lunedì 24 giugno 2024

Questioni di equilibro

 

Mi vengono in mente gli elementi radioattivi (uranio, torio, polonio, radio, cesio e plutonio) che emanano vere e proprie radiazioni e che hanno una particolare interazione con il mondo circostante. Gli elementi sono radioattivi quando i loro nuclei hanno un eccesso di protoni o neutroni, il che porta a forze interne sbilanciate. Questo squilibrio causa instabilità nel nucleo, e l’atomo cerca di raggiungere uno stato più stabile emettendo radiazioni.
Non so se avete capito bene: la radioattività è una questione di equilibrio dell’atomo che, a causa delle forze interne sbilanciate, emette radiazioni, liberandosi dell’eccesso.
Questo significa che, per legge di natura, perfino gli atomi devono trovare un loro equilibrio interno. Figuratevi gli altri sistemi complessi, come gli esseri viventi, che devono obbedire allo stesso principio. Se sono internamente squilibrati, devono emettere qualcosa per ritrovare il loro equilibrio, sotto forma di rabbia, di odio o di amore.
Non si sfugge a questa regola, che vale per tutte le forze contrapposte. La loro lotta, che sprigiona e richiede energia, è in realtà rivolta a ottenere un ipotetico punto di equilibrio o di via di mezzo in cui i due poli siano controbilanciati.
I fattori che influenzano la radioattività possono essere i più vari:
Il numero di Protoni: Gli elementi con un numero atomico maggiore di 83 hanno tutti isotopi radioattivi. La forza di repulsione tra i protoni rende i nuclei instabili.

Il bilanciamento tra Protoni e Neutroni: Un nucleo stabile ha un buon bilanciamento tra protoni e neutroni. Se questo bilanciamento è disturbato, l’elemento può diventare radioattivo.
Le forze Nucleari: Le forze nucleari forti tengono insieme protoni e neutroni. Se queste forze non sono sufficienti a compensare la repulsione elettrica tra i protoni, il nucleo può diventare instabile e radioattivo.
Gli elementi più pesanti, come l’uranio, hanno nuclei con molti nucleoni (protoni e neutroni) e quindi una minore probabilità di raggiungere una condizione di stabilità; questi nuclei tendono a emettere particelle radioattive per conseguire una condizione più stabile.
Inoltre, la radioattività può essere indotta artificialmente in nuclei stabili tramite reazioni nucleari, come l’urto di una particella con un atomo, che cambia la natura dell’atomo colpito rendendolo radioattivo.
 
Comunque, si tratta sempre di squilibri che devono essere risanati. La natura tende sempre all’equilibrio. E per questo si agita sempre. E per questo è squilibrata. E per questo è dinamica. Si muove perché deve ristabilire l’equilibrio. Ma, senza lo squilibrio, niente si muoverebbe per ristabilire l’equilibrio.
Dunque, l’equilibrio e lo squilibrio sono polarità necessarie, l’una essenziale all’altra, l’uno il contrario dell’altra.


Pensiamo ora a un’altra polarità: quella di “positivo/negativo” e al numero di significati che le abbiamo  attribuito. Si può dire che non esista campo dello scibile in cui non si usi il binomio positivo/negativo. Dalla fisica alla psicologia, tutto può essere definito positivo o negativo. Ma certo l’origine di queste due parole non è quella scientifica. Al contrario, è la scienza che prende in prestito parole di senso comune per indicare fenomeni fisici. Ma quale origine hanno?
Le parole “positivo” e “negativo” hanno origini interessanti che risalgono al latino:

Positivo: Deriva dal latino “positivus”, che a sua volta proviene da “positum”, il participio passato di “ponere”. Il verbo “ponere” significa “porre” o “mettere”, e in questo contesto, indica qualcosa su cui si può costruire o fabbricare.

Negativo: Ha un’etimologia meno certa, ma si ritiene che derivi dal latino “negare”, che significa “dire di no” o “dare sentenza”. Questo termine è spesso associato all’idea di rifiuto o assenza di qualcosa.
Queste parole sono diventate parte integrante del nostro linguaggio quotidiano, assumendo significati sia letterali che figurati in vari contesti.
Comunque il discorso che si può fare su loro è quello che si fa per tutti i termini opposti. L’uno non può esistere senza l’altro, l’uno è necessario all’altro, l’uno cerca di compensare l’altro essendo complementare all’altro.
E qui ritorniamo alla storia della radioattività.
Se in un nucleo unitario, esistono due forze contrapposte, queste lottano l’una contro l’altra per avere il sopravvento. E possono averlo temporaneamente, ma scatenando la reazione contraria, che riporterà l’equilibrio. E così via. Alternandosi, come due pugili instancabili che non possono però mai vincere sull’altro.
È sempre una questione di equilibrio, in natura.

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