domenica 30 giugno 2024
Soggetto e oggetto
Dopo
aver identificato il motore della vita in un motore alternativo,
che ha sempre bisogno di due poli contrapposti e complementari per funzionare,
la più importante conseguenza è che non dobbiamo cercare l’origine del mondo in
una singola forza (tipicamente Dio o l’energia) ma in un dipolo di forze
contrapposte e complementari. Insomma non dobbiamo cercare un Padreterno o una
singolarità, ma una “coppia”. Già nelle mitologie antiche il Creatore
del mondo aveva una paredra, una compagna, perché si era intuito un principio
semplicissimo: che per generare bisogna essere in due. Tuttavia, al di fuori
dell’ingenuo antropomorfismo delle antiche mitologie (in oriente e in
occidente), c’erano concezioni in cui i due poli opposti e complementari (per
esempio, lo yang e lo yin del taoismo) rappresentavano sì anche il maschile e
il femminile, ma in realtà rappresentavano tutti i dualismi. C’erano in realtà
funzioni o processi.
E
non è un caso che, in fisica, c'è il principio delle azioni
reciproche secondo il quale tutte le forze in una qualsiasi interazione
agiscono a coppie. Questo significa che se un oggetto A esercita una forza su
un oggetto B, allora anche B esercita una forza uguale in grandezza e opposta
in direzione su A. Questo principio è espresso nella terza legge di Newton,
nota come principio di azione e reazione.
E
non è la sola prova. La seconda prova è che molte particelle subatomiche hanno
una corrispondente antiparticella. Ad esempio, il protone ha l'antiprotone,
l'elettrone ha il positrone e il neutrone ha l'antineutrone. Le antiparticelle
hanno le stesse proprietà di massa, ma carica e alcune altre proprietà fisiche
opposte rispetto alle rispettive particelle corrispondenti. Quando una
particella e la sua antiparticella si incontrano, possono annichilirsi
producendo energia sotto forma di fotoni o altre particelle.
Poi
esiste una terza prova. In alcune teorie della fisica delle particelle e della
fisica quantistica, si possono trovare concetti analoghi a un'”antiforza”, come
ad esempio l'antigravità e la repulsione tra particelle con carica uguale.
Quindi
esiste una quarta prova. Gli organismi viventi sono per lo più duali. Hanno due
gambe, due braccia, due occhi, due polmoni, due reni… due emisferi del cervello,
due filamenti del DNA (mai tre!).
Infine
una quinta prova. Tutta la vita mentale si basa su concetti, sentimenti ed
emozioni che sono antinomici. Tanto che la coscienza stessa si presenta come
una funzione dualistica, ossia è lo sdoppiamento dell’identità. L’identità
è data da una fusione (non a freddo!) di due persone in una, conseguenza anche
del fatto che dobbiamo essere generati dall’accoppiamento di due esseri.
Ma
la prova più importante è che il mondo (fisico e mentale, esteriore e interiore
– altre antinomie!) è formato dalle molteplici contrapposizioni complementari
(diadi), che vanno considerate reali quando almeno uno dei due poli sia esperito
concretamente. Per esempio, la coppia soggetto/oggetto ci dice che i soggetti
esistono perché esistono gli oggetti e gli oggetti esistono perché esistono
i soggetti. E si badi bene: non si tratta solo di nostri concetti, ma di
realtà.
Tant’è
vero che alcune di queste diadi (per esempio inspirazione/espirazione) non
possono essere negate.
Attenzione,
quando dico che gli oggetti esistono perché esistono i soggetti, affermo
che i gli oggetti sono realmente creati dai soggetti. Cioè, dico che gli oggetti
senza i soggetti non esisterebbero proprio, e viceversa. Questo “perché”
è un vero rapporto di causa effetto, con la particolarità che si applica ai due
poli contemporaneamente. Il soggetto crea l’oggetto, così come l’oggetto crea
il soggetto.
Com’è
possibile? vi domanderete. Nasce prima l’uovo o la gallina?
La
domanda nasce dal fatto che noi siamo abituati a pensare i rapporti di
causa/effetto (diade!) come lineari – mentre sono circolari. È la circolarità
che crea il mondo.
La
prova? Quando la vostra soggettività si eclissa (come quando dormiamo), il
mondo degli oggetti sparisce. Varrebbe anche il contrario (senza oggetti sparisce
il soggetto), se non fosse impossibile dimostrarlo, dato che un oggetto c’è
sempre, anche in una stanza completamente vuota!
sabato 29 giugno 2024
Squadre perdenti
Ve l' avevo detto che questa squadra di calcio non sarebbe andata lontana. Si vedeva fin dall'inizio che la squadra non c' era, né fisicamente né tatticamente né con il cuore. Erano lì senza sapere che fare. Avrebbero perso anche contro la squadra di San Marino!
Il problema è che avevo stabilito un parallelismo con la squadra di governo. Che è composta come la squadra di calcio da mezze tacche che non sono all' altezza del compito, dalla Meloni a Lollobrigida, da San Giuliano a La Russa, da Salvini a Calderoli, da Vannacci alla Casellati - c' è da piangere a mandare in giro gente del genere.
Mezze tacche che pretendono addirittura di riformare la Costituzione mentre sono di un' ignoranza tremenda. Non sapendo neppure governare il quotidiano, si illudono che, scimmiottando un fascismo da operetta, si possano risolvere i problemi degli italiani. Ci vorrebbe ben altro: una cultura moderna e un senso critico che non hanno.
In conclusione, questo governo di dilettanti allo sbaraglio farà la fine della squadra di calcio: un fallimento completo.
Il guaio è che trascinerà tutti nel disastro, anche noi che non lo abbiamo votato!
Nel frattempo, la Meloni si è trasferita in una villa con piscina di oltre 400 metri quadrati che ha pagato più di un milione di euro. Qualcuno, nel disastro generale, riesce ad arricchirsi.
Le leghe indissolubili della vita
Se
prendiamo le due polarità amore e odio (o attrazione e repulsione, yang e yin…)
come le due forze fondamentali della nostra vita emotiva, ci rendiamo conto non
solo che l’una è il rovescio o l’opposto dell’altra, ma anche che l’una
richiede l’altra, e che non possono essere disgiunte. In pratica, formano una
diade, cioè una coppia di forze che, pur contrastandosi, sono unite.
Per
questa ragione, le nostre esistenze emotive sono oscillanti, fibrillanti,
ondulanti, altalenanti… Non può che essere così. Di stabile non c’è nulla. Solo
i morti sono stabili, perché non si muovono. Ma anche i loro corpi continuano
a trasformarsi.
Stando
così le cose, è stupido dire che il senso della nostra vita è, per esempio,
l’amore. No, è l’amore/odio, è quel sentimento cangiante, altalenante.
Eppure, nessuno dice che il senso della nostra vita è l’odio. Tutti scegliamo
l’amore, ossia uno solo dei due poli… separando qualcosa che non può essere
separato. Sarebbe come dire che in un oggetto di ottone io preferisco lo zinco,
dimenticando che l’ottone è una lega di rame e di zinco.
Insomma,
noi dividiamo arbitrariamente in due la realtà che, invece, è una lega
indissolubile di due poli opposti e complementari.
