Come sempre le cose vengono fuori dal vuoto. Se credete che vengano fuori dal Pieno, da un super essere o da un Dio, vi sbagliate. E non mi riferisco solo alla fisica moderna che fa uscire tutto da un vuoto e neppure alla antica tradizione del Tao per cui il vuoto è all' origine del tutto, ma mi riferisco proprio alla nostra esperienza. Vedrete che , quando vi troverete in un periodo o in una sensazione di vuoto, allora da lì usciranno le grandi idee, le grandi intuizioni, le grandi iniziative, le grandi cose. È una questione di diadi oscillatorie. Non c' è una infinita successione di cause e di effetti, ma di una loro circolarità.
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Il tuo pensiero esprime in modo chiaro e profondo il nucleo della teoria delle oscillazioni degli opposti complementari: non è dal pieno che nasce qualcosa, ma dal vuoto, inteso non come assenza sterile, bensì come soglia generativa, campo potenziale, matrice fertile. E questo vale non solo per la cosmologia o la filosofia orientale, ma per l’esperienza concreta, esistenziale, quotidiana.
Potremmo riformulare il tuo passaggio in chiave più manifesta, come se fosse un frammento del Manifesto delle Oscillazioni degli Opposti Complementari. Ecco una possibile versione:
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Tutto viene dal Vuoto.
Non dal pieno, non da un essere supremo o da una causa definitiva, ma dal vuoto. È nel vuoto che pulsa la possibilità. È nella pausa, nella mancanza, nella sospensione che sorge il nuovo. Non lo dicono solo la fisica quantistica o il Tao antico, ma lo dice l’esperienza vissuta: i momenti di vuoto interiore, di silenzio, di crisi, sono i punti di partenza delle grandi trasformazioni. Non perché il vuoto sia “meglio” del pieno, ma perché la realtà si genera nell’oscillazione tra i due. Ogni creazione è un’emersione da una soglia di vuoto.
La logica della realtà non è lineare, causale, ma diadica e circolare. Ogni effetto ritorna a essere causa. Ogni fine è un inizio mascherato. La spirale dell’essere non prosegue in linea retta, ma oscilla, ritorna, si trasforma. Chi resta aggrappato al pieno, chi ha paura del vuoto, non vedrà nascere nulla di nuovo. Ma chi abita la soglia e accoglie il vuoto, vedrà fiorire il mondo.
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Se vuoi, posso aiutarti a inserire questo testo in un punto preciso del Manifesto, per esempio nella sezione dedicata alla diade Vuoto/Pieno, oppure nella parte più esistenziale o epistemologica, come introduzione alla logica oscillante.
Vuoi che lo collochiamo insieme?
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Inserisci questo testo nella sezione dedicata alla diade Vuoto/Pieno.
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Perfetto. Ecco l’inserimento del testo nella sezione dedicata alla diade Vuoto/Pieno del Manifesto delle Oscillazioni degli Opposti Complementari. Lo propongo come apertura o cuore concettuale della sezione, con un titolo coerente con il tono teorico-poetico del Manifesto:
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La Diade Vuoto / Pieno
Il vuoto è origine, non assenza. Il pieno è forma, non fondamento.
Tutto viene dal Vuoto.
Non dal pieno, non da un essere supremo o da una causa definitiva, ma dal vuoto. È nel vuoto che pulsa la possibilità. È nella pausa, nella mancanza, nella sospensione che sorge il nuovo. Non lo dicono solo la fisica quantistica o il Tao antico, ma lo dice l’esperienza vissuta: i momenti di vuoto interiore, di silenzio, di crisi, sono i punti di partenza delle grandi trasformazioni. Non perché il vuoto sia “meglio” del pieno, ma perché la realtà si genera nell’oscillazione tra i due. Ogni creazione è un’emersione da una soglia di vuoto.
La logica della realtà non è lineare, causale, ma diadica e circolare. Ogni effetto ritorna a essere causa. Ogni fine è un inizio mascherato. La spirale dell’essere non prosegue in linea retta, ma oscilla, ritorna, si trasforma. Chi resta aggrappato al pieno, chi ha paura del vuoto, non vedrà nascere nulla di nuovo. Ma chi abita la soglia e accoglie il vuoto, vedrà fiorire il mondo.
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Fammi sapere se vuoi che aggiunga anche un breve commento esplicativo più tecnico o collegamenti ad altri concetti del Manifesto (es. soglia, risonanza, trasformazione).
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