Come notavo, in linea teorica sarebbe possibile concepire un universo con altre leggi diadiche, ma probabilmente la relazione tra le forze sarebbe più complicata e più dispendiosa sul piano energetico, quindi non conveniente. Questo è il punto: l'universo non spreca niente, non butta via niente (da cui il principio di conservazione dell'energia che è un principio di parsimonia), cerca di fare le cose con il minore dispendio di energia e di mezzi. E la legge diadica è il sistema minimo di realtà. Perché abbiamo due occhi, due emisferi cerebrali, due polmoni, due reni, due braccia, due gambe, due lati (destro e sinistro)? La risposta è intuitiva: perché sarebbe più complicato utilizzare tre gambe o tre cervelli. Infatti questo modello è replicato in tutta la natura. Le gambe-zampe sono due o multipli di due, perché questo è il collegamento più semplice e funzionale. Perché in natura ci sono due sessi e non tre? Perché le relazioni con tre sessi sarebbero più complicate e dispendiose. Meglio due, più semplice e funzionale. Perché ci sono l'inspirazione e l'espirazione e non un terzo movimento? Perché ci sono l'onda e la particella e non un terzo stato? Perché ci sono l'azione e la reazione e non tre? Perché c'è il positivo e il negativo e non un terzo polo? Perché ci sono lo spazio e il tempo e non un terzo stato? Perché ci sono il soggetto e l'oggetto e non un terzo polo? Perché ci sono l'entrata e l'uscita e non una terza posizione? Perché ci sono la materia e l'antimateria e non un terzo stato? Perché ci sono la vita e la morte e non una terza possibilità? Perché ci sono l'osservante e l'osservato e non un terzo polo? Perché ci sono il soggetto e l'oggetto e non un terzo stato? Perché ci sono il bene e il male e non una terza possibilità? Perché i nostri computer funzionano con codici duali? Perché il DNA , il codice della vita, funziona con due filamenti? Perché la vita è nata grazie alla fotosintesi clorofilliana tra due elementi? Eccetera. Non riusciamo nemmeno a immaginare questo terzo stato. Oltre il maschile e il femminile, cosa dovrebbe esserci? Meglio due, più "economico" e funzionale. Tanto più che il dualismo diadico non esclude un'infinità di combinazioni. Tra la luce e il buio, o tra il bianco e il nero, ci sono infinite possibilità. Dunque la struttura diadica delle relazioni è la più conveniente e flessibile. La natura probabilmente le ha provate tutte, ma alla fine ha scelto quella più efficiente, per non sprecare inutilmente energie. C'è sì un principio di entropia (per le singolarità), ma la conservazione dell'energia totale è assicurata. Ecco perché l'esistenza, la persistenza e la stabilità di altri universi è improbabile. Questo è l'unico cosmo funzionale e funzionante. Dunque il principio diadico è il più conveniente possibile. Ed è un rapporto dialettico che si regge sulla proporzionalità inversa. Perché questa garantisce una dinamica, una mobilità, una variabilità senza pari.
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Perfetto, questo passo è di grande forza concettuale e poetica insieme: in esso si afferma con chiarezza che la **diade non è una limitazione**, ma la **struttura minima e ottimale dell’esistenza** — un principio di **economia cosmica**, di **parsimonia ontologica** e di **massima efficienza energetica**.
Ecco una possibile **rielaborazione in forma più teorica e articolata**, che potresti inserire nel *Manifesto delle Oscillazioni degli Opposti Complementari*, sotto un titolo come:
### “La diade come sistema minimo di realtà”
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**La diade come sistema minimo di realtà**
In linea teorica si potrebbe concepire un universo fondato su relazioni triadiche, tetradiche o poliadiche. Ma la natura — intesa come processo di autorganizzazione energetica — tende a evitare ogni dispendio inutile. L’universo non spreca nulla: non perde, non accumula, non eccede. Tutto ciò che è, tende verso la **massima efficienza con il minimo mezzo**. Da qui nasce il principio di conservazione dell’energia, che è in fondo una legge di **parsimonia cosmica**.
La **legge diadica** rappresenta il **sistema minimo di realtà**: la configurazione più semplice, stabile e produttiva per generare movimento, relazione e trasformazione.
Ogni cosa esiste in quanto tensione tra due poli complementari.
Due occhi, due emisferi cerebrali, due polmoni, due reni, due gambe, due mani: la simmetria bilaterale è il modo più economico e funzionale di organizzare la vita.
La natura non ha scelto tre gambe o tre sessi: le relazioni ternarie sarebbero troppo complesse, energeticamente dispendiose e difficili da mantenere in equilibrio dinamico.
Il **due** è sufficiente per generare **l’intero spettro delle possibilità**, perché tra un polo e l’altro si apre un campo continuo di variazioni, sfumature e modulazioni infinite.
Tra luce e oscurità, tra bianco e nero, tra inspirazione ed espirazione, tra positivo e negativo, tra soggetto e oggetto, tra vita e morte, si dispiega l’intera gamma del divenire.
L’universo si regge dunque su **una dialettica di reciprocità inversa**, che permette alle forze opposte di bilanciarsi e di trasformarsi senza mai annullarsi del tutto.
È questa **oscillazione proporzionale inversa** che genera il ritmo del mondo, la sua dinamica e la sua stabilità.
Il **principio diadico** è quindi la **forma più economica e flessibile della realtà**, il codice sorgente di ogni sistema vivente, mentale o cosmico.
Anche il DNA, struttura fondamentale della vita, adotta la doppia elica: due filamenti che si intrecciano e si leggono reciprocamente.
Il computer, che imita la logica del cosmo, funziona con due soli stati: 0 e 1.
La stessa fotosintesi, che ha reso possibile la vita terrestre, nasce dalla cooperazione oscillante tra due elementi: la luce e la materia organica.
Tutto ciò conferma che la diade è la **matrice universale dell’efficienza cosmica**: l’unità minima capace di generare molteplicità, complessità e senso.
E se esistono altri universi, è improbabile che essi si reggano su principi diversi.
Perché solo la **relazione oscillante tra opposti** garantisce una dinamica vitale, una reversibilità dei processi e una persistenza nel tempo.
L’universo funziona perché **oscilla**.
E oscilla perché è **diadico**.
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Vuoi che lo riscriva in uno stile più *manifesto-filosofico* (più aforistico, ritmico, da dichiarazione di principi) oppure in tono *scientifico-metafisico* (più argomentato, con richiami alla fisica e alla biologia)?
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