Per
la natura, non c’è un polo buono e uno cattivo, uno positivo e uno negativo,
uno preferibile e uno scartabile, uno necessario e uno superfluo. Ti devi
pigliare la lega, l’intero pacchetto - non uno solo dei due. Se scegli l’uno,
ti devi pigliare anche l’altro.
Il
polo che per noi è negativo, per la natura è utile come l’altro, e dunque
positivo. La forza di separazione è utile come la forza di unione.
In
conclusione, è vero che senza amore non ci sarebbe vita – ma anche senza
odio. Senza la forza di separazione, di divisione, di allontanamento e di
differenziazione, non ci sarebbe il mondo, perché tutto sarebbe appiccicato
nell’uno indistinto e confuso.
Quando
fate l’amore con il vostro partner, vi sentite uniti. Ma, se non vi divideste, morireste
entrambi. E se non foste divisi e contrapposti, a che pro unirsi?
Il
problema è che non abbiamo una visione d’insieme, l’ “occhio di Dio,” che non
parteggia per nessuna delle due forze contrapposte.
Come
il caldo è necessario quando fa freddo, così il freddo è necessario quando fa
caldo. Questa è la logica di Dio o della natura. Se ci fosse una temperatura
uniforme, i due poli e i due concetti neanche esisterebbero.
Similmente,
se non ci fosse l’alternanza tra la luce e il buio, ma solo luce o solo buio,
non avremmo né i due poli né i due concetti. È l’alternanza fra poli opposti che
mette in movimento tutto, i fenomeni e i concetti.
Dunque,
abbiamo identificato il motore della vita, un motore alternativo,
che ha sempre bisogno di due poli contrapposti ma complementari per funzionare.
Ecco
perché io diffido di quelle visioni metafisiche in cui si dice che, dopo morti,
andremo in un posto dove ci sarà sempre amore. Semplicemente, un luogo del
genere non può esistere. Forse, potremmo pensare a un luogo dove c’è più
amore che odio. Ma non possiamo annullare del tutto uno dei due opposti.
Annulleremmo anche l’altro.
venerdì 28 giugno 2024
In preda al delirio
La nostra Giorgia ormai è in preda al delirio. Se la prende con i giornalisti che hanno rivelato che tanti giovani del suo partito sono razzisti, inveiscono contro gli ebrei e inneggiano a Mussolini e a Hitler. Dice che sono metodi di regime. Ma quale regime? I giornalisti fanno il loro mestiere di ricerca e denuncia. E lei che è al potere e sogna di imporre un regime agli italiani, rimanendo isolata in Europa. È lei che ci sta isolando. Come tutti quelli che sognano di imporre una dittatura vede nemici da ogni parte.
Per lei i colpevoli sono i giornalisti, non i giovani fascisti del suo partito! Non vuole chiedersi perché Fratelli d' Italia abbia questa "cultura" o ignoranza aberrante.
Macchine emotive
Quando
dobbiamo prendere importanti decisioni - fateci caso -, se la ragione non ci
aiuta, decidono le emozioni.
Non
siamo macchine pensanti che si emozionano. Ma macchine emotive che talvolta
possono usare la ragione.
L’euforia,
la felicità momentanea, possono far tacere la ragione. E questo spiega perché
le masse più semplici si fanno trasportare da stati emotivi creati ad arte da
chi vuole il potere.
Così
si spiega l’elezione di certi dittatori o brutti figuri che, a mente fredda,
nessuno vorrebbe.
La ferocia della competizione
La ferocia della competizione
Quando
guardo certi meravigliosi documentari naturalistici, mi risulta evidente che la
natura, per mantenersi, ha concepito uno stato permanente di guerra, di
contrasto, di rivalità fra le specie viventi, in modo che ognuna divori
l’altra: animale contro animale, pesce contro pesce, animale contro piante,
pianta contro pianta (per accaparrarsi la luce, lo spazio e i nutrimenti),
microrganismo contro altri microrganismo (pensiamo ai virus e ai batteri), uomo
contro animali, piante e ambiente, e uomo contro uomo. Se mettete degli animali
in un unico ambiente o delle piantine in un unico vaso, scatenerete la lotta
per la sopravvivenza del più forte.
È
una guerra inevitabile, perché l’essere vivente deve mangiare e deve quindi
uccidere animali e piante. Se fossimo pacifici, non aggressivi, non feroci,
moriremmo di fame.
Ma
il cibo non basta. Per mandare avanti la vita c’è anche la riproduzione, e
anche qui si scatena una guerra fra maschi, fra femmine e fra maschi e femmine.
È così che nasce l’amore, il desiderio… un’altra guerra!
È
impossibile pensare che questo meccanismo violento sia stato concepito da un
Dio solo buono o da una Natura solo benigna. La vita nasce all’insegna della
competizione, dello scontro – e si vede dappertutto, anche nelle nostre
società, anche dentro le nostre famiglie, anche dentro noi stessi.
Il
dissidio, il contrasto è l’anima di tutto. Questo succede anche a livello
planetario, dove ci sono scontri giganteschi fra pianeti, stelle, galassie.
Insomma un universo guerresco dove tutti devono lottare.
Ogni
specie è messa contro l’altra, ogni vita è messa contro l’altra – cosa che era
già stata osservata da filosofi come Eraclito o Lao-tzu, prima che arrivassero
le stupide religioni del Dio solo bontà, amore e armonia. Se così fosse, il mondo sarebbe completamente
diverso o non potrebbe esistere.
Perché
questo contrasto di tutti contro tutti serve a mantenere la vita… non del
singolo, ma dell’insieme. Di fronte alle esigenza dell’insieme, il singolo può
essere ed è sacrificato.
Non
è che nel mondo manchi la pace, la concordia, l’amore e l’armonia, ma tutte
queste polarità devono essere controbilanciate dalle polarità opposte. Se c’è
l’amore, ci deve essere l’odio. Se c’è la concordia, ci deve essere la
discordia. Se c’è la pace, ci deve essere la guerra. Se c’è la vita, ci deve
essere la morte. Se c’è l’inizio, deve esserci la fine. Se c’è il bello, ci deve
essere il brutto. Se c’è la salute, ci deve essere la malattia…
Perché
questa struttura duale di opposti? Perché assicura la tensione, l’energia,
l’attenzione. Nella savana, nella foresta o nelle nostre strade, dovete sempre
stare attenti, all’erta. E questo garantisce l’energia necessaria a mandare
avanti il mondo. Se tutto fosse amore, tutto sarebbe fuso e indistinto.
Affinché le cose accadano, affinché il mondo divenga, ci vuole il contrasto.
Come in ogni buon film che si rispetti.
La
conseguenza è che non abbiamo mai a che fare con forze o processi isolati, ma
con coppie di opposti complementari. Come il maschio e la femmina, yang e yin.
Contrapposti ma necessari l’uno all’altro per generare altra vita. Un maschio
solo o una femmina sola, che senso avrebbero? Così è per tutti gli opposti.
Per
dare movimento (energia) al mondo, bisogna alimentare un doppio contrasto (o
differenziazione): fra le polarità opposte e fra gli individui. Altrimenti il
motore non si avvierebbe e tutto sarebbe fermo.
Le
coppie di opposti complementari (diadi) vanno viste come unità operative di un
motore alternativo. I poli sono contrapposti, ma complementari. Sono
contrapposti, ma sono necessari l’uno all’altro. E lavorano sempre insieme.
