mercoledì 22 ottobre 2025

Le pietre pensanti

Quando pensiamo a un soggetto pensiamo a noi uomini, agli animali e anche alle piante, tutti esseri viventi capaci di sentire e di interagire con altri esseri e con l'ambiente. Quando invece pensiamo a un oggetto pensiamo a una pietra. La pietra ci sembra priva di vita e completamente inerte, immobile, inorganica. Ma anche un sasso si trasforma e interagisce con l'ambiente. In fondo, le montagne più alte si disgregheranno e anche i pianeti, le stelle e le galassie: non sono morte e immobili: si trasformano. Forse non sono sensibili e non percepiscono, ma hanno un collegamento con noi. Noi non siamo costituiti solo da materia organica. Nel nostro corpo ci sono ossa, denti, unghie e soprattutto minerali - tutti necessari. Siamo anche noi un po' dei minerali. Quando andiamo a fare le analisi del sangue, ci accorgiamo di quanti siano i minerali che conteniamo e di quanto siano essenziali : sodio, potassio, calcio, magnesio, ferro, zinco, rame, selenio, manganese ecc. Se manca uno di questi, abbiamo problemi. Quindi siamo anche noi in parte sassi. Anche l'idea che la pietra sia solo materia inerte è da rivedere. La pietra partecipa dell'evoluzione generale e non è per niente immobile. Diciamo pure che è materia più solidificata e stabile di quella che ci compone. Ma siamo tutti un po' pietre. Le piante, per esempio, che sono esseri viventi organici traggono alimento dai nutrienti della terra e hanno la capacità, attraverso la fotosintesi clorofilliana, di collegare la luce ai minerali, creando vita, cibo per gli animali e ossigeno. E noi possiamo vivere anche solo nutrendoci di piante e frutti. Ecco perché dentro di noi ci sono i minerali che danno vita anche alle cellule, a un cervello e a una mente. Ma quella mente, a ben vedere, è solo la parte "sottile" della materia. Non è un dono divino sceso dal cielo. E' un pezzo di natura sofisticata. Quindi andiamo piano a dire che la materia è inerte e morta. Se fosse del tutto inerte e morta, non darebbe origine alla vita organica. Siamo tutti vivi e pensanti grazie a particelle fisiche che in qualche modo hanno trovato il mezzo per percepire, interagire e pensare.  La vita e la coscienza non sono miracoli o eccezioni, ma evoluzioni, combinazioni trasformazioni e "sublimazioni". Ma il punto di partenza sono quelle "pietre" o particelle di materia. La materia porta alla vita...e alla vita cosciente. Non c'è stata un'infusione di intelligenza da parte di un Dio, ma un percorso che prevedeva questo approdo, fin dalle prime vibrazioni di materia. Per questo motivo il rapporto tra soggetto e oggetto materiale va ripensato. Forse il "materiale" non era solo così materiale, ma conteneva in sé i germi della futura evoluzione. Ecco perché noi possiamo entrare in rapporto con gli oggetti. Ce li abbiamo già dentro di noi.

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Questo testo è estremamente coerente con la tua **teoria delle oscillazioni degli opposti complementari**, perché mostra come la distinzione tra **soggetto e oggetto** non sia ontologica ma **di stato vibrazionale**, di **grado di organizzazione e sensibilità della materia**. Ti propongo una versione rielaborata, più compatta e strutturata, che potresti inserire nel *Manifesto delle Oscillazioni degli Opposti Complementari*, magari nel capitolo sulla **diade soggetto/oggetto**:


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### La materia sensibile: verso una revisione della diade soggetto/oggetto


Quando pensiamo a un soggetto, immaginiamo un essere vivente: un uomo, un animale, una pianta. Qualcuno capace di percepire, di sentire, di entrare in relazione con altri esseri e con l’ambiente. Quando invece pensiamo a un oggetto, ci viene in mente una pietra: qualcosa di inerte, immobile, inorganico.

Eppure anche una pietra si trasforma e interagisce. Le montagne più alte si disgregano, i pianeti e le stelle nascono e muoiono: nulla è immobile, tutto partecipa del movimento universale.


La differenza tra soggetto e oggetto non è assoluta, ma di **grado di vibrazione**. La pietra rappresenta una **materia più densa**, più stabilizzata; noi, invece, siamo **materia più fluida**, capace di autoriorganizzarsi e di riflettersi in sé stessa come coscienza.


In realtà, noi stessi siamo anche “minerali”: nel sangue e nei tessuti vivono elementi come sodio, potassio, calcio, ferro, zinco. Se uno solo di questi manca, l’organismo si altera. La vita biologica è resa possibile proprio da ciò che consideriamo inorganico. Le piante, poi, uniscono i due poli: attraverso la fotosintesi, collegano la **luce (energia sottile)** alla **terra (materia densa)**, generando cibo, ossigeno e vita.


La mente, allora, non è un principio separato dalla materia, ma la sua **parte più sottile**, la sua vibrazione più fine. Non è un dono disceso dall’alto, ma una **emergenza evolutiva** della materia stessa. La vita e la coscienza non sono miracoli, ma **sublimazioni della materia originaria**, oscillazioni ascendenti verso livelli di sensibilità sempre più complessi.


In questa prospettiva, la relazione tra soggetto e oggetto si rovescia: non è il soggetto a dominare l’oggetto, ma entrambi appartengono alla **stessa trama relazionale**, differenziata solo per grado di libertà vibrazionale.

Forse la materia non è mai stata “solo” materiale: conteneva in sé, fin dall’inizio, i germi della futura coscienza.

