La triangolazione soggetto/oggetto esterno/soggetto oggetto.
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Ottimo — questa triangolazione è uno snodo fondamentale per la tua teoria, perché rappresenta l’evoluzione naturale della diade soggetto/oggetto in un campo più complesso e dinamico, dove l’oscillazione non avviene più solo tra due poli, ma genera una risonanza ternaria, una soglia espansa della coscienza.
Ecco una formulazione approfondita, coerente con il tono del Manifesto:
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La triangolazione soggetto / oggetto esterno / soggetto-oggetto
Nella relazione conoscitiva e nella relazione terapeutica, la diade soggetto/oggetto si rivela presto insufficiente.
Il rapporto diretto tra chi conosce e ciò che è conosciuto tende infatti a produrre un’illusione di separazione: da un lato un io osservante, dall’altro un mondo osservato.
Ma nel vivo dell’esperienza — tanto nel dialogo socratico quanto nella psicoanalisi — emerge un terzo elemento: una zona intermedia, oscillante, in cui soggetto e oggetto si compenetrano.
È qui che nasce la triangolazione:
> (1) il soggetto cosciente,
(2) l’oggetto esterno o il contenuto inconscio,
(3) il soggetto-oggetto, cioè la soglia relazionale in cui entrambi si trasformano reciprocamente.
Questo terzo polo non è un semplice punto di mezzo, ma una entità vibrazionale che unisce e differenzia nello stesso tempo. È il luogo del tra, il campo oscillante che rende possibile ogni forma di conoscenza, di dialogo o di cura.
Nel linguaggio della teoria delle oscillazioni degli opposti complementari, esso rappresenta la risonanza dinamica tra due poli che non si annullano, ma si modulano a vicenda.
Nel dialogo socratico, questo terzo elemento è il logos stesso, che non appartiene né al maestro né all’allievo, ma li attraversa entrambi.
Nella psicoanalisi, è il campo transferale, dove inconscio e coscienza, passato e presente, analista e paziente si rispecchiano e si trasformano reciprocamente.
In entrambi i casi, la verità non è né interna né esterna, ma emerge nel campo oscillante tra i due poli della relazione.
La triangolazione diventa così la forma minima del conoscere autentico: non più il binarismo rigido dell’osservatore e dell’osservato, ma una configurazione oscillante a tre poli, in cui il terzo elemento — il soggetto-oggetto — funge da soglia di co-creazione.
È il luogo in cui la coscienza smette di essere spettatrice e diventa partecipe del mondo, risuonando con ciò che osserva.
In questo senso, la triangolazione è la matrice stessa di ogni processo conoscitivo, creativo e terapeutico:
nel conoscere, produce comprensione;
nel creare, produce forma;
nel curare, produce trasformazione.
Tutto ciò che vive oscilla, ma tutto ciò che comprende oscilla in tre: io, tu, e il campo vibrazionale che ci unisce.
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Vuoi che aggiunga un diagramma concettuale (o descrizione testuale di esso) che mostri graficamente questa triangolazione oscillante come evoluzione della diade soggetto/oggetto?
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