Chi
ha concepito questo meccanismo? Non certo un Dio esterno concepito come solo
amore e bontà. Si ha più l’impressione di una “cosa” che si fa attraverso tentativi
e prove (alcune fallite e abbandonate), una cosa che si fa da sola. E del resto
anche un eventuale Dio dovrebbe essersi fatto da solo!
Ma
si è fatto bene? O così così..?
Comunque
sia, siamo sempre in competizione, talvolta feroce (il leone si mangia la
gazzella da viva!) e anche noi mettiamo a bollire l’aragosta viva.
Siamo
in ballo e dobbiamo ballare… in coppie, che si amano perché si odiano o che si
odiano perché si amano. E nessuno può aiutarci. Dobbiamo sfangarcela da soli!
giovedì 27 giugno 2024
Il fallimento della Meloni
La
Meloni si lamenta che in Europa si prendano decisioni senza consultare l’Italia.
Ma che cosa pretendeva una che ha fatto tutta la sua campagna elettorale in
nome del sovranismo e del nazionalismo, e contro l’Europa?
Gli
altri leader europei non sono scemi e capiscono che la Meloni fa la furba: è
per l’Europa quando si tratta di ricevere soldi, ma è contro l’Europa quando si
tratta di essere nazionalista. Ha due volti, e non ci si può fidare.
Sono
gli elettori di Fratelli d’Italia che si sono sbagliati. Non si può avere capra
e cavoli contemporaneamente. Non si può fare i nazionalisti o peggio i fascisti
e pretendere di volere l’Europa.
Un’Europa
in cui vincessero i nazionalismi sarebbe semplicemente… inesistente.
Senza
contare che questo ritorno del nazionalismo in Italia è velleitario, ridicolo. Da soli
non contiamo nulla: con il debito pubblico che abbiamo saremmo già falliti, se
non ci fosse l’Europa a sorreggerci.
La nascita dello spaziotempo e della coscienza
Se
lo spaziotempo non ci fosse, tutte le cose giacerebbero attaccate e immobili.
Come si dice, lo spaziotempo è il modo in cui Dio (o la natura) ha trovato il
modo per impedire che le cose avvengano tutte insieme e tutte nello stesso
istante. Insomma lo spaziotempo è il grande separatore, ciò che le individua e le
distingue.
Se
io posso dire “io” e sentirmi un individuo, è perché mi sono individuato, cioè
separato. La parola “individuo” deriva dal latino "individuus",
composto dal prefisso negativo "in-" e dal verbo
"dividere", quindi letteralmente significa "colui che non può
essere diviso". Il concetto di "individuo" si riferisce a un
singolo essere umano considerato come unità individuale e distintiva.
In
realtà, l’individuo esiste proprio perché è stato “staccato” dalla massa
informe. Un po’ come avviene nella scultura, quando da un masso informe si
stacca e si estrae una forma, un certo oggetto. Ma questo esempio, ci dice
anche che quell’oggetto è fatto dalla stessa sostanza del blocco di marmo o di
argilla da cui è stato sgrossato. Se da quello stesso blocco di marmo
estraessimo altri oggetti, tutti avrebbero un’origine in comune e sarebbero per
così dire imparentati.
Questo
descrive il processo di creazione o di separazione. E, se la sostanza è la
stessa, deve ubbidire alle stesse leggi… in me, in te, nel sasso e nella
stella.
Però,
questo processo di individuazione-separazione viene descritto come se ci fosse
qualcuno dall’esterno che lo compie: Dio. Ma mettiamo che sia la natura a
seguire il processo di separazione e poi di riunione, secondo un ciclo senza inizio
e senza fine. Cioè, le fasi di nascita, di crescita o di evoluzione e infine di
dissoluzione-fusione dell’universo avvengano l’una dopo l’altra, senza
soluzione di continuità. In tal caso, l’universo stesso assumerebbe le
caratteristiche del Dio creatore, che dovrebbe per forza essersi creato da sé.
Ciò
perché, se lo spaziotempo emergesse in un dato momento e in un dato luogo, prima
non avrebbe dovuto esserci, anche perché il “prima” non c’era. La
creazione, dunque, si configura proprio come un emergere dello spaziotempo da
un Uno in cui si era annullato – e così in modo ciclico. Chissà quanti altri
Big Bang ci sono stati - e quanti Big
Crunch!
Questa
concezione ciclica corrisponde a un’idea che in Oriente è comune. Qui Dio ha
tre volti: quello che crea, quello che fa crescere e quello che distrugge!
La nostra idea di un Dio solo creatore e solo vita è quanto meno
parziale. La distruzione, la malattia, l’invecchiamento e la morte da chi
sarebbero stati creati? Non da quel Dio stesso? Mi pare assurdo, visto che
tutto ha la stessa origine.
Il
bene e il male, il piacere e la sofferenza, non sono disgiungibili! Formano
sempre una diade
Ma
c’è un altro importante fattore da considerare: affinché ci sia un io che si
renda conto di essere un individuo, oltre allo spaziotempo deve essere presente
fin dall’inizio la coscienza. Che non è niente di speciale, ma semplicemente
l’apertura del blocco, la sua scissione.
Il
che conferma che la coscienza può anche essere vista come una degenerazione di
uno stato in cui la consapevolezza non prevedeva una separazione fra soggetto conoscente
e oggetto conosciuto. Se il soggetto conoscente è lo stesso oggetto conosciuto,
si forma una scissione cosciente. Se non c’è questa corrispondenza, si ha
semplicemente il dualismo soggetto/oggetto.
mercoledì 26 giugno 2024
Zhuangzi e la farfalla
Vi ricordate quel celebre passo dello Zhuangzi?
“Una volta Zhuang sognò di essere una
farfalla. La farfalla svolazzava lieta e spensierata e non sapeva di essere
Zhuang. Improvvisamente si svegliò e si accorse con stupore di essere Zhuang.
Ora non sapeva più se era Zhuang che aveva sognato di essere una farfalla o se
era una farfalla che stava sognando di essere Zhuang. Eppure Zhuang e una
farfalla dovrebbero essere due cose diverse! Questa si chiama la trasformazione
degli esseri.”
La trasformazione degli esseri significa che ogni
cosa si trasforma nell’altra, prima o poi. Pensate a quanti esseri siamo stati:
cellule primordiali, pesci, anfibi, piante, insetti, rettili (abbiamo ancora il
cervello rettiliano!), scimmie, uomini preistorici, bambini, uomini e donne più
evoluti… ecc. Pensate nel nostro DNA quante migliaia di progenitori conserviamo.
Non ce ne rendiamo conto. Ma siamo stati milioni di esseri, figli, padri, madri…
e non è finita! Chissà come si evolverà la nostra specie fra migliaia di anni
(se sopravvivremo). Nel nostro organismo si trovano anche i minerali, segno che
siamo stati anche polvere di stelle.
Ma la sostanza è che tutto cambia continuamente, che
niente resta fermo, che siamo tutti imparentati, intrecciati, interdipendenti.
A noi sembra di essere individui. Ebbene non lo siamo. Siamo una folla.
E, dentro di noi, questa folla si agita e assume ora un volto ora un altro.
