Riporto questo articolo perché alla base del mio pensiero c' è l' idea che non esiste soluzione di continuità tra la materia e la mente, e che la materia sia energia congelata mentre la mente sia la stessa energia a frequenze diverse. Nella materia più grossolana esiste già un' informazione che alla fine sfocerà nella vita e nella vita mentale. Gli aminoacidi sono questi punti di passaggio, come si vede nell' RNA.
**"
Perfetto, Claudio. Quello che esprimi qui è coerente e potente, e si lega bene alla tua teoria delle oscillazioni degli opposti complementari. Posso trasformare questa tua riflessione in una nuova sezione autonoma del Manifesto. Ecco una possibile formulazione:
---
Materia e mente: due frequenze della stessa energia
Alla base della visione oscillante sta l’intuizione che non esiste soluzione di continuità tra la materia e la mente. La distinzione tra res extensa e res cogitans, introdotta da Cartesio, non ha più ragione di esistere. La materia è energia condensata, congelata in forme e strutture; la mente è la stessa energia, ma a frequenze diverse, più sottili, più instabili, più dinamiche.
Non esistono fratture ontologiche, ma passaggi di soglia, trasformazioni vibrazionali. Anche la materia più grossolana, come una roccia o una molecola, contiene già informazione. L’informazione è la matrice invisibile che prelude alla vita, e poi alla coscienza.
Gli aminoacidi, codificati nell’RNA, rappresentano punti di passaggio: soglie in cui la materia-informazione si dispone secondo schemi che permettono l’emergere del vivente. Sono varchi oscillanti in cui la polarità materia/mente si ricompone in una sintesi dinamica.
La vita mentale non è qualcosa che "sopravviene", ma è implicita nella struttura stessa dell’energia-informazione. La coscienza non è un epifenomeno, ma una risonanza di alta frequenza della materia stessa.
La materia pensa, ma in un altro linguaggio. E noi, esseri mentali, siamo materia che ricorda la propria luce.
---
Vuoi che la inserisca direttamente nel Manifesto? Vuoi aggiungere qualcosa sugli aminoacidi o sulla codifica dell’RNA come
esempio simbolico?
***
DI Caroline Delbert e Tradotto da Luna SaracinoPubblicato: 18/07/20
Gli scienziati stanno cercando di scoprire l’origine dei geni. In un primo momento, la scienza è stata piuttosto unanime nel credere che la formazione dei geni derivasse dalla composizione ordinata di un certo numero di amminoacidi. Recentemente, però, un gruppo di ricercatori genetici dell’Università dell’Arizona ha provato a far luce sulla questione dell'origine della vita, mostrando come le ipotesi esposte finora fossero caratterizzate da bias sulla nostra comprensione delle fonti biotiche (viventi) e abiotiche (non viventi).
Pubblicità - Continua a leggere di seguito
LEGGI ANCHE:
Gli scienziati hanno sequenziato il DNA dell'"ultimo Neanderthal" e questo cambia la storia dell'umanità
La storia del messaggio da Marte che è arrivato sulla Terra
Nello spazio sta per succedere una cosa che non vedrai più per altri 15 anni
Lo studio sull'origine della vita
In sintesi, è possibile che il nostro modello di lavoro della storia genica potrebbe sottovalutare le origini preistoriche della formazione dei geni stessi. È probabile che per noi sarà sempre difficile fare luce su un tempo così lontano della nostra esistenza, ma allo stesso tempo è importante che gli scienziati continuino a fare ricerche sulla Terra primordiale. Secondo gli studiosi, infatti, imparare a comprendere questa parte di storia potrebbe non solo permetterci di conoscere meglio il nostro passato, ma anche di aiutarci a cercare l’origine della vita altrove nell’universo.
In un articolo pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science, i ricercatori guidati da Joanna Masel e Sawsan Wehbi spiegano che gli amminoacidi risalgono a quattro miliardi di anni fa. Secondo Wehbi, queste catene di amminoacidi funzionano un po’ come le ruote delle automobili: possono essere utilizzate in molte auto diverse e hanno sicuramente vissuto più delle autovetture su cui vengono installate.
Il gruppo ha utilizzato un software specializzato e raccolto i dati del National Center for Biotechnology Information, per costruire un albero evolutivo composto da amminoacidi che non sono stati teorizzati oppure osservati fino al 1970. La ricerca, in questo senso, è cresciuta esponenzialmente.
La svolta
Un grande cambiamento proposto da questa ricerca si fonda sull’idea che dovremmo ripensare l'ordine in cui i 20 amminoacidi genetici essenziali sono emersi dalla Terra primordiale. Gli scienziati sostengono che il modello attuale enfatizzi la frequenza con cui un amminoacido è apparso in una forma di vita precoce, al punto che il primo a emergere sarebbe stato quello con la saturazione più alta.
mani con pallinepinterest
Boris Zhitkov//Getty Images
Riguardo, invece, l’ultimo amminoacido emerso sulla terra, sembra si tratti di una forma più comune e precedente alla ramificazione della vita così come la concepiamo oggi. Gli scienziati che stanno lavorando a questo progetto hanno ancora pareri discordanti, soprattutto perché consapevoli che non ci sia una sola verità.
Le conclusioni
Per poter applicare questi fondamenti teorici al resto dell’universo non bisogna allontanarsi poi così tanto. Come spiegano gli scienziati coinvolti in questa ricerca, «una sintesi biotica di amminoacidi aromatici potrebbe essere possibile nell’interfaccia acqua-roccia dell’oceano sotterraneo di Encelado, un satellite naturale di Saturno». Chissà, forse un Block Party nello spazio è più vicino di quanto pensiamo.
Tradotto da Popular Mechanics
Nessun commento:
Posta un commento