martedì 25 giugno 2024

Dentro le diadi

 

Abbiamo detto che fra i vari dualismi polari (che io chiamo diadi) c’è quella di equilibrio/squilibrio o ordine/disordine: le diadi hanno poli contrapposti, ma l’uno non può esistere senza l’altro. Poiché sono contrapposti, sono in un equilibrio dinamico, nel senso che, quando l’uno aumenta, l’altro deve diminuire…ma fino a un certo punto, perché subito dopo, trovandosi in una rapporto di azione/reazione reciproca, anche l’altro reagisce per ritrovare l’equilibrio perduto. Come due pugili che si combattono, e che possono in un certo momento essere in vantaggio ora l’uno ora l’altro, ma che non possono mai vincere definitivamente, pena l’annullamento del match (che a sua volta rappresenta la diade incontro/scontro).
Abbiamo visto che questo meccanismo di riequilibrio è in azione in ogni campo della realtà: da quello fisico a quello mentale. E ci siamo chiesti se si tratti di un meccanismo soltanto mentale, concettuale, o qualcosa di reale. Domanda che non ha senso perché la mente è a sua volta forma una diade con la materia.
L’importante che uno dei due poli sia sperimentato concretamente per poter dire che esiste realmente anche l’altro. Non possiamo pensare all’inspirazione senza pensare all’espirazione, perché i due sono in un rapporto diadico, e quindi l’uno non può esistere senza l’altro. O forse pensate che la respirazione con il suo ritmo sia solo una rappresentazione concettuale? Sarà anche una rappresentazione mentale, ma che rispecchia comunque una realtà.
Ma allora tutte le diadi rappresentano qualcosa di reale? Sì, ma solo se almeno uno dei due è esperibile concretamente.  
Anche nel caso delle diadi bello/brutto o bene/male, che sembrano soltanto concetti umani? Sì, nel senso che rappresentano qualche contrapposizione nella realtà. Se io trovo un fiore bello, vuol dire che anche l’insetto che si nutre del suo nettare lo trova attraente, e quindi è bello e buono anche per lui, per la sua mente. Perciò, è qualcosa di “oggettivo”… nella sua soggettività.  Se però io trovo bello un quadro di Leonardo, l’insetto non lo apprezzerà. Ma c’è comunque qualcuno che lo trova bello.
Il fatto è che questo dualismo soggettivo/oggettivo è già presente nella realtà, come dato di fatto, perché fin dalle origini l’unità si differenzia in questo modo (diciamo tra esteriore e interiore, fra oggetto e soggetto, fra materia e spirito, fra mentale e non mentale…) senza però dividersi mai del tutto. E  quindi, se esiste l’uno, esiste l’altro, come una coppia di polarità contrapposte ma complementari.
Di queste diadi esistono in un certo senso tutti i poli contrapposti. A meno che nessuno dei due sia percepito realmente: per esempio nel caso di dio/diavolo.
Ma comunque le diadi sono reali, nel senso in cui una cosa è percepibile. Poi la realtà è a sua volta qualcosa che è anche mentale, e dunque non del tutto oggettiva.
Insomma, la diade oggettivo/soggettivo pervade tutto. E non ha senso chiedersi se una cosa sia davvero reale o solamente pensata. Le due polarità sono contrapposte ma connesse. L’unica discriminante è la percepibilità o meno. Il resto è tutto reale/irreale.

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