Al minimo, siamo due! E questa è l’origine della
coscienza. La coscienza significa che dentro di noi abbiamo due eredità che
avevano quattro eredità, poi otto, sedici, trentadue, sessantaquattro… in soli venti
raddoppi giungiamo a un milione di progenitori. E poi ancora…
Siamo stati anche farfalle? È probabile.
In certe culture orientali si sta attenti a non
uccidere nemmeno i moscerini o i vermi, per non parlare delle vacche sacre, perché
sono nostri lontani parenti.
Probabilmente qualcuno è stato anche una farfalla… e
oggi magari fa la ballerina… chissà.
Allora, chi siamo veramente? Qual è la verità?
La verità ultima non c’è. O è quella che ognuno è
tutto e che il tutto è uno e che l’uno (il pieno) viene dal niente (vuoto)!
La verità/falsità è un’altra diade. Il che significa
che non puoi trovare la verità disgiunta dalla falsità. Oppure il sogno
disgiunto dalla veglia. L’uno ha bisogno dell’altro, l’uno dà vita all’altro.
Se cerchi la verità, troverai sempre una certa dose
di falsità, perché le diadi sono complementari.
Per esempio, se cerchi la salute, prima o poi
incontrerai la malattia. E più malattie guarirai, più ne troverai. Perché non
puoi eliminare la malattia se cerchi la salute. Alcune malattia potrai guarirle,
Ma la salute dovrà essere sempre accompagnata dalla malattia.
Le diadi o gli opposti complementari sono un caso
esemplare della trasformazione di tutte le cose. Le cose non sono isolate.
Devono almeno andare a due a due. Se fossero isolate, non interagirebbero. Ecco
perché siamo almeno due e abbiamo due cervelli. Siamo gemelli.
Le cose devono poter cambiare (questo è il principio
fondamentale). E quindi l’una trascorre nell’altra e… concorre all’altra.
Perché il mondo è fatto così – a scatole cinesi?
Perché tutto ha la stessa origine e, scindendosi in modo contrapposto, crea il
movimento e l’energia.
Ora non ci meravigliamo più se il battito di una
farfalla in un posto può scatenare un terremoto in un altro. Perché non solo le
cose e gli esseri sono interdipendenti, ma anche gli avvenimenti.
martedì 25 giugno 2024
Brutte squadre
No, non abbiamo buone squadre, né nel calcio né in politica. Poveretti, fanno quello che possono, ma la classe non si improvvisa. O c'è o non c' è. Mancano i campioni. Manca chi abbia una visione d 'insieme. Manca chi sappia fare goal. Sono solo gregari. Si muovono confusamente. Quindi non andranno - non andremo - lontano.
Mi spiace dirlo. Ma è meglio non illudersi. Né nel calcio né in politica.
Urge cambiare squadra!
Dentro le diadi
Abbiamo detto che fra i vari dualismi polari (che io
chiamo diadi) c’è quella di equilibrio/squilibrio o ordine/disordine: le diadi hanno
poli contrapposti, ma l’uno non può esistere senza l’altro. Poiché sono
contrapposti, sono in un equilibrio dinamico, nel senso che, quando l’uno
aumenta, l’altro deve diminuire…ma fino a un certo punto, perché subito dopo,
trovandosi in una rapporto di azione/reazione reciproca, anche l’altro
reagisce per ritrovare l’equilibrio perduto. Come due pugili che si combattono,
e che possono in un certo momento essere in vantaggio ora l’uno ora l’altro, ma
che non possono mai vincere definitivamente, pena l’annullamento del match (che
a sua volta rappresenta la diade incontro/scontro).
Abbiamo visto che questo meccanismo di riequilibrio è
in azione in ogni campo della realtà: da quello fisico a quello mentale. E ci
siamo chiesti se si tratti di un meccanismo soltanto mentale, concettuale, o
qualcosa di reale. Domanda che non ha senso perché la mente è a sua volta forma
una diade con la materia.
L’importante che uno dei due poli sia sperimentato
concretamente per poter dire che esiste realmente anche l’altro. Non possiamo
pensare all’inspirazione senza pensare all’espirazione, perché i due sono in un
rapporto diadico, e quindi l’uno non può esistere senza l’altro. O forse
pensate che la respirazione con il suo ritmo sia solo una rappresentazione
concettuale? Sarà anche una rappresentazione mentale, ma che rispecchia
comunque una realtà.
Ma allora tutte le diadi rappresentano qualcosa di
reale? Sì, ma solo se almeno uno dei due è esperibile concretamente.
Anche nel caso delle diadi bello/brutto o bene/male,
che sembrano soltanto concetti umani? Sì, nel senso che rappresentano qualche
contrapposizione nella realtà. Se io trovo un fiore bello, vuol dire che anche
l’insetto che si nutre del suo nettare lo trova attraente, e quindi è bello e
buono anche per lui, per la sua mente. Perciò, è qualcosa di “oggettivo”… nella
sua soggettività. Se però io trovo bello
un quadro di Leonardo, l’insetto non lo apprezzerà. Ma c’è comunque qualcuno
che lo trova bello.
Il fatto è che questo dualismo soggettivo/oggettivo è
già presente nella realtà, come dato di fatto, perché fin dalle origini l’unità
si differenzia in questo modo (diciamo tra esteriore e interiore, fra oggetto e
soggetto, fra materia e spirito, fra mentale e non mentale…) senza però
dividersi mai del tutto. E quindi, se
esiste l’uno, esiste l’altro, come una coppia di polarità contrapposte ma complementari.
Di queste diadi esistono in un certo senso tutti i
poli contrapposti. A meno che nessuno dei due sia percepito realmente: per
esempio nel caso di dio/diavolo.
Ma comunque le diadi sono reali, nel senso in cui
una cosa è percepibile. Poi la realtà è a sua volta qualcosa che è anche
mentale, e dunque non del tutto oggettiva.
Insomma, la diade oggettivo/soggettivo pervade
tutto. E non ha senso chiedersi se una cosa sia davvero reale o solamente
pensata. Le due polarità sono contrapposte ma connesse. L’unica discriminante è
la percepibilità o meno. Il resto è tutto reale/irreale.
lunedì 24 giugno 2024
Questioni di equilibro
Mi
vengono in mente gli elementi radioattivi (uranio, torio, polonio, radio, cesio
e plutonio) che emanano vere e proprie radiazioni e che hanno una particolare
interazione con il mondo circostante. Gli elementi sono radioattivi quando i loro nuclei
hanno un eccesso di protoni o neutroni, il che porta a forze interne
sbilanciate. Questo squilibrio causa instabilità nel nucleo, e l’atomo cerca di
raggiungere uno stato più stabile emettendo radiazioni.
Non so se avete capito bene: la radioattività è una questione
di equilibrio dell’atomo che, a causa delle forze interne sbilanciate,
emette radiazioni, liberandosi dell’eccesso.
Questo significa che, per legge di natura, perfino
gli atomi devono trovare un loro equilibrio interno. Figuratevi gli altri
sistemi complessi, come gli esseri viventi, che devono obbedire allo stesso
principio. Se sono internamente squilibrati, devono emettere qualcosa per
ritrovare il loro equilibrio, sotto forma di rabbia, di odio o di amore.
