivalità fra le specie viventi, in modo che ognuna divori
l’altra: animale contro animale, pesce contro pesce, animale contro piante,
pianta contro pianta (per accaparrarsi la luce, lo spazio e i nutrimenti),
microrganismo contro altri microrganismo (pensiamo ai virus e ai batteri), uomo
contro animali, piante e ambiente, e uomo contro uomo. Se mettete degli animali
in un unico ambiente o delle piantine in un unico vaso, scatenerete la lotta
per la sopravvivenza del più forte.
È
una guerra inevitabile, perché l’essere vivente deve mangiare e deve quindi
uccidere animali e piante. Se fossimo pacifici, non aggressivi, non feroci,
moriremmo di fame.
Ma
il cibo non basta. Per mandare avanti la vita c’è anche la riproduzione, e
anche qui si scatena una guerra fra maschi, fra femmine e fra maschi e femmine.
È così che nasce l’amore, il desiderio… un’altra guerra!
È
impossibile pensare che questo meccanismo violento sia stato concepito da un
Dio solo buono o da una Natura solo benigna. La vita nasce all’insegna della
competizione, dello scontro – e si vede dappertutto, anche nelle nostre
società, anche dentro le nostre famiglie, anche dentro noi stessi.
Il
dissidio, il contrasto è l’anima di tutto. Questo succede anche a livello
planetario, dove ci sono scontri giganteschi fra pianeti, stelle, galassie.
Insomma un universo guerresco dove tutti devono lottare.
Ogni
specie è messa contro l’altra, ogni vita è messa contro l’altra – cosa che era
già stata osservata da filosofi come Eraclito o Lao-tzu, prima che arrivassero
le stupide religioni del Dio solo bontà, amore e armonia. Se così fosse, il mondo sarebbe completamente
diverso o non potrebbe esistere.
Perché
questo contrasto di tutti contro tutti serve a mantenere la vita… non del
singolo, ma dell’insieme. Di fronte alle esigenza dell’insieme, il singolo può
essere ed è sacrificato.
Non
è che nel mondo manchi la pace, la concordia, l’amore e l’armonia, ma tutte
queste polarità devono essere controbilanciate dalle polarità opposte. Se c’è
l’amore, ci deve essere l’odio. Se c’è la concordia, ci deve essere la
discordia. Se c’è la pace, ci deve essere la guerra. Se c’è la vita, ci deve
essere la morte. Se c’è l’inizio, deve esserci la fine. Se c’è il bello, ci deve
essere il brutto. Se c’è la salute, ci deve essere la malattia…
Perché
questa struttura duale di opposti? Perché assicura la tensione, l’energia,
l’attenzione. Nella savana, nella foresta o nelle nostre strade, dovete sempre
stare attenti, all’erta. E questo garantisce l’energia necessaria a mandare
avanti il mondo. Se tutto fosse amore, tutto sarebbe fuso e indistinto.
Affinché le cose accadano, affinché il mondo divenga, ci vuole il contrasto.
Come in ogni buon film che si rispetti.
La
conseguenza è che non abbiamo mai a che fare con forze o processi isolati, ma
con coppie di opposti complementari. Come il maschio e la femmina, yang e yin.
Contrapposti ma necessari l’uno all’altro per generare altra vita. Un maschio
solo o una femmina sola, che senso avrebbero? Così è per tutti gli opposti.
Per
dare movimento (energia) al mondo, bisogna alimentare un doppio contrasto (o
differenziazione): fra le polarità opposte e fra gli individui. Altrimenti il
motore non si avvierebbe e tutto sarebbe fermo.
Le
coppie di opposti complementari (diadi) vanno viste come unità operative di un
motore alternativo. I poli sono contrapposti, ma complementari. Sono
contrapposti, ma sono necessari l’uno all’altro. E lavorano sempre insieme.
Chi
ha concepito questo meccanismo? Non certo un Dio esterno concepito come solo
amore e bontà. Si ha più l’impressione di una “cosa” che si fa attraverso tentativi
e prove (alcune fallite e abbandonate), una cosa che si fa da sola. E del resto
anche un eventuale Dio dovrebbe essersi fatto da solo!
Ma
si è fatto bene? O così così..?
Comunque
sia, siamo sempre in competizione, talvolta feroce (il leone si mangia la
gazzella da viva!) e anche noi mettiamo a bollire l’aragosta viva.
Siamo
in ballo e dobbiamo ballare… in coppie, che si amano perché si odiano o che si
odiano perché si amano. E nessuno può aiutarci. Dobbiamo sfangarcela da soli!
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