giovedì 13 giugno 2024

Interazioni fondamentali

 

La parola su cui dobbiamo concentrarci è interazione. Un’interazione è una qualche relazione.

Secondo la fisica, l’intero universo nasce da interazioni tra cose.

Ma come viene definita una interazione? Attenti, un’interazione, in fisica, è un evento o una situazione in cui due o più corpi si applicano reciprocamente forze, a contatto o a distanza, seguendo il principio di azione e reazione esteso. Queste interazioni sono dunque fondamentali per comprendere i fenomeni fisici a tutte le scale di distanza e di energia.

Esistono quattro interazioni fondamentali che descrivono le forze della natura:

Interazione nucleare forte: Unisce le particelle subatomiche tra loro in un nucleo atomico e i quark all’interno delle particelle, utilizzando i gluoni come particelle mediatrici.
Interazione debole: Si verifica tra le particelle elementari appartenenti alla famiglia del leptoni (elettroni, neutrini, ecc.) e è alla base del decadimento radioattivo Beta.
Interazione elettromagnetica: Tra due corpi elettricamente carichi si esercita un’interazione attrattiva o repulsiva, descritta dalla legge di Coulomb.
Interazione gravitazionale: Ogni coppia di corpi si attrae con una forza proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato delle loro distanze, come descritto dalla legge di Newton.


Queste interazioni sono essenziali per la costruzione del nostro universo e per la comprensione dei fenomeni fisici che ci circondano.

Nient’altro: queste sono le definizioni della scienza. Ma che cosa significano per l’uomo comune?

Significano che, in natura, tutto è interazione. La vita e il cosmo sono costituiti da una serie di relazioni e processi che si influenzano reciprocamente. Questo concetto è stato ampiamente esplorato da scienziati come Alexander von Humboldt, che ha descritto la natura come un insieme vivente dove tutto è interazione e reciprocità.

In parole povere, se le cose non fossero in relazione (fra loro e con se stesse), niente esisterebbe. Le cose sarebbero tutte attaccate e indistinguibili, tutte sarebbero uno; e non si muoverebbe nulla. Non esisteremmo neppure noi, che infatti nasciamo da una relazione. Ma anche le forme di vita (per esempio certe cellule) che si riproducono dividendosi, devono comunque… dividersi, cioè diventare due! La divisione, differenziazione, distinzione, l’interazione e la duplicazione sono la base della vita. E questo è comprensibile.

Come è comprensibile dire che le proprietà di un oggetto siano definite dall’interazione con altri oggetti. Tutte le cose, tutti gli esseri, per essere, devono essere in relazione, fra loro e in se stesse. Essere significa essere in relazione o in interazione. Se non entrassimo in relazione con i fenomeni, non sapremmo neanche che esistono, per noi non esisterebbero.

Ma, non sarebbero in sé, o non sarebbero per noi?

Domanda a cui non c’è risposta perché i fenomeni sono esattamente la nostra comprensione, la nostra conoscenza. Non esiste una conoscenza senza una relazione-interazione, se non altro fra chi conosce e il conosciuto. E senza che il conoscente non conosca se stesso. Infatti, se la conoscenza è relazione, anche il soggetto, per conoscere deve riconoscere una dualità, tra lui e l’altro e tra lui e se stesso. E per sapere di essere, deve sdoppiarsi. Questa è la coscienza!

Conoscere, comprendere, osservare significano interagire. Quando due fenomeni non interagiscono, non hanno proprietà, non possono essere conosciuti. E questo vale per noi e per tutti gli esseri viventi, animali e piante… a livelli ovviamente diversi. La gazzella, per fuggire, deve interagire col leone, conoscendo lui e se stessa in quella relazione; altrimenti non si muoverebbe.

Ma anche noi conosciamo le cose (per esempio le quattro interazioni della fisica o gli altri esseri) perché interagiamo con loro mentre interagiamo con noi stessi. Un selvaggio non conosce e non studia gli atomi perché non si accorge di interagire con loro. Però sa che gli altri selvaggi esistono perché interagisce con loro.

Il punto è che ogni conoscenza sorge da un’interazione, di cui ci si deve accorgere. Ma questo “accorgersi” è già la coscienza-conoscenza. Se io non mi accorgo che un leone è vicino a me, per me il leone non esiste. Ma se lui si accorge di me sono guai. Se invece nessuno si accorgesse dell’altro, è come se il fatto non fosse mai accaduto. Se poi una persona mi dicesse: “Guarda che ti è passato vicino un leone e non te ne sei accorto”, potrei reagire anche dopo. Ma non sarebbe più reale.

Insomma, la realtà è data soltanto da un’interazione verificabile concretamente.

 

Nessun commento:

Posta un commento