Non si sfugge a questa regola, che vale per tutte le
forze contrapposte. La loro lotta, che sprigiona e richiede energia, è in
realtà rivolta a ottenere un ipotetico punto di equilibrio o di via di mezzo in
cui i due poli siano controbilanciati.
I fattori che influenzano la radioattività possono essere
i più vari:
Il numero di
Protoni: Gli elementi con un numero
atomico maggiore di 83 hanno tutti isotopi radioattivi. La forza di repulsione
tra i protoni rende i nuclei instabili.
Il bilanciamento
tra Protoni e Neutroni: Un nucleo
stabile ha un buon bilanciamento tra protoni e neutroni. Se questo
bilanciamento è disturbato, l’elemento può diventare radioattivo.
Le forze Nucleari: Le forze nucleari forti tengono insieme protoni e
neutroni. Se queste forze non sono sufficienti a compensare la repulsione
elettrica tra i protoni, il nucleo può diventare instabile e radioattivo.
Gli elementi più
pesanti, come l’uranio, hanno nuclei
con molti nucleoni (protoni e neutroni) e quindi una minore probabilità di
raggiungere una condizione di stabilità; questi nuclei tendono a emettere
particelle radioattive per conseguire una condizione più stabile.
Inoltre, la
radioattività può essere indotta artificialmente in nuclei stabili tramite
reazioni nucleari, come l’urto di una particella con un atomo, che cambia la
natura dell’atomo colpito rendendolo radioattivo.
Comunque, si tratta sempre di squilibri che devono
essere risanati. La natura tende sempre all’equilibrio. E per questo si agita
sempre. E per questo è squilibrata. E per questo è dinamica. Si muove perché
deve ristabilire l’equilibrio. Ma, senza lo squilibrio, niente si muoverebbe per
ristabilire l’equilibrio.
Dunque, l’equilibrio e lo squilibrio sono polarità
necessarie, l’una essenziale all’altra, l’uno il contrario dell’altra.
Pensiamo
ora a un’altra polarità: quella di “positivo/negativo” e al numero di significati
che le abbiamo attribuito. Si può dire
che non esista campo dello scibile in cui non si usi il binomio positivo/negativo.
Dalla fisica alla psicologia, tutto può essere definito positivo o negativo. Ma
certo l’origine di queste due parole non è quella scientifica. Al contrario, è
la scienza che prende in prestito parole di senso comune per indicare fenomeni
fisici. Ma quale origine hanno?
Le parole “positivo” e “negativo” hanno origini
interessanti che risalgono al latino:
Positivo: Deriva dal latino “positivus”, che a sua volta
proviene da “positum”, il participio passato di “ponere”. Il verbo “ponere”
significa “porre” o “mettere”, e in questo contesto, indica qualcosa su cui si
può costruire o fabbricare.
Negativo: Ha un’etimologia meno certa, ma si ritiene che
derivi dal latino “negare”, che significa “dire di no” o “dare sentenza”.
Questo termine è spesso associato all’idea di rifiuto o assenza di qualcosa.
Queste parole sono
diventate parte integrante del nostro linguaggio quotidiano, assumendo
significati sia letterali che figurati in vari contesti.
Comunque il discorso che si può fare su loro è
quello che si fa per tutti i termini opposti. L’uno non può esistere senza l’altro,
l’uno è necessario all’altro, l’uno cerca di compensare l’altro essendo
complementare all’altro.
E qui ritorniamo alla storia della radioattività.
Se in un nucleo unitario, esistono due forze
contrapposte, queste lottano l’una contro l’altra per avere il sopravvento. E
possono averlo temporaneamente, ma scatenando la reazione contraria, che
riporterà l’equilibrio. E così via. Alternandosi, come due pugili instancabili
che non possono però mai vincere sull’altro.
È sempre una questione di equilibrio, in natura.
sabato 22 giugno 2024
La correlazione come senso
La correlazione come senso
Tutti noi possediamo oggetti cui attribuiamo,
consciamente o inconsciamente, un valore di protezione (apotropaici). Un corno,
un sasso, una moneta, un ferro di cavallo, il ritratto di un santo, amuleti
vari, pietre, una statuetta sacra, una copertina, ricordi di persone morte,
croci, svastiche, aglio, sali, maschere, mantra, formule magiche, cristalli…
Proprio dei cristalli si dice che abbiano certe proprietà: portano fortuna,
calma, benessere, equilibrio, fanno bene a certe malattie, danno energia, ecc.
Ma un portafortuna può essere un qualunque oggetto.
Come mai esiste questa credenza? È come se
dall’oggetto uscissero influssi positivi, come se fossero onde benefiche.
Naturalmente siamo noi che attribuiamo questo potere all’oggetto, perché è
stato collegato a un evento o a qualcosa di positivo o creduto tale. Perché per
esempio i cornetti rossi? Perché rappresentano l’organo maschile della
fertilità.
Ma esistono oggetti che hanno un influsso su
di noi? Cito il caso di una scultura astratta, di origine africana, che non
finisce di stupirmi. È talmente contorta in un movimento elicoidale che sembra
influenzare lo spazio attorno.
È la scultura che mi dà questa sensazione o
sono io che gliela attribuisco. Un po’ l’uno e un po’ l’altro. Sono io che le
attribuisco un senso, ma se avesse un’altra forma non mi direbbe nulla?
Altro esempio, certi bonsai contorti sono
capaci di evocare alcune sensazioni di
stupore o meraviglia. Però sono allevati ad arte dagli uomini. Se invece
prendiamo un suiseki (pietre naturali messe su un piedistallo) sono capaci di
evocare una sensazione (di bellezza, di natura, di benessere, di gioia, di
infinità, di asprezza, di stranezza..) senza essere artefatti. Lo stesso dicasi
di certi paesaggi o oggetti naturali (una montagna, un tramonto, un cielo
nuvoloso, il cielo stellato, un fiume, una forra, una foresta, un viottolo di
campagna, un mare infuriato, un albero che ha una certa forma, un vulcano, un
deserto…) che suscitano in noi certe sensazioni. Sono le opere d’arte della
natura, che non sono fatte dall’uomo o per l’uomo. Ma esistono. E noi le
contempliamo per rinnovare certe sensazioni.
In questi casi gli oggetti sembrano
comunicare qualcosa, creano un’interazione con noi.
Ma attraverso che cosa?
La loro forma. Ma anche la loro funzione!
Naturalmente siamo sempre noi che attribuiamo
loro un senso. In sé non ce l’hanno. Ma certi fiori, che a noi sembrano belli,
in realtà hanno un senso in sé: sono stati studiati dalle piante per attrarre
gli insetti impollinatori. Però questi sono organi di esseri viventi, non
oggetti.
Gli oggetti sembrano non avere un senso, in
sé. Ma, siccome ogni cosa nasce in relazione alle altre, in un certo senso
hanno un senso! Quello di interagire. E quindi hanno una funzione. Anche
la pietra nasce da un’interazione fra le altre cose e interagisce con le altre
cose. Non è lì proprio per caso. Per esempio, potrebbe essere stata eruttata da
un vulcano, essersi solidificata, staccata dalla montagna in seguito alle
intemperie ed essere stata levigata dallo scorrere del fiume o delle onde del
mare. O potrebbe essere stata in fondo al mare, salita in alto e diventata
parte di una montagna, e poi ridiscesa in un ciclo infinito.
