La parola su cui dobbiamo
concentrarci è interazione. Un’interazione è una qualche relazione.
Secondo la fisica, l’intero
universo nasce da interazioni tra cose.
Ma come viene definita una
interazione? Attenti, un’interazione, in fisica, è un evento o una
situazione in cui due o più corpi si applicano reciprocamente forze, a contatto
o a distanza, seguendo il principio di azione e reazione esteso. Queste
interazioni sono dunque fondamentali per comprendere i fenomeni fisici a tutte
le scale di distanza e di energia.
Esistono quattro interazioni fondamentali che
descrivono le forze della natura:
Interazione
nucleare forte: Unisce le particelle
subatomiche tra loro in un nucleo atomico e i quark all’interno delle
particelle, utilizzando i gluoni come particelle mediatrici.
Interazione
debole: Si verifica tra le particelle
elementari appartenenti alla famiglia del leptoni (elettroni, neutrini, ecc.) e
è alla base del decadimento radioattivo Beta.
Interazione
elettromagnetica: Tra due corpi
elettricamente carichi si esercita un’interazione attrattiva o repulsiva, descritta
dalla legge di Coulomb.
Interazione
gravitazionale: Ogni coppia di corpi
si attrae con una forza proporzionale al prodotto delle loro masse e
inversamente proporzionale al quadrato delle loro distanze, come descritto
dalla legge di Newton.
Queste interazioni sono essenziali per la
costruzione del nostro universo e per la comprensione dei fenomeni fisici che
ci circondano.
Nient’altro: queste sono le
definizioni della scienza. Ma che cosa significano per l’uomo comune?
Significano che, in natura,
tutto è interazione. La vita e il cosmo sono costituiti da una serie di
relazioni e processi che si influenzano reciprocamente. Questo concetto è stato
ampiamente esplorato da scienziati come Alexander von Humboldt, che ha
descritto la natura come un insieme vivente dove tutto è interazione e
reciprocità.
In parole povere, se le
cose non fossero in relazione (fra loro e con se stesse), niente esisterebbe.
Le cose sarebbero tutte attaccate e indistinguibili, tutte sarebbero uno; e non
si muoverebbe nulla. Non esisteremmo neppure noi, che infatti nasciamo da una
relazione. Ma anche le forme di vita (per esempio certe cellule) che si
riproducono dividendosi, devono comunque… dividersi, cioè diventare due!
La divisione, differenziazione, distinzione, l’interazione e la duplicazione
sono la base della vita. E questo è comprensibile.
Come è comprensibile dire che le
proprietà di un oggetto siano definite dall’interazione con altri oggetti. Tutte
le cose, tutti gli esseri, per essere, devono essere in relazione, fra loro e
in se stesse. Essere significa essere in relazione o in interazione. Se
non entrassimo in relazione con i fenomeni, non sapremmo neanche che esistono,
per noi non esisterebbero.
Ma, non sarebbero in sé, o
non sarebbero per noi?
Domanda a cui non c’è
risposta perché i fenomeni sono esattamente la nostra comprensione, la nostra
conoscenza. Non esiste una conoscenza senza una relazione-interazione, se non
altro fra chi conosce e il conosciuto. E senza che il conoscente non conosca
se stesso. Infatti, se la conoscenza è relazione, anche il soggetto, per
conoscere deve riconoscere una dualità, tra lui e l’altro e tra lui e se
stesso. E per sapere di essere, deve sdoppiarsi. Questa è la coscienza!
Conoscere, comprendere,
osservare significano interagire. Quando due fenomeni non interagiscono, non
hanno proprietà, non possono essere conosciuti. E questo vale per noi e per
tutti gli esseri viventi, animali e piante… a livelli ovviamente diversi. La gazzella,
per fuggire, deve interagire col leone, conoscendo lui e se stessa in
quella relazione; altrimenti non si muoverebbe.
Ma anche noi conosciamo le
cose (per esempio le quattro interazioni della fisica o gli altri esseri)
perché interagiamo con loro mentre interagiamo con noi stessi. Un
selvaggio non conosce e non studia gli atomi perché non si accorge di
interagire con loro. Però sa che gli altri selvaggi esistono perché interagisce
con loro.
Il punto è che ogni
conoscenza sorge da un’interazione, di cui ci si deve accorgere. Ma questo
“accorgersi” è già la coscienza-conoscenza. Se io non mi accorgo che un leone è
vicino a me, per me il leone non esiste. Ma se lui si accorge di me sono guai.
Se invece nessuno si accorgesse dell’altro, è come se il fatto non fosse mai
accaduto. Se poi una persona mi dicesse: “Guarda che ti è passato vicino un leone
e non te ne sei accorto”, potrei reagire anche dopo. Ma non sarebbe più reale.
Insomma, la realtà è data soltanto
da un’interazione verificabile concretamente.
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