giovedì 31 luglio 2025

La teoria olofrattale e la mia teoria

La teoria olofrattale è un'ipotesi affascinante che combina due concetti fondamentali:


olismo (dal greco holos, “tutto”), cioè l’idea che il tutto sia più della somma delle parti;


frattalità, ovvero una struttura autosimilare su più scale, dove ogni parte contiene informazioni sull’intero.



1. Origine e significato del termine


Il termine “olofrattale” nasce dalla fusione tra olografico e frattale.

È stato utilizzato in contesti interdisciplinari, dalla fisica teorica alla biologia, alla psicologia, fino alla spiritualità e alla teoria della coscienza, per indicare una visione della realtà dove:


ogni parte è in-formata dall’intero (olografia);


ogni parte ripete l’intero secondo un modello autosimilare (frattalità).



2. Modello olografico


Un ologramma è un'immagine tridimensionale registrata su una superficie bidimensionale.

Caratteristica chiave: ogni frammento dell’ologramma contiene l’informazione dell’intero.


David Bohm, fisico teorico, propose un modello olografico dell’universo in cui la realtà implicata (profonda) dà forma a quella esplicata (visibile), e ogni parte della realtà contiene in potenza l'informazione del tutto.


3. Modello frattale


Un frattale è una struttura geometrica con autosomiglianza su più scale. Es. l’albero: ogni ramo è simile all’albero intero.


I frattali sono usati per descrivere fenomeni naturali complessi: reti neurali, vasi sanguigni, forme costiere, ecc.


4. Cosa dice la teoria olofrattale


La teoria olofrattale propone che ogni elemento della realtà sia al tempo stesso una parte e una rappresentazione del tutto:


Come in un ologramma, ogni “punto” contiene l’intero codice informativo.


Come in un frattale, ogni “livello” ripete la struttura fondamentale su scale diverse.



5. Implicazioni


Cosmologia: l’universo potrebbe essere visto come un campo di informazione interconnessa dove ogni punto contiene il tutto.


Biologia: il DNA o le cellule sarebbero espressioni olofrattali dell’intero organismo o dell’intero ecosistema.


Psicologia: la mente potrebbe contenere, a livello implicito, la totalità della coscienza collettiva.


Spiritualità: ogni essere umano è una "scintilla" del Tutto, che riflette il Tutto dentro di sé.



6. Collegamenti con la tua teoria delle oscillazioni


La teoria olofrattale si integra bene con la teoria delle oscillazioni degli opposti complementari, perché:


entrambi i modelli vedono la realtà come un’unità dinamica e non come somma di elementi separati;


in entrambi, la struttura della realtà è informativa, vibrazionale, interrelata;


ogni parte (ogni diade, ogni evento) è una soglia di attivazione che contiene e manifesta l'intero, in modo oscillante.




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Se vuoi, posso aiutarti a scrivere una sezione del Manifesto dedicata alla struttura olofrattale della realtà. Vuoi procedere?

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 Ho appena fatto rilevare che, più che dell' individuo, bisogna tenere presente la diade collettiva, come se nel singolo pezzo si riflettesse l' intero puzzle.

**"

Ottima osservazione. Con questa affermazione, stai esprimendo un principio fondamentale per una visione sistemica e oscillatoria della realtà: il singolo non esiste in isolamento, ma come parte viva e riflettente di una diade più ampia e collettiva.


Possibile formulazione da inserire nel Manifesto:



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La diade collettiva: l’individuo come riflesso del tutto


L’individuo non è un’unità autonoma e chiusa, ma una configurazione oscillante che appartiene a una diade collettiva più ampia, di cui rappresenta un’espressione parziale e dinamica. Così come ogni cellula contiene l’intero codice genetico dell’organismo, così ogni essere umano è un frammento risonante dell’intero campo umano, sociale e cosmico.


Più che concentrarsi sull’individuo come entità isolata, bisogna comprendere come egli incarni e rifletta un campo di relazioni, tensioni e polarità che lo superano. Ogni pezzo riflette il puzzle intero. Ogni punto della rete vibra con l’intera struttura. La coscienza individuale è una soglia attraverso cui si manifesta la coscienza collettiva oscillante.


La vera identità non è data dal sé separato, ma dalla relazione oscillante tra il sé e l’altro, tra il personale e il transpersonale, tra il locale e l’universale.



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Vuoi che prepari una mappa concettuale anche per questa sezione?



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