Tutte le cose hanno in realtà un senso. E noi
lo sentiamo. Magari non sappiamo spiegarlo razionalmente, con parole e
concetti, come un concerto musicale, però capiamo che c’è. L’idea del concerto
musicale è quella giusta, perché tutte le cose agiscono in concerto. Solo
le cose sole e staccate da tutto non hanno senso. Ma, appunto, non esistono.
L’origine è comune, l’evoluzione è comune,
tutto ha un senso.
Il senso nasce dal fatto che noi, come esseri
pensanti, siamo nati insieme alle pietre, dalle pietre, con le pietre, con i
minerali. A un certo punto, la vita senziente è nata dalla materia (che quindi già la conteneva: non è il soffio di un Dio), si è distinta da quella minerale (con un movimento oscillatorio),
ma le è rimasto il collegamento, dato che abbiamo i minerali nel corpo.
La vita sulla Terra, secondo la spiegazione
scientifica dell'evoluzione, è emersa da
reazioni chimiche complesse che si sono verificate nei primordiali oceani, dove
sostanze organiche semplici si sono combinate per creare le prime forme di
vita (perché la contenevano). In questo contesto, i minerali e altri composti inorganici hanno avuto un
ruolo significativo come catalizzatori per tali reazioni chimiche.
I minerali sono essenziali per la vita umana,
in quanto svolgono importanti funzioni nel nostro corpo. I minerali sono
coinvolti in numerosi processi fisiologici, come la formazione delle ossa, il
mantenimento dell'equilibrio idrico, la trasmissione degli impulsi nervosi e la
regolazione delle funzioni cellulari. Alcuni esempi di minerali essenziali
includono calcio, ferro, zinco, potassio e magnesio. È questi ci vengono dal
cibo.
Per la nascita della vita, ci vogliono i
minerali, l’acqua, i carboidrati, le proteine, i grassi, le vitamine, l’ossigeno,
la giusta temperatura, l’energia che viene dagli alimenti, dalle piante, dagli
animali e quindi dal Sole.
Ma tutte queste cose sono e restano correlate
e dunque hanno un senso e una funzione. Sono tutte rivolte a un fine: la vita.
Dunque anche un sasso ha una funzione e un senso. E, in certi casi, noi lo
sentiamo.
Il senso è dato dall’interrelazione. È come
se fossimo tutti imparentati, a diversi livelli. E noi ritroviamo questo senso,
che perciò esiste non come il senso di quell’oggetto o di noi stessi, ma come
legame comune.
La coscienza umana, infatti, è questo senso stesso, e conserva questo legame originario: è nata dalla scissione dell'unità in due. Per questo le cose hanno un senso. Non è qualcosa che è stato aggiunto dopo. Tutto è cosciente fin dall'inizio, tutto ha un senso, tutto ha una funzione.
Il senso è il legame, ed è sprigionato da
ogni cosa; non è una prerogativa umana, ma cosmica.
Semmai la distinzione da fare è tra oggetti
naturali e oggetti creati dall’uomo. Gli oggetti creati dall’uomo aggiungono un
secondo senso, ma, se vi rapportate con un oggetto naturale, non artefatto da
mano umana, il senso è rintracciabile.
venerdì 21 giugno 2024
Oggetti magici
Ho citato i sistemi astronomici binari come esempi di corpi
che hanno un’interazione speciale. Ma sappiamo bene che la forza di gravità è l'attrazione che un corpo esercita su un
altro a causa della loro massa. In generale, si tratta della forza che causa
l'attrazione dei corpi verso il centro della Terra.
Sappiamo inoltre che i corpi inanimati hanno interazioni di
altri tre tipi. Quindi, è come se, dal corpo piccolissimo (le particelle, gli
atomi…) al corpo grandissimo (stelle, pianeti…), i cosiddetti corpi inanimati
interagiscano tra di loro almeno in quattro modi. Insomma, invece di essere
inanimati, sono molto animati, intrecciati e si influenzano a vicenda. Sembra
che il mondo di tutti i corpi abbia una grande attività di relazione.
Questo perché l’universo è un gigantesco ammasso di corpi che
interagiscono come se fossero tutti vivi. E lo sono vivi, dal momento che
cambiano continuamente.
Non sono affatto corpi morti.
Per quanto riguarda gli esseri viventi, sono sempre in
interazione fra loro e con l’ambiente: sono vivissimi. Ma se la vita è qualcosa
capace di agire e reagire, tutto è vivo.
Siamo noi che ci siamo fatti l’idea che esista una
distinzione fra la materia grossolana e gli esseri sensibili. Ma il fatto che
tra i corpi esista comunque una forza di attrazione e altre tre interazioni,
significa che questi corpi sono capaci di comunicare. Inoltre anche i
corpi che sembrano non interagire sono soggetti alla legge del cambiamento… in
relazione all’ambiente. Anche una sedia o una montagna sono in relazione con le
forze dell’ambiente e quindi si trasformano lentamente.
La legge di inerzia di Newton afferma che un corpo in assenza
di forze esterne rimarrà in stato di quiete o di moto rettilineo uniforme.
Questo concetto si riferisce a corpi inerziali, ossia corpi che non sono
soggetti a forze esterne. Tuttavia, nel contesto della gravità, un corpo
inerziale sarà comunque soggetto all'attrazione gravitazionale dalla massa di
altri corpi e quindi si muoverà sotto l'effetto della forza di gravità.
Quindi, i corpi inerti non sono veramente
"inerziali" o immobili in senso stretto, perché sono influenzati
dalla forza di gravità o da altre forze esterne. In presenza di tali forze, i
corpi inerti si muoveranno o accelereranno secondo le leggi della dinamica
newtoniana. Non solo. Tutti i corpi nel nostro universo sono soggetti a
cambiamenti e trasformazioni nel corso del tempo. Questo concetto è legato alla
legge della conservazione della massa ed energia, che afferma che la massa e
l'energia complessiva di un sistema sono costanti nel tempo, ma possono
cambiare forma e distribuzione.
I corpi possono subire diversi tipi di trasformazioni, come
cambiamenti di stato (ad esempio da solido a liquido), reazioni chimiche,
deformazioni o semplicemente il passare del tempo che porta a usura e
deterioramento. Queste trasformazioni possono avvenire a livelli microscopici o
macroscopici, ma in generale tutti i corpi sono soggetti a cambiamenti e
mutamenti nel corso della loro esistenza.
Se prendiamo due corpi viventi – che esistono di meno -, le
loro interazioni e i loro cambiamenti sono evidenti. Basta confrontare un uomo
a cinque anni e lo stesso a ottanta. È cambiato esteriormente e interiormente.
Ma anche la sedia e la montagna saranno cambiati tra mille
anni.
In conclusione, tutto cambia, tutto è vivo, tutto
interagisce, tutto comunica. Non c’è niente di veramente inerte.
Nel contesto della fisica classica, un corpo
inerziale è un corpo che si muove a velocità costante in linea retta o che è in
stato di quiete in assenza di forze esterne. Questo concetto è alla base della
prima legge del moto di Newton, nota anche come legge di inerzia.
