Come si concilia la legge di conservazione dell' energia con la legge dell' entropia?
***
Domanda profonda — e, direi, cruciale.
La legge di conservazione dell’energia e la legge dell’entropia sembrano, a prima vista, appartenere a due logiche divergenti: la prima parla di immutabilità, la seconda di trasformazione irreversibile. Ma la loro conciliazione non è un compromesso: è la chiave per comprendere la natura stessa del tempo e dell’ordine cosmico.
---
1. La conservazione: il volto statico dell’essere
La prima legge della termodinamica afferma che l’energia totale di un sistema isolato non si crea né si distrugge. Essa può solo mutare di forma: da potenziale a cinetica, da meccanica a termica, da chimica a radiante, e così via.
In altre parole: la quantità di energia è invariante. Nulla si perde, nulla si guadagna — l’universo è un gioco a somma esatta.
Questa legge ha un carattere ontologico: sancisce che qualcosa permane in ogni mutamento, come se sotto il divenire scorresse un principio di identità.
---
2. L’entropia: il volto dinamico del divenire
La seconda legge della termodinamica dice qualcosa di diverso: sebbene l’energia si conservi, la sua qualità degrada.
Ogni trasformazione energetica comporta una dispersione, una perdita di capacità di compiere lavoro utile. L’energia si “mescola”, si diffonde, tende all’equilibrio termico.
L’universo, pur conservando la sua energia totale, scivola verso una condizione di massima omogeneità — e quindi di massimo disordine.
---
3. L’apparente paradosso
Come può qualcosa conservarsi e al tempo stesso “deteriorarsi”?
La chiave è comprendere che le due leggi non parlano della stessa cosa:
la prima riguarda la quantità di energia;
la seconda riguarda la forma, la distribuzione e il grado di organizzazione dell’energia.
L’energia non diminuisce, ma si “appiattisce”, si livella nelle sue differenze. È come dire che la musica non cessa, ma si riduce a un unico suono costante — il silenzio termico dell’equilibrio.
---
4. Il legame profondo: essere e tempo
La loro conciliazione è dunque dialettica:
La conservazione rappresenta l’aspetto eterno, ontologico, dell’universo.
L’entropia rappresenta l’aspetto temporale, storico.
L’universo conserva la sua sostanza energetica, ma la evolve, la trasforma in direzione di stati sempre più probabili.
Potremmo dire che l’energia è ciò che “è”, mentre l’entropia è il modo in cui “diviene”.
---
5. Visione cosmica
Da questa doppia legge emerge un’immagine affascinante: il cosmo è un sistema che si conserva distruggendosi, o meglio, che perdura mutando forma.
La conservazione dell’energia garantisce la permanenza dell’essere; la crescita dell’entropia imprime al tempo la sua freccia irreversibile.
Insieme, esse fondano la dinamica universale: un essere che si consuma per durare.
---
Posso, se vuoi, mostrarti come questa conciliazione è stata interpretata in chiave metafisica (per esempio da Schrödinger, Prigogine o Whitehead), dove la tensione tra conservazione ed entropia diventa la struttura profonda del divenire stesso. Vuoi che proceda in quella direzione?
Nessun commento:
Posta un commento