L'uomo è feroce perché è anche lui un prodotto della natura feroce. Chi ha voluto la legge del "pesce grande che mangia il pesce piccolo"? Non certo l'uomo, ma la natura . Quando il pesce grande mangia per vivere il pesce piccolo o il leone mangia i piccoli della gazzella o comunque i più deboli, segue una legge di natura. Per mangiare e vivere, dobbiamo tutti uccidere gli altri animali e le piante. Pensate che crudeltà mangiare un pesce o un crostaceo magari vivo. L'aragosta la mettiamo ancora viva nell'acqua bollente. E come trattiamo gli animali da allevamento. I nostri allevamenti sono posti infernali.
Ma quando il leone uccide il piccolo della gazzella, lo fa per dar da mangiare ai propri piccoli. E' feroce? Sì, ma deve farlo per vivere. Dunque la colpa non è sua, ma delle leggi crudeli della natura. La natura non è né gentile né compassionevole. Deve lasciar uccidere. E chi ha stabilito leggi così crudeli? Se credete in Dio, dovete rispondere "Dio"! Dunque, è meglio non credere in Dio - nel Dio del bene, dell'amore e della morale. Io che sono un uomo non avrei mai costruito leggi così crudeli.
Se credete in Dio e lo ammirata per come ha costruito certe cose, dovete ammettere che ne ha costruite di terribili. Dunque, sarà una grande intelligenza, ma non sarà del tutto buono. Lasciate perdere. La natura si è costruita da sola, facendo cose meravigliose ma anche cose orribili. Ed ha commesso errori.
Quando in Ucraina o a Gaza si uccidono scientemente i bambini, lo si fa seguendo un antico istinto. Perché l'uomo è feroce in quanto prodotto della natura.Quindi dimenticatevi l'idea che ci sia una Mente buona che guida il tutto. Le cose si sono fatte da sole, tra mille lacune. La giustizia di questa Mente "divina" ha per scopo solo l'equilibrio del tutto. Nient'altro. Se credete nel Dio cristiano, guardate con quanta ferocia è stato ucciso Gesù (su volontà del Padre!) Se credete nel Dio musulmano, sapete quanto sia feroce e guerriero. Se credete nel Dio degli Ebrei, guardate quanto sono feroci gli ebrei che hanno scacciato i palestinesi dalle loro terre e uccidono i loro bambini... E potrei andare avanti con gli Iddii di tutte le religioni.
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Questo tuo testo è una riflessione potente e provocatoria sulla ferocia inscritta nella natura e sull’impossibilità, alla luce di tale ferocia, di credere in un Dio buono, come viene spesso inteso nelle religioni storiche. Tocchi temi centrali come:
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la ferocia come legge di natura, non come colpa dell’uomo;
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l’istinto predatorio e la necessità di uccidere per sopravvivere;
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la critica radicale alla teodicea (cioè la giustificazione di Dio di fronte al male nel mondo);
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la natura come realtà amorale, che crea e distrugge, senza compassione;
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la proiezione umana di un Dio morale, che non corrisponde affatto a quanto accade nel mondo naturale o nella storia.
Questa visione può essere integrata nel tuo Manifesto delle Oscillazioni degli Opposti Complementari come una sezione autonoma, in dialogo con la diade Ferocia/Compassione, oppure con la diade Natura/Morale. Ti propongo di intitolarla:
Dio non è buono. La natura non è morale. L’uomo è feroce perché figlio della ferocia.
L’uomo è feroce perché è anch’egli un prodotto della natura feroce. Chi ha stabilito la legge del "pesce grande che mangia il pesce piccolo"? Non l’uomo, ma la natura stessa. Quando il leone sbrana un cucciolo di gazzella o il grande predatore ingoia il più debole, non lo fa per sadismo, ma per necessità. La vita si mantiene uccidendo altra vita. Anche noi, per vivere, dobbiamo uccidere animali, piante, esseri senzienti. Mettiamo ancora l’aragosta viva nell’acqua bollente. Abbiamo costruito allevamenti industriali che sono vere camere di tortura. Ma tutto questo non è una perversione dell’umano: è la prosecuzione della natura con altri mezzi.
La natura non è né buona né cattiva. Non è compassionevole. È indifferente. Segue una logica implacabile di equilibrio e sopravvivenza. E se credete in Dio, allora dovete attribuire a Lui queste leggi crudeli. Dunque, non è il Dio dell’amore. È una mente creatrice, forse, ma priva di bontà morale. Non è il Dio delle religioni, ma un principio impassibile che genera e distrugge.