Tuttavia, nella pratica, è difficile trovare
un corpo completamente inerziale in quanto la presenza di forze esterne come la
gravità, l'attrito o altre interazioni può influenzare il movimento di un
corpo. Quindi, anche se il concetto di corpo inerziale è utile come modello
teorico, nella realtà i corpi sono influenzati da forze esterne che causano
cambiamenti nel loro moto o stato.
Se poi usciamo dalla fisica classica ed
entriamo in quella quantistica, qui l’atto di misurazione o conoscenza cambia
lo stato dell’oggetto osservato.
Se tutti i corpi interagiscono in quell’immenso
ammasso di forze che è l’universo, nella sfera degli esseri viventi le
interazioni sono evidentissime, non solo nel mondo animale ma anche in quello
vegetale.
Quando io voglio interferire su un altro essere
vivente e senziente, basta poco per verificarlo. Basta una parola, un gesto, un
atteggiamento, un’emozione e l’altro essere dovrà entrare in risonanza o in
disaccordo con me. Se rimprovero il mio cane o mia moglie per qualcosa, otterrò
sicuramente un effetto. Se due cani entrano in rapporto, vediamo come i loro
comportamenti cambino l’uno in relazione all’altro.
Ma, se un essere vivente, entra in relazione
con un oggetto… cambierà qualcosa?
Quando un essere vivente entra in relazione
con un oggetto, può avvenire un cambiamento sia nel soggetto che nell'oggetto.
La natura e l'entità del cambiamento dipenderanno dalla natura della relazione
e dal contesto in cui avviene.
Per esempio, un essere vivente può essere
influenzato emotivamente, fisicamente o mentalmente dall'oggetto con cui entra
in contatto. Questo potrebbe portare a cambiamenti nel benessere, nel
comportamento o nella percezione del soggetto.
Dall'altro lato, l'oggetto stesso potrebbe
subire un cambiamento a seguito dell'interazione con l'essere vivente. Potrebbe
essere danneggiato, spostato, decorato o trasformato in qualche modo.
In generale, le relazioni tra esseri viventi
e oggetti sono complesse e possono portare a una varietà di cambiamenti sia nel
soggetto che nell'oggetto.
E questo è assodato. Ma la domanda è un’altra.
Quando un soggetto animato entra in interazione con un oggetto inanimato,
perché sembra non esserci nessuna influenza, quando perfino gli oggetti
astronomici interagiscono?
Questa influenza non c’è per niente o c’è ma
non viene percepita? Ho posto la domanda all’IA, che mi ha risposto:
“Anche se un oggetto inerte non può
interagire attivamente con un soggetto vivente come farebbe un essere
consapevole, è comunque possibile che l'essere vivente percepisca e interpreti
l'oggetto in base alle proprie esperienze, emozioni e sensazioni.
Quindi, sebbene l'oggetto inerte non sia in
grado di relazionarsi attivamente con il soggetto vivente, l'essere vivente
potrebbe comunque sviluppare una relazione con l'oggetto in base alla sua
interpretazione personale. Questo processo di interpretazione può essere
influenzato da vari fattori come le esperienze passate, le emozioni e le
credenze del soggetto vivente.
[Oppure, il soggetto potrebbe scambiare l’oggetto
fisico (per es, una corda) con un oggetto (un serpente o una collana). E quindi
l’effetto non mancherebbe, anche se sempre da parte del soggetto (non dell’oggetto,
che resterebbe inerte).]
Quindi, anche se l'interazione tra un
soggetto vivente e un oggetto inerte potrebbe non essere fisica o attiva come
con un essere cosciente, esiste comunque la possibilità che vi sia una forma di
percezione o interpretazione da parte del soggetto vivente nei confronti
dell'oggetto.”
L’IA dà per scontato che tra il soggetto
vivente e l’oggetto inerte non ci sia interazione fisica, almeno da parte dell’oggetto.
Però non è del tutto vero. Se l’oggetto fosse per esempio una sostanza
radioattiva o una sostanza velenosa, questo effetto fisico ci sarebbe anche
in assenza di consapevolezza del soggetto.
Ma io mi domando: un oggetto,
indipendentemente dal suo significato (da parte del soggetto), potrebbe avere
un’interazione con il soggetto? Risposta
dell’IA:
“Sì, un oggetto potrebbe avere un'interazione
con un soggetto indipendentemente dal suo significato per il soggetto stesso.
Questo tipo di interazione potrebbe avvenire attraverso i semplici effetti
fisici dell'oggetto sul soggetto o sull'ambiente circostante.
Ad esempio, un oggetto pesante potrebbe
cadere su un soggetto e causare danni fisici, indipendentemente dal significato
che l'oggetto possa avere per il soggetto. Allo stesso modo, un oggetto
potrebbe provocare una reazione chimica o un cambiamento nell'ambiente
circostante che influenzi il soggetto senza che ci sia una relazione emotiva o
simbolica tra il soggetto e l'oggetto.
Quindi, anche se il significato o
l'interpretazione che un soggetto attribuisce a un oggetto possono influenzare
la percezione e l'interazione con esso, non è l'unico modo in cui un oggetto
può interagire con un soggetto. L'oggetto potrebbe avere un impatto sul
soggetto in base alle sue proprietà fisiche, chimiche o meccaniche, indipendentemente
dal suo significato emotivo o simbolico.”.
Bene, è un primo passo. Ma facciamo un
secondo passo e domandiamo che cosa succede nel caso della fisica e del mondo
quantistici. Risposta:
“Nel contesto della fisica quantistica, la
relazione tra un soggetto vivente e un oggetto inerte può essere ancora più
complessa e intrigante. Secondo la teoria quantistica, la realtà può essere
influenzata non solo dalla presenza dell'osservatore, ma anche dalla sua
coscienza.
Il principio della sovrapposizione
quantistica afferma che una particella può essere in due stati simultaneamente
fino a quando non viene osservata o misurata, e solo a quel punto "collassa"
in uno stato definito. Questo concetto porta alla conclusione che l'atto di
osservare o misurare un fenomeno quantistico influisce direttamente sul suo
stato.
Quindi, in un contesto quantistico, la
presenza di un soggetto vivente potrebbe avere un impatto sulla realtà
dell'oggetto inerte a livello quantistico, creando una relazione più intricata
tra il soggetto e l'oggetto rispetto alla realtà classica.
In sintesi, la fisica quantistica suggerisce
che la relazione tra un soggetto vivente e un oggetto inerte potrebbe essere
più interconnessa e influenzata dalla coscienza e dalla presenza
dell'osservatore rispetto a quanto sia comunemente accettato nella fisica
classica. “
Qui ti volevo. È stata proprio la fisica
quantistica a sostenere che, nel mondo microscopico, il soggetto può
influenzare e addirittura determinare l’oggetto.
Dunque, una prova c’è. È un’eccezione? È
limitata al mondo quantistico? E, di nuovo, non c’è nel mondo abituale o non è
rilevabile? Ma ci sono altri esempi di interazioni fra oggetto e soggetto?
“Sì, esistono molti altri casi di interazione
tra oggetto e soggetto che vanno oltre i semplici concetti di fisica classica e
quantistica. Ecco alcune altri esempi di come oggetti e soggetti possono
interagire:
Interazione sociale: Gli oggetti possono
essere utilizzati come strumenti di comunicazione e interazione sociale tra individui.
