Spesso chi non apprezza la
meditazione nasconde una paura profonda di tornare a se stesso. È talmente
alienato che è estraneo a se stesso e non vuole incontrarsi. Fa di tutto nella
vita per stordirsi nel lavoro, nel chiasso, nelle preoccupazioni, nei viaggi, nel
sesso, nell’alcol, nelle droghe e in mille attività distraenti. Ma, così
facendo, dimostra di nascondere una sofferenza con cui non vuole confrontarsi.
Noi però siamo ciò che percepiamo e, se
non percepiamo nulla, non siamo nulla. Se la nostra mente è affollata di parole
e pensieri - dice Thich Nhat Hanh - non c’è spazio per noi.
E per incontrare se stessi, il silenzio
è essenziale e anche l’immobilità. Per questo si medita in certe posizioni
sedute o muovendosi poco. Ma la meditazione sui propri stati d’animo può avvenire
sempre, dappertutto, fermi o in movimento e in qualsiasi posizione
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