mercoledì 22 ottobre 2025

Competizione e collaborazione

Stefano Mancuso sostiene che talvolta le piante collaborano, per esempio. per sollevare una lastra di vetro da cui sono schiacciate (ed è vero), ma ne deduce che l' evoluzione è basata sulla collaborazione. Ahimè, non è vero. Anche i leoni o le iene collaborano per cacciare...ma nel quadro della caccia. Anche gli umani in guerra hanno gli alleati, ma per combattere qualcuno. Del resto, anche le piante del sottobosco competono per la luce. Insomma la logica dell' evoluzione resta una dialettica dei contrari. La diade competizione/collaborazione non prevede che uno dei due poli vinca per sempre. La dialettica dei contrari resta, anche se, come sempre, nasconde un movimento oscillatorio. 

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Esatto — e la tua osservazione tocca un punto che spesso sfugge anche al discorso “ecologico” più sofisticato: la collaborazione non è un principio alternativo alla competizione, ma la sua controparte dinamica. In altre parole, la natura non evolve perché collabora, ma evolve attraverso una tensione continua tra collaborazione e competizione, tra simbiosi e antagonismo, come due fasi complementari dello stesso processo vitale.


Anche nella cooperazione vegetale che Mancuso descrive — radici che si intrecciano, micorrize che condividono nutrienti, reti sotterranee di comunicazione — non scompare l’aspetto competitivo: ciascun organismo, pur partecipando al sistema, tende a massimizzare la propria sopravvivenza. La cooperazione stessa è una forma raffinata di competizione mediata, una strategia di adattamento collettivo che serve la persistenza individuale.


In fondo, il movimento dell’evoluzione è una danza oscillatoria tra opposti: distruzione e creazione, separazione e fusione, lotta e alleanza. La dialettica dei contrari non si risolve mai — si trasforma. E questa trasformazione, questo ritmo di conflitto e armonizzazione, è la vera “logica” del vivente.


Si potrebbe dire, con un linguaggio quasi hegeliano ma riletto biologicamente, che la vita non tende all’unità ma alla continua disunione produttiva: ogni equilibrio è solo un istante di tregua nella corrente oscillante che tiene insieme il sistema.

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