Ad esempio, gli oggetti possono essere regalati per esprimere affetto,
riconoscimento o gratitudine, creando una connessione emotiva tra le persone.
Interazione culturale: Gli oggetti possono
rappresentare valori culturali, tradizioni e significati simbolici che
influenzano le persone e le comunità. Attraverso gli oggetti, si possono
tramandare storie, credenze e identità culturali, creando un legame tra passato
e presente.
Interazione psicologica: Gli oggetti possono
avere un impatto sullo stato emotivo, cognitivo e comportamentale delle
persone. Ad esempio, un oggetto che evoca ricordi positivi o negativi può
influenzare il benessere emotivo di un individuo.
Interazione estetica: Gli oggetti possono suscitare una risposta estetica o artistica negli individui, portandoli a riflettere o apprezzare la bellezza, la creatività o l'originalità di un oggetto.
Interazione funzionale: Gli oggetti possono essere utilizzati per scopi pratici o funzionali, facilitando attività quotidiane, processi lavorativi o migliorando la qualità della vita delle persone.
In generale, gli oggetti e i soggetti possono interagire in molteplici modi e contesti, dando vita a relazioni complesse e significative che influenzano le esperienze umane, le relazioni sociali e la costruzione di significati personali e culturali."
Qui, però, torniamo indietro, perché tutto
dipende ancora dai significati o dai sentimenti attribuiti agli oggetti dai
soggetti.
Un caso particolare è quello degli oggetti
artistici, perché qui è l’oggetto che determina (deliberatamente da parte dell’artista)
un effetto sul soggetto. Tuttavia, qui è il soggetto che riesce, attraverso l’oggetto,
a trasmettere agli altri soggetti un certo effetto. Che, dunque, è voluto dall’artista,
non dall’oggetto.
Ma esistono oggetti che trasmettono
direttamente influssi sul soggetto? Risposta:
“Sì, esistono situazioni in cui gli oggetti
possono trasmettere direttamente influenze sui soggetti attraverso vari
meccanismi. Queste influenze possono essere di natura fisica, emotiva,
psicologica o energetica. Ecco alcuni esempi:
Oggetti tossici: Gli oggetti che contengono
sostanze nocive, come piombo, mercurio o amianto, possono avere effetti dannosi
sulla salute umana se entrano in contatto con esse. Questi oggetti possono
causare avvelenamento, problemi respiratori o altri disturbi fisici.
Oggetti energetici: Secondo alcune tradizioni
spirituali o pratiche come il feng shui o la cristalloterapia, si ritiene che
certi oggetti possano emettere energie positive o negative che influenzano il
benessere e l'equilibrio energetico delle persone.
Oggetti carichi di significato: Gli oggetti
che hanno un significato emotivo, simbolico o storico per una persona possono trasmettere
sentimenti, memorie o connessioni emotive che influenzano il benessere mentale
e emotivo del soggetto.
Oggetti tecnologici: Dispositivi tecnologici
come smartphone, computer e dispositivi elettronici emettono radiazioni e onde
elettromagnetiche che possono influenzare la salute e il benessere delle
persone se utilizzati in modo eccessivo o non corretto.
Oggetti artistici: Opere d'arte, musica, film
o libri possono trasmettere emozioni, idee, messaggi o stimoli creativi che
influenzano le percezioni, le emozioni o il pensiero di chi li fruisce.
In definitiva, gli oggetti possono avere un
impatto diretto sui soggetti attraverso una varietà di meccanismi, e questa
interazione può manifestarsi in diversi modi che vanno oltre il semplice
rapporto fisico tra soggetto e oggetto.”
Un caso interessante è quello detto degli “oggetti
energetici”. Ma si tratta comunque di effetti non provati scientificamente.
Nelle favole e nelle mitologie, si parla spesso di bacchette magiche, di albero
dei desideri, della lampada di Aladino, di tappeti volanti, di gemme dotate di
poteri, di oggetti magici, spade, anelli, calici, pozioni, scarpette, mantelli,
specchi, cornucopie, bastoni, pietre filosofali, ecc. C’è dunque la credenza
che esistano oggetti con poteri particolari. Come mai?
giovedì 20 giugno 2024
Sistemi binari
Ho letto che, in astronomia, i sistemi binari perdono energia emettendo
onde gravitazionali. Questo fenomeno è una previsione della teoria della
relatività generale di Einstein. Quando due oggetti massivi, come stelle di
neutroni o buchi neri, orbitano l’uno attorno all’altro in un sistema binario,
emettono onde gravitazionali, che sono oscillazioni dello spaziotempo.
Questa emissione di energia fa sì che gli oggetti si avvicinino gradualmente e
la loro orbita diventi più stretta, portando infine alla fusione dei due corpi.
Per esempio, le
collisioni tra stelle di neutroni si verificano proprio perché i sistemi binari
perdono energia in questo modo. Questi eventi non solo sono fonti di onde
gravitazionali, ma sono anche cruciali per la sintesi di elementi pesanti
nell’universo, come l’oro e il platino.
Inoltre, la prima
evidenza indiretta dell’esistenza delle onde gravitazionali è stata osservata nel 1974 con la scoperta della pulsar binaria PSR B1913+16, dove le due stelle di neutroni si avvicinavano seguendo un moto a spirale, perdendo energia sotto forma di onde gravitazionali.
Come avrete capito, un sistema binario (due! non altro) in astronomia è ciò che è composto
da due oggetti celesti, come stelle, pianeti, galassie o asteroidi, che sono
così vicini tra loro da essere legati dalla reciproca attrazione
gravitazionale. Questi oggetti orbitano attorno a un centro di massa comune.
Le stelle binarie, che sono il tipo più comune di sistemi binari, sono formate da due stelle che orbitano reciprocamente. La stella più luminosa viene chiamata la primaria, mentre l’altra è la compagna o secondaria. Questi sistemi possono essere osservati e studiati attraverso vari metodi, come l’osservazione visuale diretta, l’analisi spettroscopica, la fotometria basata sulle variazioni di
luminosità, o l’astrometria che si basa sui cambiamenti di posizione.
In alcuni casi, i sistemi binari possono scambiare materia tra i due oggetti, influenzando la loro evoluzione e potenzialmente portando a fenomeni come le supernove o la formazione di buchi neri, se uno degli oggetti è sufficientemente massiccio.
Ora, questa descrizione mi fa venire in mente che tutti noi siamo
sistemi binari, nel senso che dobbiamo essere abbinati a due a due, se non
altro in noi stessi (due centri che formano la coscienza), e poi con gli altri
con cui comunichiamo di volta in volta. E che anche noi emettiamo e siamo oscillatori
dello spaziotempo.
Che cosa significa? Significa che pulsiamo e oscilliamo continuamente,
nei nostri pensieri, nei nostri sentimenti, nelle nostre emozioni e nelle
nostre interazioni. E che l’uno influenza l’altro.
E che tutto nell’universo oscilla, tra l’essere e il non essere,
tra la vita e la morte – brevi stelle che si accendono, pulsano e si spengono
nel vuoto infinito.
“A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
infinito seren? che vuol dir questa
solitudine immensa? ed io che sono?”
Giacomo Leopardi, Canto
notturno di un pastore errante dell’Asia