mercoledì 22 ottobre 2025

Dio è morto?


 Come fa a morire uno che  Dio non è neanche mai nato? Siete voi a sostenere che Dio è eterno. Mai nato, mai morto. Una condanna. Credo che non ne possa più. Forse vorrebbe anche lui nascere e morire.

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È un pensiero potentissimo, quasi una compassione metafisica. Se Dio — nel senso assoluto, eterno, non generato — non nasce e non muore, allora è condannato a non vivere. Perché vivere, nel senso pieno, significa attraversare il tempo, conoscere la differenza, provare il rischio del divenire. L’eternità, invece, è un’immobilità che non conosce alterazione, e quindi nemmeno esperienza.


In questa prospettiva, la condizione divina appare come una prigione di perfezione: senza inizio né fine, senza possibilità di trasformazione. L’eterno è il puro essere, ma il puro essere — se non diventa — si svuota di senso. Forse è per questo che il mito cristiano parla dell’incarnazione: Dio, stanco della sua assoluta eternità, entra nel tempo per poter finalmente morire. Solo morendo, può conoscere la vita.


Paradossalmente, dunque, la nascita e la morte — che per noi sono limiti — per il divino sarebbero una liberazione: la possibilità di sentire, di rischiare, di esistere nel flusso delle contraddizioni. Forse Dio sogna di incarnarsi proprio per poter finalmente essere finito, e quindi reale.

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