In meditazione, non a caso si parla di
coltivare la mente: la mente può essere coltivata proprio come si coltiva una
pianta. Se curiamo entrambe attentamente e diamo loro la giusta acqua e del
buon concime, cresceranno forti e felici.
Ma la mente-pianta può essere nutrita
con concimi sbagliati e con acqua inquinata. In tal caso deperirà.
I concimi dannosi possono essere tanti:
discorsi infondati, chiacchiere oziose, pensieri negativi, abitudini deleterie
o messaggi disturbanti veicolati da libri, giornali, televisioni, radio,
computer, telefoni, cinema, spettacoli, ecc.
Oltre a questi alimenti dannosi, ci
sono l’incuria, la distrazione, il disinteresse.
Se non c’è un’attenta cura, difficilmente
sfuggiremo al bombardamento dei messaggi e degli stimoli deleteri che ci
colpiscono in continuazione. E tutto ciò andrà a detrimento del nostro
equilibrio mentale, della nostra lucidità, della nostra indipendenza di
giudizio.
Prendiamo dunque coscienza del cibo
che diamo alla mente. Le nostre società sono piene di odio, di rabbia, di
invidia, di paura, di disperazione e naturalmente di sofferenza. E noi, se non
abbiamo difese, ingurgitiamo tutto.
Come per il corpo scegliamo gli
alimenti migliori, anche per la mente dovremmo selezionare gli input salutari e
scartare i cibi velenosi o guasti.
Ogni tanto distacchiamoci dall’ambiente
circostante e mettiamoci a purificare la mente, per esempio con la
consapevolezza del respiro, che a sua volta risente di ogni stimolo e stato d’animo.
Questa è anche una forma di igiene mentale, per disintossicarci.
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