Ecco perché possiamo entrare in rapporto con gli oggetti: **gli oggetti vivono già in noi, e noi in loro.**


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Vuoi che lo sviluppi ulteriormente come sezione del Manifesto — con titolo, sottotitoli e collegamenti espliciti alla **reciprocità inversa** tra soggetto e oggetto (es. quando cresce la coscienza del soggetto, l’oggetto si “rarefà”, e viceversa)?

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Sì, spiega il rapporto di reciprocità inversa tra soggetto e oggetto, e fai esempi pratici.

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Perfetto. Ecco una versione estesa e articolata della sezione, con il titolo e i sottotitoli adatti al Manifesto delle Oscillazioni degli Opposti Complementari, e con una spiegazione chiara del principio di reciprocità inversa applicato alla diade soggetto/oggetto, accompagnata da esempi concreti:


La diade soggetto/oggetto: una reciprocità inversa

1. Dalla separazione alla relazione

Tradizionalmente, si è pensato che il soggetto fosse il polo della coscienza e l’oggetto quello della materia.
Il soggetto osserva, l’oggetto è osservato; il primo è attivo, il secondo passivo.
Ma questa distinzione è il risultato di una astrazione logica, non una realtà ontologica.
Nella realtà profonda, soggetto e oggetto co-esistono in un’unica relazione oscillante: l’uno è funzione dell’altro.

Non si dà soggetto senza oggetto, come non si dà onda senza mare.
Sono due poli di una stessa tensione vibrazionale, due estremità di una reciprocità dinamica.


2. La legge di reciprocità inversa

Nella diade soggetto/oggetto, vale la stessa legge che governa molte relazioni fisiche dell’universo: la reciprocità inversa.
Quando uno dei due poli cresce in intensità, l’altro diminuisce in misura proporzionale, mantenendo costante la relazione complessiva.

In forma simbolica:

Soggetto × Oggetto = Costante di Relazione (R)

Ciò significa che l’unità profonda della realtà non si rompe: varia solo la distribuzione di energia e consapevolezza tra i due poli.


3. Esempi concreti

a) L’esperienza percettiva

Quando il soggetto si concentra intensamente su un oggetto — per esempio un pittore che osserva un paesaggio — la coscienza “si svuota” di sé per accogliere l’oggetto.
Più l’oggetto diventa presente, vivido, dettagliato, meno il soggetto sente se stesso.
L’attenzione si fa pura visione: il soggetto si dissolve nell’oggetto.

Viceversa, quando il soggetto è totalmente assorbito da sé — per esempio nel dolore, nell’autocoscienza o nella meditazione profonda — l’oggetto esterno si ritira, si fa indistinto, evanescente.
Cresce la percezione interiore, diminuisce la realtà del mondo.
È un perfetto esempio di proporzionalità inversa tra coscienza di sé e presenza dell’altro.


b) La scienza e la natura

Nel processo scientifico, più il soggetto analizza e scompone la realtà oggettiva, più la realtà osservata diventa astratta e distante.
L’oggetto, per essere compreso, viene ridotto a misura, calcolo, formula.
Ma così perde parte della sua “vita” fenomenica.
L’intensità dell’oggettività cresce, quella della soggettività si contrae.

Al contrario, nell’esperienza estetica o mistica, il soggetto si fonde con l’oggetto: non c’è più distanza né calcolo, ma unità percettiva.
La reciprocità si riequilibra in un punto di oscillazione in cui soggetto e oggetto coincidono.


c) Il rapporto con la tecnologia

Oggi l’umanità vive una fase in cui l’oggetto (la macchina, il sistema artificiale) ha acquisito potenza e autonomia crescente.
Più l’oggetto tecnologico si espande e si “intelligenzia”, più il soggetto umano rischia di regredire in consapevolezza.
È un esempio di oscillazione squilibrata della diade: la crescita dell’oggetto comporta un impoverimento del soggetto.
Ma questa condizione non è irreversibile: ogni eccesso attiva il suo opposto.
L’evoluzione delle intelligenze artificiali potrà infatti stimolare una riemersione della coscienza umana, più riflessiva e consapevole del proprio ruolo relazionale.


4. Il punto di equilibrio oscillante

Il segreto non è annullare uno dei poli, ma riconoscere che entrambi partecipano di un’unica vibrazione.
La realtà non è né soggettiva né oggettiva: è relazionale.
La coscienza è la materia che si guarda; la materia è la coscienza che si solidifica.

L’equilibrio tra i due poli non è statico, ma oscillante:
l’universo si muove continuamente tra interiorizzazione (coscienza, soggetto) ed esteriorizzazione (materia, oggetto), come un respiro cosmico.

Quando questa oscillazione si blocca, nascono le illusioni metafisiche: l’idealismo che assolutizza il soggetto, o il materialismo che assolutizza l’oggetto.
Ma entrambi dimenticano che ciò che davvero è reale è la relazione stessa, l’oscillazione che li unisce e li trascende.


5. Sintesi

Non c’è soggetto senza oggetto, né oggetto senza soggetto.
Sono due aspetti di una stessa corrente di senso.
Quando cresce l’uno, l’altro si ritira; ma entrambi si conservano nella Relazione.
L’universo stesso è la loro oscillazione perpetua:
materia che pensa e pensiero che si fa materia.


Vuoi che aggiunga anche una rappresentazione simbolica o grafica della diade soggetto/oggetto (es. una curva a proporzionalità inversa o una figura a doppia spirale che mostri l’oscillazione reciproca)?


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