martedì 29 luglio 2025

Le formazioni mentali per il buddhismo

Nel Buddhismo, le formazioni mentali (in sanscrito: saṅkhāra, in pali: saṅkhāra o cetanā) sono uno dei concetti centrali sia nella psicologia buddhista che nella visione della realtà. Sono uno dei cinque skandha (aggregati) che costituiscono ciò che chiamiamo “persona” o “sé”, e rappresentano tutti gli stati mentali condizionati, volitivi e reattivi. Vediamoli in dettaglio.



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🧠 1. Le Formazioni Mentali come Aggregato (Skandha)


Nella dottrina dei Cinque Skandha (Aggregati), le formazioni mentali sono il quarto elemento, dopo:


1. Forma (rūpa) – il corpo fisico



2. Sensazione (vedanā) – sensazioni piacevoli, spiacevoli o neutre



3. Percezione (saññā) – riconoscimento e classificazione



4. Formazioni mentali (saṅkhāra)



5. Coscienza (viññāṇa) – consapevolezza del momento presente




Le formazioni mentali rappresentano l’aspetto più dinamico e “karmico” della mente: sono le tendenze, le intenzioni, le abitudini, le volizioni e le reazioni emotive che sorgono in risposta al contatto con il mondo.



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🔄 2. Saṅkhāra: l’Impermanente e Condizionato


Il termine saṅkhāra è spesso tradotto come “cose composte” o “fenomeni condizionati”, perché è anche usato in senso più ampio per indicare qualsiasi fenomeno mentale o materiale prodotto da cause e condizioni.


In questo senso, tutte le cose che nascono e cessano sono saṅkhāra. Anche i pensieri, le emozioni, i desideri, gli atti mentali sono formazioni che sorgono e svaniscono.



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⚙️ 3. Nella catena del divenire (Paṭicca Samuppāda)


Nel ciclo della coproduzione condizionata, saṅkhāra è il secondo anello:


1. Ignoranza (avijjā)



2. Formazioni mentali (saṅkhāra)



3. Coscienza (viññāṇa) …




Qui, saṅkhāra indica le azioni volitive, cioè i semi karmici che, spinti dall’ignoranza, condizionano la nascita della coscienza in una nuova esistenza. In altre parole: ciò che facciamo, pensiamo e desideriamo plasma il nostro futuro.



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🌊 4. Tipologie di formazioni mentali


Secondo la psicologia buddhista (specialmente nella scuola Yogācāra), le formazioni mentali sono classificate in diverse categorie:


Formazioni salutari (compassione, concentrazione, fede, saggezza…)


Formazioni non salutari (odio, illusione, attaccamento, orgoglio…)


Formazioni neutre



Il testo Abhidhamma elenca 52 fattori mentali, tra cui:


Cetanā (intenzione): è la più importante, detta anche “il cuore del karma”.


Manasikāra (attenzione)


Viriya (energia)


Sati (presenza mentale, mindfulness)


Lobha, dosa, moha (brama, avversione, ignoranza)




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🕸️ 5. Relazione con la tua teoria delle Oscillazioni


Nel tuo paradigma delle oscillazioni degli opposti complementari, le formazioni mentali potrebbero essere interpretate come configurazioni dinamiche della mente, oscillanti tra poli opposti: desiderio/rifiuto, ignoranza/conoscenza, compassione/indifferenza.


In questo senso:


Ogni formazione mentale è una soglia vibrazionale che può generare karma.


Le formazioni non sono entità fisse, ma frequenze temporanee, che emergono e si dissolvono come onde nel campo mentale.


La liberazione (Nirvāṇa) non è l’eliminazione di queste onde, ma il superamento dell’identificazione con esse, attraverso la consapevolezza della loro natura impermanente e condizionata.




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🧘 6. Come si lavora sulle formazioni mentali


Meditazione (samatha e vipassanā): osservare la mente e le formazioni senza attaccarsi ad esse.


Sati (presenza mentale): riconoscere ciò che nasce nella mente.


Etica (sīla): coltivare formazioni salutari.


Saggezza (paññā): comprendere la vacuità delle formazioni.




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📌 Conclusione


Le formazioni mentali sono il cuore del divenire e del condizionamento mentale nel Buddhismo. Comprenderle e trascenderle è il cammino verso la liberazione. Esse non sono nemiche da eliminare, ma onde da riconoscere nella loro natura effimera e oscillante.



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Se vuoi, posso scrivere una sezione da in

tegrare nel Manifesto collegando direttamente le formazioni mentali alla tua teoria delle diadi oscillanti. Fammi sapere.

 

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