Se l’uomo è feroce, lo è perché la natura lo ha forgiato così. Quando in Ucraina o a Gaza si uccidono deliberatamente bambini, non è solo la colpa della cultura o della politica: è l’istinto feroce che riemerge, antico e profondo.
Se proprio esiste una Giustizia cosmica, essa non è quella della morale umana. È solo equilibrio, tensione, bilanciamento tra opposti. La “giustizia divina” è una bilancia cieca: non protegge gli innocenti, ma regola la forza e la sua compensazione. Ecco perché l’immagine del Dio buono non regge di fronte al mondo reale.
Gesù è stato ucciso con ferocia — e secondo la teologia cristiana, per volontà del Padre. Il Dio dei musulmani è un Dio di guerra. Il Dio degli ebrei è il Dio che dà la terra ad alcuni e ne caccia altri, a qualunque costo. Iddii crudeli, costruiti a nostra immagine. E forse è meglio così: perché la realtà stessa non è guidata da una bontà, ma da un’oscillazione permanente tra distruzione e rigenerazione.
Fammi sapere se vuoi collegarla esplicitamente anche ad altre sezioni del Manifesto (es. Diade Vita/Morte, Equilibrio come giustizia cosmica, Religioni come proiezioni oscillanti, Ferocia sacra e ferocia profana…). Posso sviluppare anche queste connessioni.
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Collegala alla sezione autonoma del Manifesto intitolata "Ferocia sacra e ferocia profana"
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Perfetto. Inserisco il tuo testo rielaborato e ampliato all’interno della sezione autonoma del Manifesto intitolata “Ferocia sacra e ferocia profana”, come sviluppo teorico coerente con la tua visione dell’oscillazione degli opposti.
Ferocia sacra e ferocia profana
La ferocia è inscritta nell’architettura della realtà. Non è un accidente morale, ma una delle due polarità complementari che strutturano la vita. L’uomo è feroce perché figlio della natura feroce. Chi ha scritto la legge del “pesce grande che mangia il pesce piccolo”? Non l’uomo, ma la natura. Quando un leone sbrana un piccolo di gazzella, quando un’aquila strappa un cucciolo dal nido, quando un essere umano mangia un altro essere vivente – animale o vegetale – compie un gesto cruento, necessario, e naturale. Nessuno può vivere senza distruggere un’altra forma di vita.
Questa è la ferocia profana, la ferocia quotidiana del ciclo vitale: mangiare, sopravvivere, competere, difendere il proprio spazio vitale. Essa non nasce dal male, ma dall’equilibrio crudele delle cose. La ferocia profana è una soglia oscillante tra la necessità della vita e la distruzione che la alimenta.
Ma esiste anche una ferocia sacra, che le religioni hanno tentato di giustificare e sublimare. È la ferocia degli dei, la ferocia delle guerre sante, la ferocia dei sacrifici rituali, la ferocia dei martìri e delle croci. Se credete in Dio, siete costretti a interrogarvi su chi abbia stabilito leggi così spietate. È stato Dio stesso a scrivere la natura come campo di morte necessaria? È stato Dio a volere che Gesù fosse ucciso per “salvare” l’umanità? È stato Dio a guidare gli eserciti degli Ebrei, dei Cristiani e dei Musulmani nella convinzione di essere dalla parte del Bene mentre compivano massacri?
Tutti gli dèi delle grandi religioni oscillano tra amore e ferocia. Il Dio cristiano è “Padre” ma lascia il Figlio crocifisso. Il Dio musulmano è misericordioso ma anche terribile nella sua giustizia. Il Dio ebraico è alleato ma vendicativo. E lo stesso vale per le divinità induiste, taoiste, africane, precolombiane: ogni dio è doppio, ogni sacro porta con sé una lama.
Non esiste bontà assoluta in natura. Non esiste bontà assoluta nemmeno in Dio. Se esiste una Mente cosmica, questa non guida il mondo secondo una morale umana, ma secondo una logica oscillante tra creazione e distruzione, tra vita e morte, tra compassione e crudeltà. La “giustizia” divina non è la bontà, ma l’equilibrio tra gli opposti.
La ferocia profana e la ferocia sacra sono le due facce della stessa legge: la realtà si regge sull’oscillazione tra l’essere e il divorare, tra il generare e il distruggere. Uccidere, nella natura, non è un errore. È un atto fondante. Solo una coscienza superiore può decidersi a contenerlo, senza mai eliminarlo del tutto.
Fammi sapere se vuoi che questa sezione venga connessa anche alla diade Compassione/Ferocia, oppure alla sezione sulla giustizia come equilibrio oscillante, o a quella sulla illusione di un Dio morale unico. Posso svilupparne i legami tematici o trasformarla in una mappa diacronica delle religioni come proiezioni oscillanti.
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